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Con gli occhi di Yuri

Il 12 aprile 2011 ricorre il cinquantesimo anniversario del viaggio in orbita intorno alla Terra di Yuri Gagarin, il primo uomo nello spazio. Per celebrare questo straordinario evento della storia dell’umanità, la casa di produzione cinematografica Attic Room, in collaborazione con l’ESA (l’Agenzia Spaziale Europea), ha realizzato “First Orbit”, un documentario che propone le immagini della Terra così come le vide Yuri Gagarin nel suo viaggio nello spazio.

Il trailer di First Orbit

Era il 12 aprile del 1961. Alle 9.07, ora di Mosca, la navicella russa Vostok 1 partiva dal cosmodromo di Baikonur, a circa 200 km a est del lago d’Aral. A bordo c’era Jurij Alekseevič Gagarin, pillota dell’aeronautica russa e primo astronauta nello spazio. Il volo durò un’ora e 48 minuti, il tempo di un giro intorno alla Terra. Gagarin attraversò la parte buia del nostro Pianeta, sopra l’Oceano Pacifico, dove al suo passaggio era ancora notte, per incontrare nuovamente la luce del Sole nel Sud dell’Atlantico, sopra l’Argentina, attraversare l’Africa e il Medio Oriente, e poi tornare sulla Terra alle 10:55 (sempre ora di Mosca), atterrando in paracadute su un villaggio a 26 km a sudovest della città di Engels.

Di quel memorabile viaggio nello spazio non sono rimaste tuttavia immagini degne di nota. Non esistono, infatti, filmati del volo di Gagarin che possano restituirci fedelmente quello che l’astronauta vide con i suoi occhi. L’unico documento è rappresentato da qualche immagine in bianco e nero della Terra dall’oblò del Vostok 1.

Da qui l’idea del film, per permettere al pubblico di tutto il mondo di vedere la Terra con gli occhi di Yuri Gagarin nello storico volo di cinquanta anni fa. L’impresa, di non facilissima realizzazione, è stata realizzata dalla Attic Room e dal regista Christopher Riley con l’apporto fondamentale dell’ESA e dell’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale (Missioni 26 e 27).

Poiché La Stazione Spaziale Internazionale viaggia sull’orbita russa, è stato possibile ripercorre il percorso di Gagarin a bordo del Vostok 1 e filmare così, in alta definizione, le immagini della Terra dalla nuova cupola panoramica installata sulla Stazione Spaziale. Autore delle spettacolari riprese è stato l’astronauta italiano Paolo Nespoli (così come italiana è la cupola panoramica). Le immagini sono state poi montate con le registrazioni originali della voce di Yuri Gagarin, sottotitolate in inglese, con la sua esclamazione di stupore sulla bellezza della Terra vista dallo spazio. L’emozionante e spettacolare visione del filmato è arricchita dalla colonna sonora composta per l’occasione dal musicista inglese Philip Sheppard

Così è nato “First Orbit”, eccezionale documento che si potrà vedere gratuitamente su YouTube o nelle città che hanno aderito alla Yuri’s Night, evento che si terrà il 12 aprile, con centinaia di appuntamenti in tutto il mondo nei quali si potrà assistere alla proiezione del film (per un elenco delle città italiane che hanno aderito all’iniziativa vai a questa pagina).

Su YouTube, invece, il film si potrà vedere in tutto il mondo in streaming martedì 12 aprile a partire dalla stessa ora in cui Yuri Gagarin decollò a bordo della Vostok 1 dal cosmodromo di Baikonur, le 9:07 ora di Mosca, dunque le 8:07 in Italia.

Il canale YouTube di “First Orbit”: www.youtube.com/user/firstorbit

Per maggiori info: www.firstorbit.org

Sospetti e sospiri

Domenica 10 aprile, alle 17, 30, all’Auditorium San Rocco di Senigallia, il Circolo Culturale “La Gioconda” di Ostra presenterà Sospetti e sospiri (ed. Simple, 2011), romanzo di Andrea Mertzlufft Filipponi, ambientato nell’Ottocento marchigiano tra Montalboddo, San Marcello, Corinaldo e Senigallia.

Il romanzo di Andrea Mertzlufft Filipponi nasce da una trama di interessi ricca di motivi e spunti sensibili alla narrazione. Vi si ritrovano infatti: l’attaccamento alle Marche e ai suoi borghi, così ricchi di storia e di arte; la centralità vitale dell’amore, inafferrabile chimera; il fascino del teatro nel romanzo. Così, non appare occasionale la scelta dei “luoghi”: palazzi e giardini gentilizi o botteghe, piazze, vicoli dei paesi marchigiani familiari all’Autrice. Né è casuale che le vicende si svolgano in quel tardo Ottocento che prelude alla fine di alti ideali e forti passioni. E l’amore, attorno a cui si muove quel “piccolo mondo antico”, quella esigua comunità di aristocratici e ricchi, separati dalla miseria di tutti gli altri, è in realtà un ordito leggero, che non regge i nodi delle vicende né l’intreccio dei sentimenti.

