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… e abitazioni illustri

Prefazione de La congiura Fornaciari (capitolo 4, segue dal capitolo 3)

Crescevano i palazzi, più che altro, nella nuova ampliazione, appoggiati alla vecchia cortina e tutt’attorno al Duomo a formare un rettangolo di piazza. Pensa un po’: a chi era di fuori e faceva domanda di costruire a Sinigaglia per venirci ad abitare regalavano la terra, abbonavano le tasse per dieci anni e, se era di accertata nobiltà, lo aggregavano subito al Consiglio Generale – volete più niente? – a patto che la nuova costruzione fosse stata completata entro un termine di dieci anni. (… continua a leggere ‘… e abitazioni illustri’)

Concorso Vedovelli: un successo

Domenica 24 settembre abbiamo assistito, ed alcuni di noi anche partecipato in qualità di giurati, alla premiazione del Concorso di Poesia “Cesare Vedovelli”. L’iniziativa, partita e sostenuta dal Circoli ACLI di San Silvestro, ed in primo luogo per merito dell’istancabile Anna Maria Bernardini, ha visto un buon numero di partecipanti attivi, e l’afflusso di un pubblico davvero numeroso.

LibriSenzaCarta.it si complimenta con gli organizzatori, la giuria ed i partecipanti, e vuole premiare a suo modo i vincitori della rassegna pubblicando, a partire da domani, le prime venti poesie classificate, sia nelle categorie lingua dialettale che in quella in lingua italiana. Ogni giorno presenteremo il testo di una poesia, affiancato dall’audio della lettura, curata da Mauro Pierfederici, accompagnata dalle musiche eseguite da Lara Schiaroli (arpa celtica) e Roberto Chiostergi (chitarra). Il materiale ci è stato gentilmente concesso dagli organizzatori del Concorso.

Casette minime…

Prefazione de La congiura Fornaciari (capitolo 3, segue dal capitolo 2)

Casa mia – la casa dove abito, intendo dire – si trova nella Strada del Montone, vicino a dove c’è la cereria. Non si sa quanto abbiamo aspettato per averla; perché l’ampliazione prevedeva anche “casette minime” e non solo i palazzotti dei signori. Ma a questo quartieruccio popolare, costruito dai Frati Minori della Maddalena a ridosso della nuova cortina, non hanno trovato neanche un nome; così ormai dicono che stiamo “dietr’ al dom’”. Lo dicono da quando sul davanti il vescovo Honorati si è messo a costruire il duomo nuovo: o, più precisamente, a ingrandire la chiesa di San Luigi che era appartenuta ai Gesuiti. Soppresso l’ordine, sapete, il Vescovo si è preso tutto lui; e nella chiesa, per quanto non abbia la facciata, entro quest’anno si dirà la messa; in quanto al Collegio che gli stava accanto, lo sta trasformando in Episcopio. (… continua a leggere ‘Casette minime…’)

1789

Prefazione de La congiura Fornaciari (capitolo 2, segue dal capitolo 1)

Che significa poi che tutto questo è successo “proprio nel 1789”? Cosa ha avuto quest’anno di speciale? Adesso che è quasi finito, se faccio un bilancio, non mi è parso così straordinario. Passato il carnevale, abbiamo avuto un bel maggio, e anche dopo luglio, che hanno fatto il putiferio i parigini e abbattuto la Bastiglia, qui da noi non è successo niente; quei quattro francesi che vengono alla fiera ne andavano parlando, estasiati non meno che preoccupati, sottovoce, con gli occhi di fuori; ma i capoccia di qua, quelli che pensano giusto e hanno testa per capire come gira il mondo, si dicono convinti che è un fuoco di paglia e che tutto tornerà com’era prima. (… continua a leggere ‘1789’)

Un uomo da nulla

Prefazione de La congiura Fornaciari (capitolo 1)

Fornaciari, come no, quello di Roncitelli. Avete visto, ha fatto un bel lavaccio. Ha tenuto tre giorni la città sotto tiro, ha messo nei guai quei nostri parrucconi incapaci di tirarlo fuori, impauriti che si allargasse la rivolta e immersi tutti nel terrore inconfessato che facessero anche qui come hanno fatto in Francia. Tre giorni di panico totale. Non avessimo avuto i cannoni puntati sul palazzo pubblico e sulle nostre case, sarebbe stato una comica tutto quel trambusto. Dovevate vederli la mattina dell’11 ottobre i caporioni di questa città: si aggiravano come i bagarozzi quando uno tira su il mattone sotto il quale se ne stavano tranquilli e riposati. (… continua a leggere ‘Un uomo da nulla’)

La congiura Fornaciari

Assalto alla Rocca

Chi ha letto per la prima volta, o è tornato a leggere “Le Confessioni di un Italiano” di Ippolito Nievo, meraviglia di libro che meriterebbe anche oggi di essere continuamente visitato, ha bene impressa nella mente la vita dentro e intorno al castello di Fratta. Ma non tutti coloro che vivevano in un angolo di uno stato decrepito si rendevano conto di quanto decrepito fosse il loro mondo. Lo stesso poteva succedere, alle soglie della Rivoluzione Francese, in questa provincia dello Stato della Chiesa: soltanto gli spiriti più attenti, o quelli più avventurosi, o quelli più disperati potevano vederla scricchiolare come un divano tarlato. Forse Francesco Fornacciari (o Fornaciari, secondo una dizione più comune confermata su molti documenti) apparteneva a qualcuna di queste classi di persone, forse a tutte, o forse a nessuna; ma è certo che con la sua azione riuscì a imbarazzare i governanti del suo tempo fino a svelare una natura comica delle loro contorsioni. (… continua a leggere ‘La congiura Fornaciari’)

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