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Tornerai ogni mattina

Tornerai ogni mattina - Samuele Galassi

 

SAMUELE GALASSI
TORNERAI OGNI MATTINA

EDIZIONI CENTO AUTORI

Presentazione del romanzo
Venerdì 27 giugno 2008 – Ore 21
Libreria “IoBook”
Via Fratelli Bandiera – Senigallia (AN)

 

Saranno presenti:
Samuele Galassi, l’autore
Chiara Bertazzoni, editor, caporedattore di Thrillermagazine
Giuseppe D’Emilio, docente dell’istituto Panzini e scrittore

 
In una torrida estate, infestata da zanzare e dall’insopportabile normalità della vita di coppia, nella mente di Agostino Roi, il protagonista del romanzo, si fa strada l’ossessione di liberarsi definitivamente della moglie. “Avevo in mente – ha dichiarato Samuele Galassi – di raccontare la crisi di un giovane uomo sposato, artefice e vittima della propria routine sentimentale, e allo stesso tempo incapace di uscirne. Ma volevo usare una chiave surreale. L’idea di un uomo che uccide la moglie, per poi ritrovarsela viva il giorno dopo, come se niente fosse successo, era il congegno narrativo perfetto, perché nella sua banalità è replicabile all’infinito. Mi ha permesso di trasformare un atto estremo e irreparabile come l’omicidio della propria moglie in un fatto abitudinario, quotidiano, e di svuotarlo progressivamente di senso”.
(… continua a leggere ‘Tornerai ogni mattina’)

Lascia cadere i versi

Tratte dall’antologia “Giovani Poeti Leggono… Carlo Antognini”, edita da peQuod, pubblichiamo due poesie di Alessandro Moscatelli.

Alessandro è un ‘reduce’ della passata edizione. Quest’anno è stato meno assiduo agli incontri a causa degli impegni su vari fronti. È un istintivo che si fa precedere dalle parole, che rivendicano la loro anteriorità. Le parole corrono per loro conto e lui corre dietro loro, talora per osservarne la strana carambola fono-semantica, tal altra, quando ne prende viva coscienza, per darle un ordine, nell’urgenza proprio della sin-tassi. Dall’anteriorità all’interiorità.
Ma in genere Moscatelli, dalla sua Ripe, le lascia cadere libere come spontanee sono nate. Esse si ribellano, gli fanno dei dispetti, saltimbancano, caracollano divertite come il “tram” della mossa sua poesia. Ma le sue parole amano divertirsi (c’è qualcosa di palazzeschiano in Alessandro) e costringono il loro dicitore (Moscatelli calca bene il palcoscenico) ad accettare i loro rinvii e rimbalzi. C’è persino qualche coltello e ‘sanguinolenza’ di troppo in questo circo di strampalate magie. Ci sono anche i ‘lucciconi’ del clown (l’accezione è soltanto positiva) costretto a nascondere il suo dolore dietro una maschera che solo apparentemente sprigiona allegria. Ma sì (lo si sapeva!) il cosiddetto comico è parenete stretto (forse la stessa figura) del tragico, quantomeno del realistico. Si legga il milanese Carlo Porta.
(Fabio Maria Serpilli)

Guarda il cielo, da solo
mentre sul’asfalto corrono
in sfida, i riflessi delle auto
e quelle degli aeroplani
aspetta seduto sulla panchina,
cosa aspetta nessuno lo sa
nessuno mai ha osato domandare,
è immobile per minuti
per i disattenti sembra attendere
un autobus o un interlocutore
ma non è così
agli non aspetta,
anche la sigaretta in bocca
la fuma il vento.

(… continua a leggere ‘Lascia cadere i versi’)

Giovanni Anastasi e le committenze del Comune di Senigallia

Articolo pubblicato su L’Eco di gennaio

Giovanni Anastasi
Giovanni Anastasi: autoritratto (particolare)

Leggendo gli antichi resoconti delle riunioni consiliari, spesso si rinvengono le “allegrezze” per il verificarsi di un lieto evento, consistente per lo più, dopo la devoluzione del Ducato di Urbino, nella nomina di un porporato o nell’ascesa di un cardinale al soglio pontificio.
Le Autorità (nel nostro caso i Gonfalonieri e il Consiglio degli Anziani nel loro complesso) si affrettavano a dimostrare il giubilo della comunità con il proporre, discutere e fare approvare l’esecuzione di un ritratto o un busto del personaggio, da collocarsi nella sede comunale.
I comuni i cui bilanci non fossero floridi dovevano rivolgersi alle celebrità locali che, pur essendo di valore, presentavano il vantaggio di associare alla minor fama minori pretese pecuniarie.

Tra questi c’è anche Giovanni Anastasi, nostro concittadino.
Nel 2001 erano stati segnalati i pagamenti a lui fatti per i ritratti di due Cardinali Legati: Giacomo Cantelmi (1690) e Lorenzo Altieri (1697). Per quest’ultimo l’Anastasi fu anche risarcito “per essere andato a Pesaro per vedere altro ritratto” del porporato. Queste notizie sono tratte da un regesto manoscritto di Bollettari (opera di Francesco Pesaresi) conservato presso la Biblioteca Antonelliana di Senigallia: in esso si dice che la prima committenza comunale all’Anastasi risale al 1688 (aveva 35 anni) per il restauro della “beata Vergine” nella “Chiesola”, cioè nella chiesetta che faceva parte del Palazzo del Comune.
(… continua a leggere ‘Giovanni Anastasi e le committenze del Comune di Senigallia’)

Il passo lento dell’acqua

Pubblichiamo due poesie di Gianluca D’Annibali tratte dall’antologia “Giovani Poeti Leggono… Carlo Antognini”, edita da peQuod.