Fano, lettura concerto con Umberto Fiori

Proseguono le iniziative nell’ambito del progetto “Sonavan le quiete stanze”- Musica e Poesia

sabato 9 aprile 2011, ore 17.30

Sala Verdi – Teatro della Fortuna

 Lettura concerto

Umberto Fiori poeta – voce recitante

con accompagnamento alla chitarra

ingresso libero

Umberto Fiori è nato a Sarzana nel 1949. Vive a Milano. Negli anni ’70 ha fatto parte, come cantante e autore di canzoni, degli Stormy Six, uno dei gruppi storici casino online del rock italiano. In seguito ha collaborato con il compositore Luca Francesconi (per il quale ha scritto due libretti d’opera, Scene e Ballata, e numerosi altri testi), con il fotografo Giovanni Chiaramonte e con i videoartisti di Studio Azzurro. È autore di saggi e interventi critici sulla musica (Scrivere con la voce. Canzone, rock e poesia, Unicopli, 2003), sulla letteratura (La poesia è un fischio, Marcos y Marcos, 2007), sulla scuola (Tutto bene professore?, Dalai Editore, 2003) e di un romanzo breve (La vera storia di Boy Bantàm, 2007). Il suo primo libro di poesia, Case, è uscito nel 1986 per San Marco dei Giustiniani. Sono seguiti, per Marcos y Marcos, Esempi (1992), Chiarimenti (1995), Parlare al muro (con immagini del pittore Marco Petrus, 1996), Tutti (1998) e La bella vista (2002). Nel 2009 è uscito Voi (Mondadori) e, insieme a Luciano Margorani, Sotto gli occhi di tutti. Con Cd audio (Nota).

Info:

Ufficio Cultura del Comune di Fano tel. 0721/887412

http://cultura.comune.fano.ps.it


The frozen boy

Un romanzo di toccante tenerezza. Ecco quello che Guido Sgardoli è riuscito a regalarci.  Uscito nelle librerie lo scorso 20 marzo e presentato all’ultima Fiera del libro per ragazzi di Bologna, The frozen boy (Edizioni San Paolo, 2011) è un romanzo che ti prende alla gola fin dall’inizio, ti spinge ad andare avanti e ti lascia accettare, forse, di inghiottire amaro nel finale. Come la vita. Come alcune vite. Come quella del dottor Robert Warren, un uomo distrutto dalla vita: ha sulla coscienza le bombe su Hiroshima e Nagasaki, un figlio morto nel Pacifico, una moglie che ha trascurato, preso dal suo lavoro di ricercatore, e che alla fine lo ha lasciato. Bianco. L’uomo è sull’orlo di un precipizio, fra i ghiacci della Groenlandia, nella fredda primavera del 1946, e vorrebbe davvero farla finita. Poi accade l’incredibile. Da una lastra di ghiaccio si riflette un bagliore, c’è il corpo di un ragazzo all’interno di quella lastra, un ragazzo vestito in modo strano, con un sassolino bianco e nero tra le dita: il corpo viene incredibilmente rianimato, ma inizia ad invecchiare rapidamente. È uno strano caso e l’intento di Bob Warren è quello di strapparlo nelle mani dei agenti del governo americano, che lo tratteranno come un cavia da laboratorio. Blu. Per lui è solo un ragazzo, che porterà al sicuro in un angolo remoto degli Stati Uniti, a Whale Cove, dove un tempo trascorreva le estati al mare con sua moglie e col figlio Jack. Così simile eppure così diverso a questo strano ragazzo che dice di chiamarsi Jim e parla in una lingua strana che Bob con l’aiuto di Beth, amica di sua moglie, scoprirà essere il gaelico. Verde. Da qui un viaggio col ragazzo in Irlanda, verso Tulach Na Criose e lo spettro della Portland, una nave diretta verso gli Stati Uniti cento anni prima ed affondata durante un tempesta. La verità, poi, chiara e dolorosa, come alla fine di un dolcissimo sogno.

È uno strano caso questo di Jim McPhee, simile per certi versi a quello del Benjamin Button di Francis Scott Fitzegerald, ma il ragazzo dovrà qui fare i conti con un corpo che andrà in continuo decadimento. E con lui c’è un adulto, Bob, che nel tentare vanamente di arginarne il decadimento fisico  riuscirà comunque a costruirsi una rinascita esistenziale.  L’autore del romanzo, Guido Sgardoli, dice di dover qualcosa William Faulkner quanto all’idea della storia: al grande scrittore americano, aggiungiamo noi, deve anche lo stile,  ricco e complesso, pieno di pathos, animato dallo stream of consciousness e dall’intreccio fra voci narranti e salti temporali.  Perfetto qui, dove non sono solamente due piani narrativi a confrontarsi, ma due mondi, quello dei ricordi dell’infanzia dura e felice di Jim e quello della quotidianità dura e infelice degli adulti.

