L’Associazione per il Premio Italo Calvino è lieta di rendere noti i nomi dei finalisti della XXVII edizione:
Gianni Agostinelli, Perché non sono un sasso
Pier Franco Brandimarte, L’Amalassunta
Francesco Paolo Maria Di Salvia, La circostanza
Simone Giorgi, L’ultima famiglia felice
Fabio Greco, Genti a cartapesta
Maurizio Maggi, L’avamposto
Elisabetta Pierini, Notte
Francesca Pilato, Il colore turchino
Carmela Scotti, L’imperfetta
Il Comitato di lettura, fra quasi ottocento concorrenti, ne ha selezionati nove dopo letture incrociate e numerose discussioni. Quanto ai temi delle opere, non è immediato trovare un filo comune. Ciò che colpisce è la straordinaria capacità del Sud di continuare a ispirare storie, spesso fortemente radicate nella tradizione o in un mondo odierno che ne è ancora profondamente segnato. Genti a cartapesta di Fabio Greco è l’esempio più palese: un testo dentro la tradizione che, con un linguaggio fantasmagorico e meticcio, ci racconta la storia leggendaria della salentina Isola delle Pazze. Con L’imperfetta di Carmela Scotti sprofondiamo in una favola nera, atroce e fosca, ambientata in una Sicilia di fine Ottocento tra forre e campagne selvagge: la giovane protagonista, assassina per ribellione, attraverserà (fino all’ultima) tutte le tappe di una vita estrema. Il Sud torna in altri due romanzi: Il colore turchino di Francesca Pilato e La circostanza di Francesco Di Salvia. Il primo, partendo da Catania, segue le vicende di una famiglia altoborghese risorgimentale e postunitaria, ponendosi dal punto di vista di una donna che disegna un suo destino libero, ma soffuso di malinconia. Con La circostanza passiamo alla storia del secondo Novecento. Si tratta, qui, di una famiglia salernitana di industriali del caffè, la cui epopea si intreccia con la parabola del PCI attraverso la voce del protagonista, deputato comunista ed ex resistente per caso. La storia recente fa da sfondo a L’avamposto di Maurizio Maggi, ma con uno spostamento verso l’Afghanistan. L’ambizione dell’autore è farci cogliere, attraverso il caso dell’assassinio di una donna, il passato di questo Paese, ricco di fermenti che il presente sembra aver obliterato.
In Perché non sono un sasso Gianni Agostinelli mette in scena un personaggio dalla caratura nichilistica. Il suo disincanto (che trova uno sfogo nell’osservazione delle vite degli altri) è reso alla perfezione da una scrittura abilissima nel simulare originalmente un lessico scorretto. Notte, di Elisabetta Pierini, sul fondale di un paesino marchigiano dall’animo arcaico, narra la vicenda di un mite parroco le cui forze si rivelano troppo umane e deboli per sconfiggere il Male impersonato da un giovane ecclesiastico affascinante e spregiudicato. L’ultima famiglia felice di Simone Giorgi è una drammaturgia familiare colta con straordinaria penetrazione nelle sue pieghe più riposte. Il padre è espressione insieme ironica, patetica e tenera della volontà assoluta di attenersi al “pedagogicamente correttoâ€, e in generale al “correttoâ€. In ventiquattro ore si arriverà ad un epilogo sconcertante. Infine L’Amalassunta, testo letterario di notevole perfezione formale, è insieme narrazione, autobiografia, biografia e critica d’arte e tratteggia con eleganza un indimenticabile ritratto del pittore Osvaldo Licini.
Gianni Agostinelli Panicale (PG), 1978. Vive a Panicale e lavora in una libreria di Perugia. Ha scritto racconti pubblicati sia su riviste cartacee che online.
Pier Franco Brandimarte Torano Nuovo (TE), 1986. Si laurea a Bologna in Scienze Politiche e Mass Media e Politica. Ha disegnato vignette di satira. Scrive favole e spettacoli teatrali per bambini. Si interessa di avifauna. Nel 2013 termina L’Amalassunta, il suo primo romanzo. Attualmente lavora al secondo.
Francesco Paolo Maria Di Salvia Salerno, 1982. Vive a Praga. Suoi testi sono stati selezionati per Subway Letteratura, La gettoniera di vibrisse, Esor-dire. Ha vinto il XXXII Concorso Nazionale per il Racconto Sportivo del CONI. Diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia, ha lavorato nei reparti di produzione, sceneggiatura e regia di cinema e TV. Attualmente è freelance nel settore IT e si occupa di web semantico, contenuti e traduzione.
