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Silenzi (di)versi

Tratte dall’antologia “Giovani Poeti Leggono… Carlo Antognini”, edita da peQuod, pubblichiamo due poesie di Daniele Socci.

Un lungo lavoro – di raduno dei testi ab initio, di cernita dei migliori componimenti, di sottile e sordo lavoro di lima e cesello su alcuni di essi – svolto in questi pochi mesi da Daniele, castelferrettese ma ora per esigenze lavorative, nomade nella Marca picena. È bancario con il ‘vizio’ del verso abbinato, come rivela il titolo della silloge, al silenzio. Più che silenzio si può parlare di un clima a metà tra il parlato e il sussurrato, tra la chiara luce e la bruma, dove anche la parola sembra germinare da un humus spirituale indistinto.
Senonché dalla mite descrizione guizzano versi che marcano di lirismo certe realtà destinate in apparenza all’anonimia.
In “Frammenti” ha provato a scardinare eccellenti versi da impropri contesti per sgranarli in invisibili strutture creando una soluzione di distacco e inerenza, dimostrando il felice esito dell’esperimento.
(Fabio Maria Serpilli)

Un’ombra

Oggi un’ombra sta riemergendo
eccola, è un sogno che nasce dal mare

era nascosta da tempo nella mente
eccola, sta risorgendo dall’oscurità

si posa dolcemente sulla spiaggia
eccola, sta parlandomi soavemente

farfuglia teneramente di ricordi sbiaditi
eccola, sta per andarsene per sempre

se la falsità regnava dall’alto del suo trono
eccola, sta per abdicare amaramente.

(… continua a leggere ‘Silenzi (di)versi’)

Verde e Oro

 

Verde e Oro

L’altro Rinascimento

Montemarciano
Ancona

“Ubi tu Gaia”
Coppia e sessualità nel Rinascimento ed oltre

È inziata la rassegna “Verde e Oro” promossa dal Comune di Montemarciano (AN): fino al mese di agosto si susseguiranno diversi appuntamenti sul tema dell’amore e della sessualità nel Rinascimento, con conversazioni e concerti.

Verde e Oro

 

Alcune poesie perdute e una Commedia bruta

Pubblichiamo due poesie di Michele Bonatti, tratte dall’antologia “Giovani Poeti Leggono… Carlo Antognini”, edita da peQuod.

Michele Bonatti, di Piobbico in provincia di Pesaro Urbino ma universitario (facoltà di Lettere) a Roma, ha una poesia che ancora corre e fatica a fermarsi, fissarsi in metri e ritmi definitivi. È in evoluzione permanente come il suo autore che rivisita il paese (Piobbico studia la ‘bellezza’ del brutto) sostenendo che il vero brutto non è tanto l’asimmetria anatomica quanto il bruto, il selvaggio, il non evoluto.
Di qui il titolo del poemetto (La Bruta Comedìa) che corre sul binario linguistico di italiano e dialetto, con veloci intonazioni alla
Spoon River e Commedia dantesca. Scrive in entrambi i codici e, laddove la lingua induce al grave pensato, il dialetto (neodialetto scandito all’oggi e reso dignitoso per rappresentare anche più impegnative prove letterarie) esprime la corporeità, la terrestrità che corrisponde al ‘terragno’ scatagliniano. Abbiamo insistito su questo poemetto perché ha una sua unità e compattezza ed è un testo originale di questa antologia. Anche le posie di avvio mostrano, anche se con meno visibilità, una certa struttura poematica.
(Fabio Maria Serpilli)

II

La mia testa è un pendolo stanco
tra l’esperienza e l’infinito.
Sul mio stetoscopio tossisce
l’anima del mondo, ma io mai
fui dottore, nemmeno quando
la vita dipendeva dalle mie stesse cure.

Io non odio e non amo, io…
Io semplicemente non posso.
Generato, non creato, della stessa
sostanza del Padre, riesco a partorire
solo pensieri in un sogno d’al di là.
Son fatto per non viver come voi,
miei fratelli, ma per tendervi le braccia
all’esistenza e nelle sue spirali farvi ruotar.
Scalzi bambini e indifferenti le orecchie
vostre in questo giorno, mentre in me
preme un destino che spesso traversa
col suo terreno contrappasso: come
capre le mie parole, ad espiar colpe
che lor non sono.
Fratelli, ho una disperata
voglia di umanità, ma
io non odio e non amo, io…
Io semplicemente non posso.

(… continua a leggere ‘Alcune poesie perdute e una Commedia bruta’)

La cura

Pubblichiamo un racconto di Elisabetta Maltese, “La cura”.

Destination - Foto di James Jordan
Destination – Foto di James Jordan (cc-by-nd)

 
Sono al mare.
Disegno con la punta dell’alluce un cerchio nella sabbia: voglio decidere cosa tenere e cosa eliminare.
Sono sola. Durante la settimana non viene nessuno.
È freddo.
Mi stringo nel maglione, fisso il cerchio pensierosa.
Ho deciso che prenderò solo due cose, le più importanti.
Mi sono complicata la vita però: difficile scegliere.
E non so nemmeno perché mi è venuta in mente questa stronzata.
Rido da sola, ripensando al “cerchio della fiducia” di un paio di film divertenti. In quel caso erano dentro o fuori delle persone, nel mio no. Riguarda me.
(… continua a leggere ‘La cura’)

Blue Note

Dall’antologia “Giovani Poeti Leggono… Carlo Antognini”, edita da peQuod, pubblichiamo due poesie di Andrea Mazzanti.

Andrea, presente anche nell’edizione scorsa, ha ‘sceverato’ da certe ‘pasticcionerie’ passate uno stile finalmente adeguato alla sua personalità poetica, e lo rivela una scrittura compatta pur nella differenziazione dei registri.
Mi sembra che Andrea sia andato sempre più approfondendo il volume, la varietà della sua voce. È indubbio che egli ama ascoltarsi mentre parla ad alta voce, ma poi, impadronitosi di lei, fa tutt’uno con la sua pronuncia. E al rumore si sostituisce il suono modulato, che resiste anche dopo la ‘messa in carta’. È quel che conta. Canta. Canta come deve e sa. Il tenore non è un baritono né un basso.
Scataglini vedeva il nesso profondo tra vita e scrittura, Antognini, parlando di Jacob, metteva in risalto come il gioco letterario si risolva nell’evento linguistico. E il contenuto? Lo sa bene Andrea, quando, nella dilagata misura, canta l’Eros universale impresso nel corpo quanto nel cosmo, ma anche quando vede nel Thanatos discrepato lo stato di ‘equilibrio precario’ o negli assalti di ‘lupi mannari’ alla fragile pelle dell’amata o dell’innocente o nella tristezza di un ‘blues’ che è anche il variabile canto dell’esistenza. Il ‘blues’ non è il rock, non è il ‘rap’.
(Fabio Maria Serpilli)

Trucco (un’introduzione)

E m’hai insegnato
che una nebulosità diffusa
è preferibile ad una visione chiara

a volte risulta
un ottimo fondotinta
per coprire gli errori…

(… continua a leggere ‘Blue Note’)

Giardino Letterario a Tolentino

Giardino Letterario – Scrittori in Città
Tolentino 29 giugno – 7 settembre 2008

Giradino Letterario - Tolentino

(… continua a leggere ‘Giardino Letterario a Tolentino’)