Tratte dall’antologia “Giovani Poeti Leggono… Carlo Antognini”, edita da peQuod, pubblichiamo due poesie di Daniele Socci.
Un lungo lavoro – di raduno dei testi ab initio, di cernita dei migliori componimenti, di sottile e sordo lavoro di lima e cesello su alcuni di essi – svolto in questi pochi mesi da Daniele, castelferrettese ma ora per esigenze lavorative, nomade nella Marca picena. È bancario con il ‘vizio’ del verso abbinato, come rivela il titolo della silloge, al silenzio. Più che silenzio si può parlare di un clima a metà tra il parlato e il sussurrato, tra la chiara luce e la bruma, dove anche la parola sembra germinare da un humus spirituale indistinto.
Senonché dalla mite descrizione guizzano versi che marcano di lirismo certe realtà destinate in apparenza all’anonimia.
In “Frammenti” ha provato a scardinare eccellenti versi da impropri contesti per sgranarli in invisibili strutture creando una soluzione di distacco e inerenza, dimostrando il felice esito dell’esperimento.
(Fabio Maria Serpilli)
Un’ombra
Oggi un’ombra sta riemergendo
eccola, è un sogno che nasce dal mare
era nascosta da tempo nella mente
eccola, sta risorgendo dall’oscuritÃ
si posa dolcemente sulla spiaggia
eccola, sta parlandomi soavemente
farfuglia teneramente di ricordi sbiaditi
eccola, sta per andarsene per sempre
se la falsità regnava dall’alto del suo trono
eccola, sta per abdicare amaramente.



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