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Incontro con Dacia Maraini

Doppio appuntamento con Dacia Maraini a Senigallia sabato e domenica prossimi.

Sabato 3 dicembre alle ore 17.00 alla Sala del Trono di Palazzo del Duca, la scrittrice presenterà il suo ultimo libro “La grande festa” (Rizzoli), nell’ambito della rassegna organizzata dalla Biblioteca Comunale Antonelliana, Sognalibro. All’incontro, coordinato da Mauro Pierfederici, interverranno oltre all’autrice, Vittorio Mencucci docente di filosofia, Stefano Schiavoni Assessore alla Cultura.

Il secondo appuntamento sarà invece per domenica 4 dicembre, alle ore 15:30 al Teatro Gabbiano dove il Teatro Manet presenterà “Viva l’Italia” un lavoro teatrale di Dacia Maraini per la regia di Antonio Lovascio.

La grande festa
Da anni Dacia Maraini lavora a un libro che rifletta sul senso dell’uomo e sul suo passaggio nel mondo. Un libro in cui il passato si intrecci al presente. Un libro che accolga le persone care che hanno segnato la sua vita con l’amore dato e ricevuto, e oggi continuano a vivere nel “giardino dei pensieri lontani”: la sorella Yuki, il padre Fosco, il grande amore Alberto Moravia, il carissimo amico Pier Paolo Pasolini, l’ultimo compagno Giuseppe Moretti, rapito troppo giovane da una malattia crudele. Un libro intenso e appassionato che mescola affetti privati e pubblici, in cui la memoria diventa l’occasione per comprendere quanto siano unici e speciali i doni che ci vengono fatti dalle persone che amiamo. Perché chi non c’è più ha sempre qualcosa da dirci.

Viva l’Italia
Lo spettacolo, da un testo di Dacia Maraini, è basato sul tema dell’unità d’Italia. Andato in scena per la prima volta nel 1973 con la regia di Bruno Cirino, a distanza di quasi quarant’anni il Teatro Manet ha colto l’occasione dei centocinquant’anni dell’unità d’Italia per dare alla luce una nuova versione.

I 150 anni del Liceo Classico Perticari

Un ampio calendario di appuntamenti culturali è offerto dal Liceo Classico G. Perticari di Senigallia per i suoi 150 anni (1861-2011).  Preceduto e accompagnato dalle rassegne letterarie Té letterario e Autorevoli, che avranno prestigiosi relatori quali Marco Lodoli, Niccolò Ammaniti, Alessandro Fo, Gianni D’Elia e Milo De Angelis, il via ufficiale alle celebrazioni, imperniate sulla storia del liceo e sulla formazione della coscienza nazionale italiana – Storia e Storie, sarà dato domani venerdì 2 dicembre dal Preside Alfio Albani, alla presenza  del Sindaco Maurizio Mangialardi, con le relazioni degli storici dott. Donato Mori e prof. Giuliano Bonvini. Seguirà la ricollocazione del busto di Giulio Perticari dello scultore senigalliese Enrico Mazzolani e la consegna delle borse di studio della famiglia Bucci. Il programma ufficiale delle celebrazioni è qui disponibile.

Vecchi libri: “Il Monte Rosa è sceso a Milano” di Secchia e Moscatelli

Vecchi libri: Il Monte Rosa è sceso a Milano di Secchia e Moscatelli

di Giacomo Verri

Il 31 ottobre scorso ricorreva un anniversario importante per la mia valle. Trent’anni or sono moriva Cino Moscatelli, celebre comandante partigiano delle brigate Garibaldi della Valsesia. Nato nel 1908 a Novara, si oppose fin da giovanissimo alle organizzazioni fasciste: già nel 1925 era iscritto alla gioventù comunista, assumendo una posizione politica che lo costrinse all’espatrio a Basilea, prima, e poi a Berlino, Mosca, Parigi. Sotto falso nome (con passaporto svizzero intestato a un kafkiano Franz Kraft) tornò in Italia nel 1930, agì in Emilia-Romagna, fu arrestato, nello stesso anno, a Bologna, mentre si dava da fare, come sempre, per organizzare alcune manifestazioni in occasione dell’anniversario della rivoluzione bolscevica; fu deferito al Tribunale Speciale, conobbe diverse galere, a Volterra, Civitavecchia, Alessandria. Nel 1937 fu di nuovo arrestato a Serravalle Sesia e tradotto a Vercelli. Poi tornò a Borgosesia e lì, dopo l’8 settembre, fece la Resistenza. Fu la Resistenza della mia valle. Divenuto uomo politico, ricoprì per alcuni mesi, dal maggio ’45 al marzo ’46, la carica di sindaco di Novara, venne eletto deputato alla Costituente e, durante il terzo governo di De Gasperi, ebbe il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri per l’assistenza ai reduci e ai partigiani. Fu poi al Senato. Tenne a battesimo federazioni politiche, associazioni, istituti, fra cui quello che porta il suo nome, l’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea nelle province di Vercelli e di Biella.

Al suo funerale il paese era messo in pavesi rossi, tutti gremiti nella piazza; Sandro Pertini seguiva il capo che se ne andava, con orgoglio, con occhi piccolini nella montatura nera e spessa.