Simone Giorgi Roma, 1981. Vive e lavora a Roma. Si è laureato in Storia del teatro con una tesi su Elsa Morante. Nel 2012 è stato finalista al Premio Calvino. Attualmente lavora per il programma televisivo “Sconosciuti” (Rai Tre).
Fabio Greco Ugento (LE), 1977. Biologo, vive e lavora a Londra. Il suo racconto “Milano è una cozza†è apparso nell’omonima antologia pubblicata da Guerini e Associati (2010). Suoi racconti e poesie sono apparsi in “Michetta, addio. Storia di una città madre†(Guerini e Associati, 2011) e altre raccolte.
Maurizio Maggi Torino, 1956. Ricercatore presso l’Istituto Ricerche Economico Sociali del Piemonte, ha lavorato sul campo come museologo in Italia e all’estero (Brasile, Australia, Cina). Scrive dal 2009 e ha pubblicato alcuni racconti brevi.
Elisabetta Pierini Fermignano (PU), 1964. Vive a Fermignano (PU) con la sua famiglia. Ha un diploma di Maturità Classica e una Laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche. Lavora come assistente tecnico-scientifico presso l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Boâ€. Da alcuni anni si dedica con passione alla scrittura.
Francesca Pilato Torino, 1950. Curatrice di varie opere di letteratura italiana, saggista, dal 2012 si è soprattutto dedicata alla relazione tra Letteratura e Musica (conferenze per la Fondazione Natalino Sapegno e per la Fondazione Bottari Lattes nel 2013-2014).
Carmela Scotti Messina, 1973. Si è diplomata in pittura e fotografia all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Ha vissuto a Palermo, a Roma e a Milano, lavorando come cameriera, operatore sociosanitario in una casa di riposo, telefonista, commessa e insegnante di fotografia in una struttura per disabili psichici. Attualmente vive in Brianza e collabora con i settimanali Cronaca Vera e Tu Style.
Pier Franco Brandimarte
Vincitore Premio Calvino 2014
La Giuria decide di assegnare il premio a L’Amalassunta di Pier Franco Brandimarte, un testo in elegante e acrobatico equilibrio tra finzione e saggio, per l’abilità e l’originalità dimostrate − seguendo il trend di scritture che si sono messe sulle tracce di personaggi reali − nel ricostruire, secondo molteplici registri narrativi e con scrittura impeccabile e compatta, la vicenda umana e artistica del pittore Osvaldo Licini compenetrandola, in studiata sinergia, con la vicenda esistenziale del narratore, e per l’ardimento mostrato nel raccontare una storia “ai margini†che ci interroga sulla precarietà della memoria e sulla misteriosa eclissi degli individui dalla storia collettiva.
Una menzione speciale della Giuria va al lavoro di Simone Giorgi, L’ultima famiglia felice, un romanzo in cui risuona il rumore del presente. L’autore sviluppa con perfezione geometrica la drammaturgia di una famiglia italiana middle class che è insieme un caustico e acribico ritratto delle pratiche educative programmaticamente corrette dei nostri tempi, palesando un’immaginazione cinematografica ed esibendo una scrittura in superficie semplice, dietro cui si cela una mano di chirurgica esattezza. Al centro campeggia la figura di un padre mite, inesorabilmente destinato, nella sua illusa visione delle cose, alla disfatta ideale e sentimentale.
Una seconda menzione va a La circostanza di Francesco Di Salvia per l’ambizione che vi traluce di costruire il grande romanzo italiano. Il giovane autore, venuto dopo ciò che racconta, stupendoci per la sua competenza, traccia un ampio affresco della storia italiana dalla Resistenza all’inizio del nuovo millennio intessendo, con sagacia e fervida immaginazione, storia politica e storia di un’imprenditoria famigliare, personaggi d’invenzione e sorprendenti cammei di “grandi†uomini, in particolare focalizzandosi, attraverso l’inedita e ironica figura di un candido senatore comunista, sulle vicende del PCI e delle sue successive entità metamorfiche.
La Giuria:
Antonia Arslan
Concita De Gregorio
Paolo Di Paolo
Barbara Lanati
Tommaso Pincio