L’ASSOCIAZIONE PER IL PREMIO ITALO CALVINO
comunica che la Cerimonia di premiazione della XXV Edizione avrà luogo venerdì 4 maggio alle ore 17, 30 presso il Circolo dei Lettori, a Torino.
Interverranno i giurati
Renato Barilli, Massimo Carlotto, Fabio Geda, Melania Mazzucco, Giorgio Vasta
Saranno presenti i finalisti
Simona Baldelli, Evelina e le fate
Marco Campogiani, Smalltown boy
Riccardo Gazzaniga, A viso coperto
Simone Giorgi, Il peggio è passato
Eugenio Giudici, Piccole storie
Paolo Marino, La casa di Edo
Michela Monferrini, Gennaio come
Fabrizio Pasanisi, Lo stile del giorno
L’incontro sarà condotto da Stefano Salis.
L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, dalla Fondazione CRT e dalla Provincia di Torino, con la collaborazione del Salone Internazionale del Libro di Torino.
BIOGRAFIE DEI FINALISTI
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Simona Baldelli nasce a Pesaro il 29 maggio del 1963. Dopo il liceo si trasferisce a Bologna dove passa due anni alla Scuola di Teatro. Con in tasca un diploma d’attrice. gira un po’ qua ed un po’ là per l’Italia lavorando in diverse compagnie. Ha fondato un’associazione (Punto Com) con la quale progetta e organizza eventi di cultura e spettacolo. Vive a Roma ormai da vent’anni.
Marco Campogiani (1969) è nato e cresciuto a Urbino. Ora sposato, con un figlio, vive a Roma. Si è laureato in Filosofia e ha conseguito il dottorato di ricerca in Filosofia del Linguaggio sotto la guida di Tullio De Mauro. Sceneggiatore e regista, ha scritto (con Giovanni De Feo) e diretto il film La cosa giusta. Il suo soggetto Liscio, già coronato del Premio Solinas, è diventato un film che è poi stato vincitore nella sezione “Alice nella città ” del Festival Internazionale del Film di Roma 2006.
Riccardo Gazzaniga fa il poliziotto da 15 anni, ne ha 35. Dal 2004 lavora nella caserma di Bolzaneto a Genova, la sua città , alternando l’ordine pubblico alla gestione di una biblioteca unica nel suo genere. Ha vinto il premio “Orme Gialleâ€, è stato due volte finalista al “Mystfest†e ha ottenuto altri premi minori. Ha scritto un romanzo di vampiri segnalato al Calvino 2011. Il suo ultimo romanzo, A viso coperto, in concorso quest’anno al Calvino, ha invece come protagonisti ultras e celerini.
Simone Giorgi è nato Roma il 30 aprile 1981 ed è laureato al Dams. Oltre al precariato ordinario, ha lavorato come sceneggiatore, autore di teatro e di biografie su commissione. Attualmente sta terminando la stesura del suo secondo romanzo.
Eugenio Giudici è nato nel 1950 e vive a Milano. È laureato in architettura, ha lavorato per tredici anni in ambito pubblicitario. E’ poi passato al mondo della moda e dell’abbigliamento nel settore marketing, produzione, direzione industriale in Italia, Cina e Germania. Infine ha deciso di chiudere con tutto per dedicarsi a quello che da sempre voleva fare: affrontare la sfida di raccontare e di scrivere.
Paolo Marino, 44 anni, vive e lavora a Piacenza. È giornalista professionista per il quotidiano “Libertà ” e si occupa prevalentemente di cronaca nera e giudiziaria. Laureato in Scienze Politiche all’università di Bologna, ha studiato un anno allo University College di Londra.
Michela Monferrini è nata a Roma nel 1986. Laureata in Lettere moderne e giornalista pubblicista, è stata finalista al premio “Subway 2005” nella sezione Poesia e al premio Campiello Giovani 2008. Ha curato due testi di saggistica letteraria: Quasi un racconto. La narrativa di Antonio Debenedetti (Edilet, 2009) e Walter Mauro, La letteratura è un cortile (Perrone, 2011). È istruttrice di nuoto.
