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Serafino preposto al coraggio

Serafino preposto al coraggio

racconto di Pietro Pancamo

 

Gli angeli si diplomano al Conservatorio Astronomico perché studiano la musica, che le sfere celesti producono ruotando. Fanno l’analisi armonica degli accordi supremi che, una volta, anche gli uomini eletti (Pitagora, ad esempio) avevano la forza e il diritto di ascoltare.
Gli esami sono molti, però che gran soddisfazione ultimare i corsi e ottenere infine (lode al Signore!) il permesso d’insegnare.
I miei studi sono a buon punto e fra poco l’esame conclusivo mi darà il titolo che sogno tanto: quello di Maestro!
Nel frattempo, grazie alle mie doti vocali, già occupo la carica di tenore-capo nella gerarchia lirica del Conservatorio: sono forse il più bravo, tra gli allievi di “Esercitazione corale”. E poi, dirlo mi riempie di gioia, lavoro come assistente di un angelo cherubino che scende ogni giorno in Terra, posandosi delicato sulla quercia di un bosco dolce e campagnolo, per educare gli uccellini al canto. Li abitua a portare il cinguettio in maschera e a sorreggerlo con il diaframma; non tutti riescono subito, anzi nessuno: perciò hanno bisogno di me, “serafino preposto al coraggio” che deve esortarli a ignorare la delusione.
Mi capita, spesso, di calmare i picchi, tanto irascibili da abbandonarsi a voli isterici e rabbiosi, dopo un acuto sbagliato. Per sfogare il rammarico dell’errore, percuotono il becco addosso agli alberi, facendosi (io credo) un male diavolo!
Allora intervengo: abbraccio con la mano grande il loro corpicino scosso dai nervi, accarezzo piano la testolina invasata di furore e fischietto per loro qualche melodia celeste; così, lentamente, l’ira si placa. L’agitazione, tachicardia dei nervi, torna ad essere tranquillità.

(… continua a leggere ‘Serafino preposto al coraggio’)

Camminando con Davide Sapienza

Il nostro amico Davide Spaienza è tornato in libreria con un nuovo romanzo, “Camminando”, edito da Lubrina. Il libro, nello spirito di Davide, verrà presentato proprio con una serie di camminate, dove la passione per il racconto e le parole si unisce all’amore per l’ambiente, la natura e il paesaggio che ci circonda e fa parte di noi.

copertina CAMMINANDO (fronte)Sono in programma anche passeggiate urbane. Segnaliamo quella di Milano sabato 29 novembre, in partenza alle 16 dalla Libreria Linea D’Ombra. In questa occasione Davide sarà in compagnia della scrittrice Chicca Gagliardo, per una doppia presentazione letteraria, di “Cammimando” e del nuovo libro della Gagliardo, “Il poeta dell’aria” (Hacca Edizioni). L’artista e fotografo Roberto Masotti sarà il Virgilio del cammino milanese. Durante la passeggiata letteraria gli autori leggeranno alcuni brani dai loro libri, ma sarà soprattutto lo sguardo sulla città ad essere protagonista, lo sguardo sulla visione che si ha camminando. Dopo la passeggiata, alle 18 si terrà la presentazione dei due romanzi in libreria, con il pubblico raccolto intorno agli autori.

Comunicato stampa di Lubrina editore: Tra gli scrittori più in vista che legano il proprio raccontare al tema del camminare, Davide torna sul luogo che ha marchiato l’inizio della sua vicenda artistica: Rubha Hunish (Scozia, il cui nome appare in I Diari di Rubha Hunish, BaldiniCastoldiDalai, 2004). È la “scusa” che origina la narrativa di questo libro, dove viaggio è un cammino che si allarga in cerchi concentrici nella parte I di Camminando: Con Daimon a Rubha Hunish. Scritta proprio con lo stile inventato da Sapienza per I Diari. Si chiude così il ciclo che da I Diari di Rubha Hunish, La valle di Ognidove (2007), La strada era l’acqua (2010), La musica della neve (2011), Scrivere la natura (2012), è stato descritto nel docu della Tv Svizzera “La sapienza di Davide. Parole in cammino” e in tanti reportage, interviste, saggi e racconti nel decennio 2004/2014. Questa è l’attività che forma Camminare è un Canto Alto, la parte II di Camminando con otto scritti editi da Corriere della Sera, La Stampa, Zanichelli, il sito americano Words Without Borders, La Scienza Verde, ERSAF negli ultimi otto anni. (Quattro, mai apparsi in volume).