Fatti e misfatti n.23: La magia dell'acqua

L’undici dicembre 1578 un certo Ippolito da Ferrara, uomo residente in contrada Santa Chiara a Pesaro, si presenta al vicario dell’inquisitore per sporgere denuncia: una vicina, donna Lena, gli ha riferito che in casa di Santa de’ Bernacchi si tengono pratiche magiche. Donna Lena può dirlo perché era passata diciamo per caso da Santa e vi aveva trovato una specie di altare improvvisato e, sotto l’altare, tre ragazze ciascuna con una candela in mano, e una donna incinta; in mezzo a loro, appoggiato su un banchetto, un’inghistara, ossia una brocca piena d’acqua; e con loro le organizzatrici del rito: donna Sensa e Bernardina Spadona. E Vivere in un mondo con dei maialini che fanno la bella vita? Sembra strano ma e proprio quello che offre la slot machine Piggy Riches. mentre le tre ragazze recitavano la formula: “Angelo bianco angelo nero mostrami chi ha tolto quelli denari”, all’interno della brocca era comparso un diavolo che indicava il responsabile del furto che era il motivo per cui si faceva l’incantesimo.

Ospite della puntata Claudia Ansevini.

Approfondimenti:

Dal Catalogo di LibriSenzaCarta:

Claudia Ansevini, “Un processo per superstizione a Pesaro nel 1579”, 2005 (tesi di laurea) [formato PDF, 82 pagine, 545 KB].

Dal blog:

Prefazione alla tesi di laurea di Claudia Ansevini, a cura di Leonardo Badioli.

Presentazione, svolta nell’ambito della rassegna ScriptaVolant “libri senza carta”, della tesi di laurea di Claudia Ansevini.

Letture dantesche a Monsano (6-13-20 aprile 2011)

Il piccolo paese di Monsano (AN) prosegue con i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità nazionale. E lo fa grazie all’Associazione MonsanoCult, dedicando alla nostra Italia le Letture Dantesche a cura del Professor Alfio Albani, ormai giunte all’ottava edizione. Il titolo riprende uno dei più celebri versi dell’intera Commedia: nave sanza nocchiere in gran tempesta, dedicati all’Italia, e oggi più che mai di severo attuile monito. Molto prima di Mazzini, Garibaldi e Cavour, a cui va sempre riconosciuto merito ed onori, la nostra nazione fu unita sotto la poesia del Sommo Alighieri: la sua opera principale, la Divina Commedia , in cui tenne battesimo l’utilizzo letterario della lingua volgare fiorentina, è il maggior poema della letteratura italiana ed è considerata uno dei capolavori della letteratura mondiale. Fu lui a dare dignità al terreno primario e comune di una nazione, la lingua. Quella che da lì in poi, insieme alla poesia, ci avrebbe unito ben prima del Risorgimento, che trasse tra l’altro ispirazione proprio dal grande Letterato. Il ciclo si svolgerà all’interno delle Chiese di Monsano, in un piccolo tour alla scoperta di questi luoghi suggestivi e ricchi di storia. Appuntamento a Santa Maria Fuor di Monsano, mercoledì 6 aprile; nella Chiesa del SS. Sacramento, nel centro storico, mercoledì 13; conclusione nella Chiesa di San Pietro Apostolo, all’interno delle mura urbane, mercoledì 20. Inizio alle ore 21.30, è gradita la massima puntualità. Ingresso libero. «La formula rimane quella delle scorse edizioni, alla lettura del canto segue il commento e di seguito una ri-lettura integrale o dei passi più salienti – spiega Mauro Rocchegiani, il direttore artistico di Monsano Cult, – il tutto in meno di un’ora, breve, ma davvero intensa e coinvolgente, lontana da letture più o meno “gridate” o “spettacolarizzate”: si tratta piuttosto una esperienza “da camera”, un rito intimo e semplice in un luogo sospeso. I luoghi religiosi che abbiamo scelto, ben si sposano con le atmosfere e con le tematiche affrontate».  Il presidente di MonsanoCult e ideatore dell’evento, Maurizio Possedoni,  invita il pubblico ad intervenire. L’evento è voluto e promosso dall’Amministrazione comunale di Monsano, e possibile grazie alla collaborazione delle Parrocchie di Monsano e Santa Maria.

Per informazioni: www.monsanocult.eu, info@monsanocult.eu