Fabrizio Pasanisi è nato a Napoli nel 1957 e risiede a Roma. È laureato in Psicologia e specializzato in Giornalismo e Comunicazione di massa. È giornalista professionista. Ha lavorato per la Rai, Euronews e Adnkronos e, in campo editoriale, per De Agostini, Laterza, Mondadori, Sellerio. È stato finalista, con il romanzo Democrito, al concorso “Il mio libro” 2011. Attualmente è autore per gli Speciali di Superquark curati da Piero Angela.
L’ASSOCIAZIONE PER IL PREMIO ITALO CALVINO
rende noto il
Comunicato della Giuria
che decreta il vincitore della XXV Edizione del Premio
La Giuria decide di assegnare il premio al romanzo A viso coperto di Riccardo Gazzaniga per la capacità di coinvolgere il lettore facendolo penetrare negli universi paralleli, e poco noti, delle forze dell’ordine e degli ultrà , illustrandoli con una complessa macchina narrativa caratterizzata dalla molteplicità di punti di vista e da una scrittura asciutta e scorrevole adeguata alla materia, non rifuggendo, coraggiosamente, dal mostrare luci e ombre di entrambi gli universi.
La Giuria decide inoltre di segnalare La casa di Edo di Paolo Marino, un testo di intensa qualità letteraria, che, affidandosi a un misurato registro tragicomico, riesce nella sottile impresa di raccontare l’esistenza di un adolescente fondata sul sospendersi della vita e dalla vita, nella più totale segregazione dal mondo esterno fino all’autoannullamento.
La Giuria ritiene infine di segnalare Lo stile del giorno di Fabrizio Pasanisi per la sorprendente e appassionante capacità di ricostruire ‒ sullo sfondo della grande storia del Novecento e intrecciandole in un ben strutturato impianto narrativo, sulla linea di frontiera tra saggistica e fiction ‒ le biografie di Thomas Mann e di Bertolt Brecht, avvalendosi di una profonda e accurata conoscenza della loro opera.
La Giuria:
Renato Barilli
Massimo Carlotto
Fabio Geda
Melania G. Mazzucco
Giorgio Vasta
A VISO COPERTO
di Riccardo Gazzaniga
A viso coperto vede due eserciti contrapposti: quello degli ultrà del Genoa e quello delle forze dell’ordine. Gli ultrà sono frammentati in vari gruppetti: ci sono gli “anziani†che hanno rinunciato alle azioni troppo violente, i “duriâ€che fanno capo ad una ideologia di destra, i gruppi freschi di entusiasmo che fanno vago riferimento ai “no-globalâ€. Ma anche la tavolozza delle forze dell’ordine è complessa: c’è chi è totalmente compreso nel proprio ruolo, chi si pone delle domande sulle ragioni degli altri, chi svolge il proprio lavoro solo per mantenere la famiglia…
Ed è proprio questo un aspetto di interesse del romanzo: il saperci dare una visione variegata e articolata di universi che a un occhio esterno possono sembrare compatti ed uniformi. E l’autore, egli stesso un poliziotto, sa guidarci in questa scoperta con mano sicura. Ben resa è anche la dialettica tra gli individui, con le loro singolarità , all’interno dei vari gruppi ultrà (basata su valori di amicizia e fedeltà , su rapporti capo/gregari, sul rifiuto della disciplina sociale), come quella relativa ai rapporti tra colleghi all’interno delle forze dell’ordine che ricalca un certo noto protocollo del genere, coinvolgendo famiglie, fidanzate, carriere, solitudini. Spiccano, specie tra gli ultrà , alcuni personaggi ben riusciti come il vilain Lupo, violento e drogato, sicuramente il più emblematico del romanzo, o il debole Lisca. E la lettura scorre, grazie a una scrittura asciutta, certamente non letteraria, ma perfettamente congrua alla materia, senza sbavature né cadute di stile.
Resta impresso il grumo di violenza coniugato alla concezione dell’amicizia come valore primario e irrinunciabile. Ritratto di un’utopia negativa che riguarda soprattutto gli ultrà ma anche il mondo contiguo delle forze dell’ordine. Non a caso sul tutto aleggia e incombe la tragica memoria del G8.
Il Comitato di Lettura