Davide Sapienza racconta la sua filosofia del camminare e come questa si sposa alle parole, sulle montagne intorno a casa sua

L’incontro a Milano è gratuito, ma i posti sono limitati, per prenotare:
LIBRERIA LINEA D’OMBRA
via San Calocero 29 (MM S.Agostino)
20123 Milano
tel. 028321175 fax 0287245865
info@librerialineadombra.it
www.librerialineadombra.it
LIM – Librerie Indipendenti Milano

Nick Drake 25 novembre 1974-2014

Gonna see the river man
Gonna tell him all I can
About the plan
For lilac time

Andrò a trovare l’uomo del fiume
gli dirò tutto quello che posso
sul progetto
per il tempo dei lillà

(Nick Drake – RivermanL’uomo del fiume)

(Riverman, dall’album del 1969 “Five Leaves Left”, video postumo)

Grazia e malinconia, uno stile personalissimo e virtuoso nel suonare la chitarra, la dolcezza del canto, le immagini vivide e i simboli dei suoi testi poetici fanno di Nick Drake un cantautore unico e inimitabile, che scende fino alle profondità di chi è disposto ad ascoltare e a farsi toccare dalla bellezza delle sue canzoni. Un artista di rara sensibilità, timido e schivo, letteralmente posseduto da un talento immenso che, come accade a molti grandi, finì con il consumarlo a causa dell’incomprensione dei suoi contemporanei. Nicke Drake scompariva per una overdose di antidepressivi, non si è mai saputo se accidentale o voluta, il 25 novembre del 1974, quaranta anni fa, a soli 26 anni. Il cantautore britannico, nato in Birmania nel 1948, rimaneva così per sempre giovane, con quel viso bellissimo, angelico e triste, lasciandoci tre album che hanno fatto la storia della musica e alcune canzoni sparse di un lavoro incompiuto, che sono diventati un vero e proprio oggetto di culto tra i suoi ammiratori. Nick Drake se ne andava in silenzio, nella sua stanza piena di musica e libri, abbandonando un mondo che non lo capiva e che solo a vent’anni dalla sua morte ne scoprì il genio.

Una nuova rubrica letteraria su Radio Monk: A la p’dossa

Cari amici di Librisenzacarta, siamo lieti di annunciarvi una nuova nascita editoriale che ci riguarda: gli amici della web radio senigalliese Radio Monk ci hanno voluto intervistare finendo per coinvolgerci nelle loro marachelle più o meno dialettali. E così è nata la nuova rubrica letteraria “A la p’dossa – Ozi letterari senigalliesi”, che sarà curata dai sottoscritti Andrea Bacianini e Antonio Maddamma. Il nostro obiettivo sarà quello di esplorare, un po’ a modo nostro e un po’ nell’ironico stile degli amici di Radio Monk, il mondo culturale e letterario marchigiano. Le puntate, impegni degli ospiti permettendo, avranno cadenza all’incirca quindicinale.
Potete ascoltare questa puntata “numero 0” in podcast sul canale Spreaker di Radio Monk o cliccando qui sotto grazie al lettore audio fornito dallo stesso canale.

In questa puntata abbiamo chiacchierato insieme all’amico Giuseppe D’Emilio con i padroni di casa Leonardo Barucca e Simone ‘Quilly’ Tranquilli dell’antologia di racconti MarcheNoir (Italic Pequod).

La nostra gestione è stata inaugurata ospitando il più importante scrittore marchigiano di fantascienza, vincitore del premio Urania nel 2009, Alberto Cola, da pochi giorni in libreria con un romanzo di genere noir intitolato La notte apparente (Curcio). Il sottotitolo che è scaturito dal dialogo in radio, potrebbe essere: le cicatrici vincono sempre.

“Daniel è un sicario di professione. Di quelli che non hanno avuto altra scelta se non seguire la seduzione della morte.
Poi arriva la chiamata che non si aspetta, quella che non è come le altre, quella capace di scoperchiare tombe e far sanguinare ricordi.
L’appuntamento è a Baita Sole, prima di Natale. Si prevede bufera. A chiedergli di venire è Rachele, l’unica che abbia davvero avuto un senso nella sua vita. L’unica che ha ancora un motivo serio per far ritrovare tutti gli amici persi da tempo, in una di quelle riunioni create giusto per raccontarsi menzogne.
Daniel scoprirà, col cadavere di Rachele tra le braccia, di avere solo una manciata di ore per chiedere il conto al passato. Perché il passato ha i denti, e i denti mordono.
E i morsi, Daniel lo sa bene, fanno male.”

Ed ecco la seconda puntata.

Alberto Cola è nato e vive a Tolentino. Dopo aver collezionato numerosi premi per i suoi racconti di fantascienza, tra i quali il trofeo RiLL e il Premio Italia, ha conquistato nel 2009 il prestigioso Premio Urania col romanzo Lazarus, edito l’anno seguente da Mondadori. Nel 2011 è uscita una raccolta di suoi racconti al titolo Mekong (Delos Books) introdotta dalla lusinghiera prefazione di Valerio Evangelisti.