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L’esperienza umana di Giacomo Leopardi

“Mi sono smarrito non nella grandezza, ma nell’umanità di Leopardi”
Giuseppe Di Mauro

“L’esperienza umana di Giacomo Leopardi. Poesia da vedere, ascoltare, amare, capire…” è lo spettacolo che verrà proposto dall’attore Giuseppe di Mauro domenica 20 novembre, alle ore 17, al Teatro Comunale “La Vittoria” di Ostra (An).

Il recital racchiude l’impegno e la passione di oltre quindici anni di lavoro, durante i quali Di Mauro è stato capace di raggiungere e sondare l’anima del poeta recanatese, affascinato oltre che dal poeta, dall’uomo. Di lui ci ripropone il percorso umano, le speranze e i dolori, i divertimenti e gli amori, di cui si è nutrita e ha palpitato anche la sua poesia.

Nel clima coinvolgente che Di Mauro è in grado di creare attraverso le calde modulazioni della sua voce e i suoi silenzi, con la mimica del volto e l’intensità profonda dello sguardo, con il linguaggio tacito del suo corpo, lo spettatore viene accompagnato, in modo garbato e intelligente, nell’intimo del poeta: ogni parola poetica là s’incarna, s’accende di vita, risuona nuova, commuove.

Giusppe di Mauro è un professionista che da oltre quarant’anni ha saputo emozionare non soltanto il pubblico, ma anche attori come Foà e Albertazzi, e, proprio con questo spettacolo, il Presidente Giorgio Napolitano.

L’evento è a cura dell’Associazione Primavera, per i disturbi psichici-comportamentali, cui sarà interamente devoluto l’incasso della serata.

Giuseppe di Mauro è stato intervistato qualche mese fa da LibriSenzaCarta, leggi l’intervista qui.

Parma e Reggio Emilia insieme nel ricordo di Attilio Bertolucci e Silvio D’Arzo

In occasione del centenario della nascita di Attilio Bertolucci,  nato a “San Prospero, frazione di San Lazzaro, allora comune limitrofo, oggi delegazione di Parma, il 18 novembre 1911”,  al confine orientale della città ducale con Reggio Emilia, segnato dal corso dell’Enza,  le due città si uniranno in un gemellaggio con due eventi dedicati all’universo poetico dell’autore de La camera da letto e a quello di Silvio D’Arzo, autore reggiano, che negli anni giovanili condivise con Bertolucci, in affinità di spirito, un’intensa amicizia.

Protagonista delle celebrazioni sarà il figlio Giuseppe, che con il fratello Bernardo ha ricordato il padre poeta al recente Festival della Letteratura di Mantova, e che così scrive:

Nel centenario dalla nascita di mio padre Attilio Bertolucci, ho pensato di ricordarlo a Parma e a Reggio Emilia con un programma di due giornate (da replicarsi identico nelle due città) a partire dal 18 Novembre 2011, giorno della nascita di mio padre.

Mi è sembrato che coniugare il ricordo di Attilio e la rievocazione di D’Arzo attraverso il suo testo più conosciuto e replicare l’evento nelle due città potesse essere un giusto tributo a due grandi talenti letterari di un territorio che entrambi hanno amato e raccontato nei loro scritti.

La sanzione di una sorta di “gemellaggio poetico” tra due artisti che,  negli anni della giovinezza, si sono reciprocamente apprezzati, un’amicizia spezzata dalla precocissima scomparsa dello scrittore reggiano. Tra l’altro alcuni dei topoi (non solo letterari, ma proprio geografici) dei due autori sono comuni: per esempio l’Appennino così gramo e così magico (e così simile nei tratti morfologici e antropologici) che senza soluzione di continuità cinge le due province; così come alcune affinità elettive, tra tutte la passione per la letteratura inglese e americana della quale sono intessute le poetiche di entrambi.

Questo il programma degli eventi, inserito nel  Reggio Parma Festival 2011, che si è dilatato in più giorni fra Parma (18-20-24 novembre) e Reggio Emilia (22-23 novembre):

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Intorno e oltre “Il narratore” di Walter Benjamin

Intorno e oltre Il narratore di Walter Benjamin

di Giacomo Verri

Einaudi ha pubblicato, è già qualche mese, un profondo seppure breve saggio di Walter Benjamin. Si tratta de Il narratore. Considerazioni sull’opera di Nikolaj Leskov, nella traduzione di Renato Solmi. Il testo è corredato da abbondanti note a commento di ogni singolo capitolo, e da due note maggiori a introduzione e a conclusione del volumetto, tutte per la cura di Alessandro Baricco.

Il testo, che in origine fu messo in circolo dalla rivista «Orient und Occident» nell’ottobre del 1936, è un piccolo tesoro. Non si tratta di un classico di Benjamin, ché non è tra le opere di lui più conosciute, e tuttavia funziona come un classico, almeno secondo le indimenticate indicazioni di Calvino, che, con enorme e pudica saviezza, ci ammaestrava così: “si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli”; e poi: “un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”. Questo è l’uso che pure ne ha fatto, per lungo tempo, Baricco il quale racconta come, alla Scuola Holden, Il narratore fosse la Bibbia che “si studiava con grande lentezza e cura” durante tutto l’intero primo anno di lezioni. Ora quel testo nei corsi di scrittura di Baricco non s’utilizza più perché è intervenuta “una mutazione antropologica curiosa” per la quale non è più possibile agli studenti di “stare seduti per più di quaranta minuti”. Tant’è!

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