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Elogio dell’ombra

L’ombra come luogo reale. L’ombra come luogo dell’anima. L’ombra come schermo, come recesso, come proiezione, come riflessione. Quantunque essa sia più viva nello specchio, fratello dell’ombra, e luogo dell’immagine in/di sé. Ma certo mi vedo più nell’illusione di Platone che nell’errore di Narciso. Specie se esercito la mia vista su un oggetto che non si accontenta di essere guardato. Che pretende anzi un altro modo di guardare. Mi avete scoperto (nel mio angolo d’ombra): sì, sto parlando di libri. Per questo mi guardo bene dall’errore di Narciso. Meglio, spesso, per un lettore, un’ombra, magari defilata, piuttosto che la diretta visione di sé. Con questa si va dritti all’anima, con quella ci si distrae. Che non è dire altro che ci si allunga nel tempo e nello spazio, ma sempre partendo e ritornando da/in noi stessi. E questo lo sa bene anche lo scrittore, che si diverte a farci specchiare nelle pagine del suo libro, quando dovremmo sorridere dell’ombra, ora lunga, ora breve, della nostra illusione. E’ in questo gioco di svelamento e di adombramento, credo, il mestiere dello scrittore. Specchio per scoprirci troppo uguali a noi stessi, ombra per potere (e poterci) vedere più lontano. Sì, sto parlando di libri. E di due giovani scrittori.  Due giovani e due storie di giovani lettori che si affannano dietro un’ombra. Carlos Ruiz ZafÏŒn e Matthew Pearl.

(… continua a leggere ‘Elogio dell’ombra’)

iLiad da leggere

iLiad

Per iniziare vi dico: scordatevi gli LCD (qui potete vederli a confronto). Dimenticatevi il monitor attraverso cui, probabilmente, state leggendo questo articolo. Prima di prendere decisioni affrettate vi consiglio di andarlo a vedere. Io l’ho fatto, ne sono rimasto colpito, e ho rivalutato – in positivo – il suo valore. Parlo dell’iLiad, il lettore di libri elettronici di prossima uscita in Italia, che potrebbe rivoluzionare il modo in cui leggiamo, studiamo, ci informiamo. (… continua a leggere ‘iLiad da leggere’)

La magia dell’acqua

Prefazione a “Un processo per superstizione a Pesaro nel 1579“, di Claudia Ansevini

L’undici dicembre 1578 un certo Ippolito da Ferrara, uomo residente in contrada Santa Chiara a Pesaro, si presenta al vicario dell’inquisitore per sporgere denuncia: una vicina, donna Lena, gli ha riferito che in casa di Santa de’ Bernacchi si tengono pratiche magiche. Donna Lena può dirlo perché era passata diciamo per caso da Santa e vi aveva trovato una specie di altare improvvisato e, sotto l’altare, tre ragazze ciascuna con una candela in mano, e una donna incinta; in mezzo a loro, appoggiato su un banchetto, un’inghistara, ossia una brocca piena d’acqua; e con loro le organizzatrici del rito: donna Sensa e Bernardina Spadona. E mentre le tre ragazze recitavano la formula: “Angelo bianco angelo nero mostrami chi ha tolto quelli denari”, all’interno della brocca era comparso un diavolo che indicava il responsabile del furto che era il motivo per cui si faceva l’incantesimo. (… continua a leggere ‘La magia dell’acqua’)

Un processo per superstizione a Pesaro nel 1579

Da oggi è disponibile, su LibriSenzaCarta.it, “Un processo per superstizione a Pesaro nel 1579”, tesi di laurea di Claudia Ansevini, senigalliese d’adozione, laureatasi, nel 2005, in Storia Moderna presso l’Università di Urbino “Carlo Bo”. Relatore: il prof. Guido Dall’Olio.

Il suo lavoro è pubblicato per la prima volta sul web, e può essere direttamente e liberamente scaricabile qui [formato PDF, 82 pagine, 545 KB]

Claudia Ansevini - Un processo per superstizione

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La cultura europea? Tutta in digitale

La Commissione europea ha raccomandato tutti gli stati membri di procedere velocemente alla digitalizzazione del loro patrimonio culturale per rispettare l’obiettivo di creare entro il 2010 una biblioteca digitale Ue che abbia un patrimonio di almeno 6 milioni di opere.

Attraverso la collaborazione tra pubblico e privato, i vari stati dovranno rendere accessibili in rete i contenuti in formato digitale e “agire in vari settori, dalle tematiche connesse ai diritti d’autore alla conservazione sistematica dei contenuti digitali per garantire l’accesso a lungo termine a tale materiale”.

Attualmente è disponibile in formato digitale solo una piccola percentuale del patrimonio culturale degli Stati membri. “Il nostro obiettivo è  costituire una vera biblioteca digitale europea che costituisca un punto d’accesso plurilingue alle risorse culturali europee in formato digitale”, ha dichiarato Viviane Reding, Commissaria responsabile della Societa’ dell’informazione e dei media. In questo modo, praticamente tutti gli archivi, musei e biblioteche europee, che da sole vantano ben 138 milioni di utenti registrati, potranno collegare i propri contenuti digitali alla biblioteca digitale europea, accessibile da tutti i cittadini del mondo.

Link: Il comunicato stampa della Commissione europea, i documenti originali (in inglese), il portale della Biblioteca Europea

I bagni e le bagnanti: moralisti e guardoni

Nel guazzabuglio cultural-socio-mondano, caratteristico del periodo estivo come certi tipi di temporale, una notizia ha attirato recentemente l’attenzione della stampa. Il Comune di Riccione ha preso in esame, secondo la richiesta di superfacoltosi clienti arabi, la possibilità di riservare un tratto di spiaggia alle donne musulmane. Queste così potrebbero immergersi al riparo da sguardi maschili e senza l’impaccio delle vesti che tendono a celare e quasi annullare i loro connotati fisici.

Si è riproposto in versione marina il dibattito che abbiamo già vissuto: se si può consentire l’uso del velo prescritto alle donne secondo i costumi musulmani o più genericamente se un mondo progredito come sarebbe quello occidentale può tollerare la diversità ed accettare prove di convivenza civile e religiosa. Un giornalista, peraltro senza punta di ironia, ha titolato il suo pezzo:

“Così l’Occidente si è arreso sul bagnasciuga”.

(… continua a leggere ‘I bagni e le bagnanti: moralisti e guardoni’)