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I colori come le parole del poeta

Oggi, lunedì 17 dicembre, alle ore 18.30, a Palazzo del Duca di Senigallia, si inaugura la mostra “I colori come le parole del poeta” del pittore senigalliese Antonio Santinelli, di cui Libri Senza Carta, lo scorso luglio, ha pubblicato la tesi di laurea “Macchine Celibi”.

La mostra, promossa dalle Amministrazioni Comunali di Senigallia e Monte Roberto e dalla Provincia di Ancona, propone per temi una scelta antologica della pittura, dell’opera grafica (disegni e stampe) e degli scritti di Antonio Santinelli (Mondolfo 1961 – Senigallia 1997).

La mostra sarà aperta al pubblico dal 17 dicembre al 10 gennaio 2008, tutti i giorni con orario 17-20 a Palazzo del Duca di Senigallia.

Mostra antologica di Antonio Santinelli


IL PERCORSO ESPOSITIVO
La sessione conclusiva della mostra antologica di Santinelli è ospitata dal Palazzo del Duca di Senigallia, una sede che ha nei lacunari decorati della Sala del Trono un suo fulcro ideale. Tre di questi sono andati definitivamente perduti ed un quarto conserva solo lacerti di colore. E tre sono le composizioni su quadrato di Antonio, delle oltre cinquanta da lui inventate, esposte in questa sala proprio a segnalare che la mostra si snoda sulla strada della ricerca: dal disegno all’opera finita. I quadrati di Antonio rappresentano un mondo di immagini diverse che si compongono armoniosamente nella forma astratta e geometrica con la forza espressiva del colore.
Il rigore e la stravaganza si coniugano costantemente nell’opera di Santinelli: nei ritratti e autoritratti, nei fiori e animali fantastici, nelle maschere del teatro, negli esercizi di pura astrazione, nell’inventare città, nel gioco dei quadrati. E proprio dalle infinite forme che un quadrato può contenere prende inizio e senso il percorso espositivo.
Nell’esposizione trova spazio l’intensa ricostruzione sulle ragioni dell’essere artista di Antonio Santinelli, dai temi della metamorfosi nel regno vegetale e in quello animale al nucleo di dipinti più misteriosi, debitori della cultura figurativa degli anni Ottanta. Tale esperienza, segnata dalla ripresa di una pittura intrisa dei modelli reali, ma che di questi sviluppa solo dettagli, giunge ad effetti prossimi alle ricerche metafisiche, o ad un espressionismo dove la deformazione non segnala più l’ideologia del suo autore, ma piuttosto la proliferazione onirica, estremamente soggettiva, dell’immagine.
Nelle sale sono esposti i ritratti e le figure, soggetti che costituiscono materia di primo interesse per Santinelli. Accanto ad esse sono collocate le macchine celibi, tema scelto dall’artista per il diploma dell’Accademia di Belle Arti di Firenze

ANTONIO SANTINELLI
Giovane artista di grande consapevolezza critica, che la fretta del tempo ha lasciato ormai nel secolo scorso, Santinelli ha contribuito con la sua opera a rendere visibili e interpretabili i percorsi dell’arte nei due ultimi decenni del Novecento.
Lavorare sul frammento, su un’opera che non pretende mai la completezza per essere percepita come opera d’arte. Camminare sul filo del funambolo e dell’orizzonte, come i suoi famosi animali fantastici, in un equilibrio da cercare in ogni istante di una vita che non offre tregua.
Queste le linee forza della ricerca artistica di Santinelli, la cui prima formazione presso la sezione di Disegno Animato dell’Istituto d’Arte di Urbino permane diffusa in tutta la sua opera grazie alla sapienza di narrare per figure. Dall’esperienza di studio presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze egli sembra invece mutuare la capacità di formulare domande e la strategia delle risposte, intraviste spesso fra le righe di una letteratura critica e scientifica, cercata e indagata con insonne fervore. Una energia ed una ricerca ininterrotta che traspare in tutte le sue opere ed i suoi scritti, come nell’impegno civile e culturale profuso, a metà degli anni ’90, collaborando con lo Studio Zelig di Senigallia attraverso laboratori di espressione creativa a sostegno dell’handicap fisico e psichico, e con l’Associazione “I Sensibili di Castracane” proponendo manifestazioni e performance artistiche multidisciplinari.
Antonio, riluttante ad esporre il suo lavoro in pubblico, contrario al mercato dell’arte, concepiva una mostra come qualcosa di diverso, un ambiente dove interagire e nel quale varie forme artistiche potessero esprimersi. Non un luogo qualunque, ma una casa che avesse quadri come pareti, come finestre da aprire agli orizzonti, e dove l’idem sentire echeggiasse con suoni, parole, linee e colori.
Santinelli è sempre stato tenacemente fedele a questo suo credo, all’idea che l’arte è energia da condividere, ed è questo il senso che la mostra antologica a lui dedicata intende perseguire.

IDEATORI E CURATORI
Ideazione e coordinamento del progetto Laura Bicchi e Carlo Giacomini per “I Sensibili di Castracane”.
Mostra e catalogo a cura di Silvia Cuppini
Allestimento Roberto Bua, Joan Martos Mateu.
Grafica Paolo Turchi.

PALAZZO DEL DUCA
SENIGALLIA

17 dicembre- 10 gennaio
tutti i giorni h 17.00-20.00

Biografia di Antonio Santinelli
Un ricordo di Antonio Santinelli, di Roberto Rocchetti

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