Nei giorni 16, 17 e 18 maggio, alle ore 21,15, al Centro Sociale Saline di Senigallia si terrà la quarta edizione della rassegna Scripta Volant che in questa occasione avrà come tema il Viaggio. Verranno presentati e discussi alcuni libri che hanno a che fare, ciascuno a suo modo, con il tema del viaggio. Viaggio originato dai motivi più vari e raccontato in tutte le sue accezioni e sfumature: interiori ed esteriori, spirituali ed emotive.
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Un cimitero “ballerino”
Pubblicato da il 1 Maggio 2007 in libri (senza carta) e tesi di laurea. 2 Commenti .“Come è possibile che per decidere dove costruire il cimitero ci sia voluto cosi tanto?“. E’ la prima domanda che si è posta Laura Casavecchia nello scrivere la sua tesi di laurea dal titolo “Un cimitero “ballerino”. Senigallia, i Mastai e la questione del camposanto nel XIX secolo“, che LibriSenzaCarta pubblica per la prima volta online.
Senigalliese, laureatasi un anno fa in Conservazione dei beni culturali presso l’Università di Bologna (relatore Prof. Roberto Balzani), Laura racconta la non facile costruzione del “camposanto” di Senigallia seguendo le minute dei consigli comunali dell’epoca. Ne scaturisce il racconto dell’edificazione della “città dei morti” ma anche il ritratto di due illustri famiglie protagoniste della vita senigalliese dell’epoca: gli Ercolani e i Mastai Ferretti.
Il lavoro di Laura è liberamente scaricabile a questo indirizzo.
E-Book PDF: Open in New Window | Download
A Senigallia si riparla di ebook e di editoria elettronica (ma non solo). Domani, mercoledì 18 aprile alle ore 18 presso l’Istituto Alberghiero “Panzini” di Senigallia, all’insegna del “connubio tra letteratura e vino”, si discuterà di libri di “carta”, di libri elettronici e biblioteche virtuali con Giuseppe D’Emilio, redattore di Vibrisselibri, “casa editrice e agenzia letteraria” sbarcata sul web lo scorso anno (ne abbiamo parlato anche noi) e con Fabrizio Marcantoni, libraio, già ospite del nostro ScriptaVolant di novembre.
A giudicare dai precedenti, forse se ne sentiremo delle belle. Ci resta un ultimo desiderio: che Antonio, oppure un suo agente, porti un iLiad, giusto per non festeggiare il battesino senza il bambino!
Pere saperne di più: la presentazione del convegno “Parole, Bit e Gocce” su 60019.it
Una senigalliese “divinaâ€, ma troppo pagata
Pubblicato da il 13 Aprile 2007 in storie e storie da senigallia. Commenti? .Angelica Catalani al centro delle “Rivolte per il Teatroâ€
Le rappresentazioni teatrali nelle loro varie forme sono state per tutto il ’700, ’800 ed inizi del ’900 quello che successivamente avrebbero chiamato “spettacoli di massaâ€, intrattenimenti cioè per il grande pubblico. Il ruolo del teatro musicale nell’acculturamento collettivo è documentato dai racconti che da bambini sentivamo dai nostri nonni che, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza, accorrevano in massa agli spettacoli lirici portati anche nella nostra città dal “Carro di Tespiâ€, essendo il nostro teatro La Fenice un rudere.
Tespi, considerato l’inventore della tragedia greca, nel VI secolo a. C. con una compagnia di girovaghi si trasferiva da un centro all’altro dell’Attica su un carro, che poi veniva usato come palcoscenico. I “Carri di Tespi†furono istituiti in Italia negli anni 1930 dal Ministero della Cultura Popolare per portare in tournée nei centri minori spettacoli teatrali di qualità e a prezzi accessibili a tutti. L’iniziativa si estese anche al melodramma con frequentatissimi spettacoli di tutto rispetto. E come è vero che tanti popolani toscani conoscevano a memoria lunghi brani della Divina Commedia, è esperienza di molti di noi che i nostri nonni erano in grado di canticchiare tante arie del repertorio lirico.
È facilmente comprensibile come il teatro, sia come attività sia come edificio, fosse divenuto un bene percepito come appartenente alla comunità soprattutto nell’800, quando non era più limitato alla frequentazione di una élite culturale e sociale, ma era divenuto sede di intrattenimento anche per le classi della media e piccola borghesia.
Il teatro come luogo della comunità diventa anche crogiuolo delle varie pulsioni che attraversano la società , come dimostra quanto capitato anche a una grande diva, l’osannata Angelica Catalani. (… continua a leggere ‘Una senigalliese “divinaâ€, ma troppo pagata’)
La poesia di Leo Ferré, come tutta la “vera†poesia, ha questo dono, il dono della “bellezza†nel suo più alto significato. Ne sono esempi lampanti versi come questi tratti da “Les étrangersâ€:
Hai gli occhi del mare e il muso di una barca
I marinai è strano anche a terra sono in acqua
Tua madre ti ha cucito su una faccia da cane
Due brillanti che metti quando imbarchi il destino…
Versi che sono sublimi al di là dell’interpretazione che ad essi si potrebbe dare, versi che valgono da soli un’intera poesia, versi che infine, riportati nel loro contesto originale (cioè nella struttura della poesia che li contiene), acquistano ancora maggior valore, poiché allora ci sarà possibile anche interpretarli correttamente… e non solo il cuore, ma anche la ragione potrà godere finalmente della loro bellezza. (… continua a leggere ‘La poetica di Leo Ferré /4’)
Leo Ferré non era solamente un talento, ma era un genio, come un genio era colui che della differenza tra talento e genio ha dato la più folgorante e inconfutabile delle definizioni: “il talento fa quello che vuole, il genio fa quello che può†(Carmelo Bene).
Sì, il genio fa quello che può, fa quello per cui è nato, ha ricevuto in dono la genialità e ne fa uso, la espone, la mette al servizio degli altri… e dalla sua divina solitudine (“io vengo da un altro mondo da un altro quartiere da un’altra solitudineâ€); ci indica la strada da seguire, ci costringe a guardarci dentro, a smascherar le nostre e le altrui ipocrisie, a scavar nel fondo più nero della nostra coscienza, a spalancare gli occhi e la mente sul mondo, sui suoi orrori, sulle sue assurdità , sui suoi meccanismi più occulti… ed ecco che il genio allora fa paura. (… continua a leggere ‘La poetica di Leo Ferré /3’)




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