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Fornaciari giù

Prefazione de La congiura Fornaciari (capitolo 18, segue dal capitolo 17)

Invece arriva e non trova più niente. Altro che odore di casa, non trova più nemmeno i mobili, il letto, le coperte, portato via tutto, messo tutto all’asta e svenduto per una miseria; le cose che teneva in deposito al Monte anche quelle svendute a beneficio della locatrice, del procuratore, del suo stesso avvocato; creditori veri e falsi dappertutto; e all’incontrario con una scusa o l’altra i soldi che aveva lui prestato non gli vengono restituiti, nemmeno da un amico, nemmeno dal fratello. Non trova neanche la donna – il libro suggerisce “la moglie”: non sta certo a me fornire simili precisazioni, ma fossero anche due le donne che aspettavano, Francesco non trova né l’una né l’altra: scomparsa la moglie legittima e l’amante addirittura in galera per condotta scostumata.

E poi si meravigliano casino online che uno va fuori di testa, che gira come un matto per la strada, che minaccia di ammazzare questo e quello. Non dico che avesse ragione, ma certo ne aveva motivo. Avrà pure avuto il ragazzo i suoi torti e un carattere da tenere a freno, ma quegli altri ve li raccomando, i “maggiori estimati”, i nuovi affaristi, immacolati agnelli, tutta gente per bene che ti scava la fossa quando non ci sei e a tu per tu non ha nemmeno una briciola del tuo coraggio. Scusate se dico così ma non lo posso evitare; perché qua le pecore sbranano i lupi, educate, formali, cattive, mentre l’altro che sbraita, che urla e minaccia, umiliato, ridotto alla fame, è lui che figura malvagio e che braccano per arrestarlo. Che poi il ricercato trovi scampo in un luogo consacrato significa poco rispetto all’ingiustizia e assolutamente niente davanti all’orgoglio ferito.

Nuovamente rinchiuso, gli pare di aver fatto come quelli che scivolano ai piedi dell’albero della cuccagna dopo avere più volte tentato di scalarlo; e a chi si è dato da fare per tirarlo giù gli piacerebbe far vedere com’è facile toccare la cima dell’albero segandolo alla base. Si ricorda bene che quando girava con le armi addosso la gente gli portava più rispetto: se no altro lo temeva: quante volte s’era immaginato di mandare per aria panni e cenci di quel mondo bigotto! E come lo stavano a sentire i suoi amici, con quanta ammirazione quando lui mostrava fattibile la cosa! Tastandosi addosso, Fornaciari si sente tornare quella fantasia rabbiosa e una forza sufficiente per metterla a frutto.

(Prefazione a La congiura Fornaciari, capitolo 18, segue dal capitolo 17)

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