 

I nòvi vinti (I nuovi vinti)

I nòvi vinti di Franzin, oltre Pasolini e Camon

Fabio Franzin (foto di Paolo Steffan)

La silloge inedita di Fabio Franzin apre con un omaggio a Ferdinando Camon e ad un suo libro in particolare, quel Liberare l’animale (1973), con il quale lo scrittore urbaniese vinse il Premio Viareggio di poesia. Franzin fa i conti con il presente, quello della terribile crisi economica dei nostri giorni, ma lo fa guardando anzitutto al quel passato di quarant’anni fa (“l’è passà sol dó jenerazhión / e par un rabaltón de epoche”) con la lucidità di chi in quel passato vede i segni della crisi economica attuale. Che è innanzitutto, diciamolo apertamente, la crisi del capitalismo occidentale, e quindi italiano. E si comprende da subito che quelle due generazioni sono le stesse che lo dividono da Pier Paolo Pasolini.
Franzin riprende così le fila di un discorso più ampio che ha in Pasolini una delle voci più limpide e Camon l’interlocutore privilegiato. “Privilegio d’anagrafe”, verrebbe da dire con Pasolini, e Frazin sa bene che la testimonianza di Camon è davvero figlia dei “primi atti della Dopostoria”: “i vinti de canpagna e miseria” sono proprio le prime vittime di quella crisi economica che lo scrittore urbaniese volle testimoniare, come pure fece il poeta di Casarsa nelle Lettere luterane e soprattutto in quella sua ultima raccolta dialettale che è La nuova gioventù (1975).
E lo fa proprio dove Pasolini lo aveva lasciato, da quella sezione Tetro entusiasmo (Poesie italo-friulane, 1973-1974) nella quale il poeta di Casarsa abbandona spesso la lingua materna per la lingua franca. Da qui parte Franzin, ma nuovamente con il dialetto, perché la sua posizione non è quella di un osservatore sradicato, ma quella di chi racconta “da dentro”, come ha scritto Massimiliano Damaggio su Fabrica e altre poesie. Il tema di fondo è lo stesso perché I nòvi vinti, ossia “i vinti de capi e capanón” patiscono la “stessa miseria / e senza pì tèra parché tradìdha” . Sotto “lo stesso missiòt de odio e pietà”.
Le due successive poesie, Conpleano e Nadhàl, dove ispirazione elegiaca e civile si accompagnano, sono figlie dello stesso sentimento, quello di impotenza di fronte a un “mondo de squai e de pòri s.ciavi”, quello della disoccupazione e della precarizzazione del lavoro giovanile, per il quale acquista nuovo e forte significato quell’invocazione “salvii dio, salvene tuti de sto mondo” di ascendenza noventiana.
Ecco allora corrispondere alla descrizione di questa miseria l’indignazione (Al discaunt), allo sfacelo di ogni umanità la preghiera di una terra ormai desolata e abitata soltanto dalla poesia (Yogurt). Sì, l’ultimo sentimento è quella nausea di tutto e della stessa vita; cascare “tel prà / del sòno” è un’illusione, ma è anche l’unico modo “pa’ scanparghe via aa realtà” (Come pa’ scanpàr).

Fabio Franzin – Wikipedia

I nòvi vinti (I nuovi vinti) si possono scaricare liberamente in formato PDF.

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Presentazione del libro “Tremaggio” sull’alluvione a Senigallia

TremaggioInvitiamo tutti alla presentazione del libro Tremaggio a Senigallia, presso l’Auditorium San Rocco, domani sabato 8 novembre alle ore 18. A circa sei mesi di distanza dall’alluvione del 3 maggio 2014 a Senigallia la casa editrice Ventura edizioni pubblica un’antologia di racconti curata dal nostro Antonio Maddamma contenente, tra gli altri, un racconto di Andrea Bacianini. Impreziosiscono il volume uno scritto di Massimo Cirri e le foto di Mirko Silvestrini.

Una parte del ricavato sarà devoluto in beneficenza.

Questo il comunicato-stampa.

Che cosa è successo davvero la mattina del 3 maggio a Senigallia, una data che ha sconvolto la città e ne ha cambiato per sempre la sua storia?
Da dove veniva quel fango, che cosa ha coperto e portato via? E i volti dei tanti giovani che si sono prestati subito per dare una mano, perché “non possiamo non essere lì”?

Questo libro prova a raccontare quella tragedia con gli strumenti della narrativa, il modo migliore per affrontare questa cosa complessa che chiamiamo realtà.

Sabato 8 novembre alle ore 18, a Senigallia, presso l’Auditorium San Rocco, alla presenza degli autori e delle autorità cittadine, sarà presentato il libro Tremaggio.

Il libro contiene gli scritti di Andrea Bacianini, Leonardo Badioli, Enrico Carli, Catherine Cipolat, Pelagio D’Afro, Paolo Mirti, Mariangela Paradisi, Luca Rachetta e Andrea Valenti.

Domenica 9 novembre alle ore 11 il libro sarà inoltre presentato alla “Festa del Misa”, organizzata dall’associazione “Confluenze”.

Tremaggio è un’antologia curata da Antonio Maddamma, con un testo di Massimo Cirri.