La mia mente espelle versi,
non ragiona
Venerdì 13 marzo, alle 21, presso la sede de L’Orecchio di Van Gogh a Falconara Marittima – AN – in via Leopardi 21/b, verrà presentato il libro di poesie di Gianluca D’Annibali “Sulla riva del foglio” (edizioni L’Orecchio di Van Gogh – Collana: minimapoetica).
Gianluca D’Annibali, poeta prolifico fin dalla giovane età , ha partecipato nell’anno 2007/2008 al laboratorio di poesia “Giovani Poeti Leggono… Carlo Antognini”, di Chiaravalle (AN), ed è stato finalista in importanti concorsi di poesia sia in italiano che in dialetto.
“Sulla riva del foglio”, prefazione di Massimo Fabrizi:
Questa raccolta di Gianluca D’Annibali, intitolata Sulla riva del foglio, si apre con un testo emblematico i cui postulati informano buona parte dei componimenti contenuti nel volume. “Non è chiamar le cose…” appare infatti quale sorta di dichiarazione poetica che sorregge, attraverso i suoi assunti, l’impalcatura strutturale della plaquette. È uno sguardo lucido e penetrante quello che il poeta getta sulla realtà circostante nella quale gli oggetti “palpitano” e bramano di essere trasformati nella loro stessa essenza, mutati dalla forza creatrice e generatrice del linguaggio. Ma il mondo, nel suo essere fenomenico, non cambia; l’essenza materica delle cose, sulle quali si proietta lo sguardo dell’io, rimane identica a se stessa. Non è scopo del poeta la trasfigurazione del reale, semmai la ricerca, che si sostanzia nel bisogno di cogliere, nel particolare, il legame con il tutto (“allor potrò descriver ciò che voglio / e in fondo parlar sempre / dello stesso soggetto“).
L’esperienza, che si compie lungo il viaggio esistenziale, lega in un rapporto inscindibile vita e poesia. Il luogo su cui s’anima l’endiadi è lo spazio bianco della pagina, sorta di doppio dello spazio esistenziale. E dalla riva, da questo fermarsi ad osservare a margine del foglio-vita, scaturisce il processo gnoseologico che passa attraverso i sensi, ed in particolare quello visivo, che costituisce spesso l’avvio al moto del pensiero. Metafora di un inquieto movimento esistenziale, il mare, e con esso l’intero orizzonte equoreo, ha un ruolo importante all’interno dell’immaginario poetico di D’Annibali. Talvolta referente dialogico (“Di nuovo ti do le mie spalle / per farne tuo specchio, oh mare, / ma dimmi, dimmi soltanto / da che pensieri vengon le tue rughe“, “…è dandogli le spalle che ho conosciuto il mare…”), tal’altra elemento personificato (“Il mare punta a largo i talloni sugli scogli / e spinge con costante forza a riva; // come un uomo passa secoli a imprecare“, “Al mio amore…”) o dato ambientale, non diviene mai sfondo puramente decorativo, bensì si fa attante nel meccanismo della scrittura. La poesia di D’Annibali scende nei gangli vitali del quotidiano, nominando e sfiorando le cose, ma mostra scopertamente anche l’essenza noumenica del pensiero, della riflessione sulle questioni fondanti dell’esistenza. Il suo canto si dispiega attraverso un respiro interiore dal timbro ritmico variabile, concordemente alla materia trattata, addensandosi di senso nei suoi passaggi più elevati o tendendo al gioco melodico-combinatorio in quelli più leggeri.
“… è dandogli le spalle che ho conosciuto il mare…”
… è dandogli le spalle che ho conosciuto il mare,
sentendo e assaporando sulla schiena
le bestemmie dei pesci e di ogni
azzurra creatura;
…ed è non guardandolo in viso
che ho soverchiato l’amore
per poi sottomettermi all’ansia
di non rivederlo tornare…
Di nuovo ti do le mie spalle
per farne tuo specchio, oh mare,
ma dimmi, dimmi soltanto
da che pensieri vengon le tue rughe,
quali quesiti vengono a portare
(quali stanchezze) nei detriti, nei pesci
morti di vecchiaia sulla riva…
Tu sai che il peggior vizio
si chiama “prima volta”
e vizio alle tue onde non concedi:
soltanto un perpetuo cadere
sull’orlo d’un sognato trabocco…
Dandoti le spalle, mare, ti respiro,
chiudendo nei miei occhi il tuo rumore,
fissando le case oltre la spiaggia…
e come l’anziano signore
sospende in cortile il lavoro,
toglie dal capo il berretto
al passaggio del feretro in strada,
così, d’improvviso,
sospendo la mia vita,
mi denudo, mi volto, ti guardo,
e or che ti conosco,
come in una morte vicina e non sentita
mi tuffo riverente nella tua azzurra apparenza.
“La mia mente… “
La mia mente non va provocata
come terra percossa, scavata,
la mia mente va incisa, tagliata:
da essa come sangue
vedrai sgorgar parole.
La mia mente è una ferita e va ferita,
è l’idea di un’invenzione e va inventata:
sa che l’invenzione di ogni gesto
lo abita e gli dona
contemporaneità .
La mia mente espelle versi,
non ragiona;
non mostra ai miei sensi i suoi occhi…
…quegli occhi infedeli, inchiodati
sull’inferno che pèrora la causa
delle gocce di sangue sull’asfalto,
quando il cielo si china verso il basso
per cogliere intatto il profumo
(se ancora ne resta)
del peccato originale.
– ©L’Orecchio di Van Gogh. Tutti i diritti riservati –
Cenni biografici:
Gianluca D’Annibali ha 27 anni, è nato a Fermo e risiede a Porto Sant’Elpidio (AP).
Dopo il diploma di maturità , ha frequentato la facoltà di Lettere Moderne all’Università degli Studi di Macerata.
Abbandonati gli studi ufficiali, continua da autodidatta a coltivare la sua passione per la Letteratura e la Poesia.
Nel 2007 ha pubblicato la silloge “IL PASSO LENTO DELL’ACQUA” contenuta nell’antologia “Giovani Poeti Leggono… Carlo Antognini” edita dalla Pequod.
Oltre a scrivere poesie in lingua italiana, scrive anche poesie in dialetto Elpidiense.
Poesie in dialetto:
– Premio Varano 2006
Secondo classificato per la provincia di Ascoli Piceno con la poesia “A ‘na poetessa“.
– Premio Varano 2008
Segnalato con Menzione Speciale con la poesia “Lu Pescatò“.
– La pagina MySpace di Gianluca D’Annibali
– Acquista “Sulla riva del foglio”su IBS
Quei pochi
densi versi che ho letto
mi hanno riportato
forse con ragione
al tempo in cui soprii
Dino Campana
E’ poesia sudata
da grandi
faticata
e dalla mente scappata
Mi riprometto leggere
e scoprire D’Annibali
che nonostante la giovane etÃ
sente e si esprime
da consumato
esistente.
Frattanto posso solo ringraziarvi
per la segnalazione.
dario.
Grazie a te Dario.
Ci hai preso in pieno!
Gianluca ha sempre amato molto Dino Campana.
Una presentazione molto intensa quella di ieri sera.
Valeria
segnala per favore anche la musica che piace a me
Cerca di partire dal 1400 ed arrivare all’odierna
per la musica da camera
il barocco
insomma quella delle lezioni del terzo anello se ti serve una mano dimmelo
io ci sono
Ciao e complimenti sempre
Vai piano in macchina Valeria
dario.