Il laboratorio per D’Annibali ha registrato un continuo crescendo che gli ha permesso di acquisire ulteriore coscienza delle proprie qualità espressive. Nutritosi di letture dei ‘patriarchi’ e dei classici del Novecento, Ginaluca (sempre presente agli incontri eppure veniva dalla sua Porto Sant’Elpidio) ha fatto sua la lezione dei maestri mettendo a fuoco poi i caratteri della sua scrittura già colma e matura.
La sua poesia si addensa di senso, di esperienza esistenziale, di ritmo monodico eppur sempre nuovo poiché cresce in intensità nei passaggi ora densi ora lievi a seconda della maggiore o minore tensione noumenica dell’autore.
Gianluca ha il respiro lungo (alla Montale o alla Luzi per intenderci) quindi non ha il fiatone che lo lascia a mezza via nel suo cantare, né la sua versificazione si lacera di tante singhiozzature tipiche del neofita. Ha la voce sicura e la materia profonda del canto recitato quasi a retto tono. La materia del suo canto? Può cantare tutto e soprattutto il coraggio di vivere e anche le sconfitte.
(Fabio Maria Serpilli)

Il poeta soldato

La notte è senza fiato sul crine delle onde,
sospetta della fame che assolve gli affamati;

la notte è quasi un premio, è una lancetta
spezzata nel cassetto
di un vecchio orologiaio.

Ed io, nel segno d’un sospetto,
nel sogno di un abbaglio,
rappreso nel disegno
di questo ginepraio,
con fare da innocente
cosciente come un incubo m’appaio:

col mio carico addosso di letteratura
che mi pesa come un mitra sulle spalle,
con questo armamento da soldato
per proteggermi dai versi del nemico…..

…….che scrivere era un punto di domanda,
sparare è soltanto esclamazione;
per me trovar risposte è domandare,
ma io non so più chiedere
da quando so ammazzare.

Ma tu non sai, tu non puoi sapere
che fame m’avvince e mi colora,
vorrei spiegarti il fuoco del mio sesso,
narrarti queste morti che ho vegliato,
cantarti con parole avvelenate
il canto dei miei giorni: un sibilare.

L’abbiamo violentato questo mare
sfregiato, deriso, trapuntato,
illusi di rubar verginità
a chi verginità non ha provato.

…e dal tonfo perpetuo delle onde
benigna una voce mi parla,
codardo non riesco a evitarla
(residuo salato
della mia coscienza):

” Ma non senti che vanno a braccetto
le parole soldi e soldati,
non senti che gran confidenza
tra esili e l’altra: esiliati,
non senti che buio stanotte,
non senti che nero silenzio….? ”

No,
non riesco, non riesco, non penso…

La mia ragione è
ragione di poeta
e della mia ragione
i sensi hanno bruciato,
ed ora
dinanzi all’ascesa lasciva,
alla morte, al male che incede,
la mia ragione sensitiva
sa contar soltanto
sino a dove vede.

(… continua a leggere ‘Il passo lento dell’acqua’)

Auguri Nick…

Day Is Done – Nick online casino Drake

Nick Drake, cantautore inglese, 19 giugno 1948 – 25 novembre 1974.

L’usignolo della consolazione

Pubblichiamo tre poesie di Carmela Nastro presenti nell’antologia “Giovani Poeti Leggono… Carlo Antognini”, edita da peQuod.

È stato un tempo proficuo il laboratorio per Carmela Nastro, nativa di Gragnano (Napoli) e residente a Chiaravalle. Da una iniziale scrittura amatoriale, avvertita la necessità di condensare la sua espressività, ha caparbiamente lavorato producendo una incredibile quantità di testi, chiedendo puntualmente suggerimenti e pareri. Il risultato è che, abbandonato il dettaglio descrittivo, è passata a un nitore ammirevole, e da uno stile edulcorato a una misura più breve e sintetica.
Senza rinunciare alla trasparenza formale e contenutistica, la Nastro ha trovato la sua voce leggera e polita. Ma soprattutto ora la voce è sua. Questa disciplina formale l’ha condotta ad esplorare il suo mondo di sapiente affettività: ci ha comunicato le piccole grandi verità di sempre e di tutti con limpidità di sguardo e di sentire. Anche in lei la poesia ha trovato i suoi sentieri, le sue linee per le sue corse e i suoi zampilli. Come la musica. Una stessa musica non si fa diversamente uguale negli strumenti con cui viene suonata?
(Fabio Maria Serpilli)

Partenza

Si fonde il dolore
in un caldo abbraccio
fra il tremolio delle parole,
ci dividono sguardi
in una gelida notte.

A Giorgio

Perde i giorni la vita
come la rosa
i suoi petali…

(… continua a leggere ‘L’usignolo della consolazione’)