Primo Levi in bici sulle strade attorno al lago d’Orta, all’età di diciannove anni circa.
Rapido curriculum: Maturità classica, Laurea in scienze geologiche, abilitazione all’insegnamento della Geografia Generale ed Economica.
Trent’anni d’insegnamento negli istituti tecnici commerciali a Verona, mia città natale. Per inciso, nonostante il cognome di origine austriaca, sono veneto da cinque generazioni per parte di padre e veronese da molte di più per parte di madre. Per quello che può servire, poiché in realtà mi sento un cittadino del mondo con un debole per l’Argentina, paese che ho adottato.
Mi sono ritrovato a Ginevra grazie ad una moglie ginevrina, incontrata casualmente a Verona, che mi ha dato due bellissimi figli. Un regalo non cercato, ma quanto straordinario! So di non esserne sempre all’altezza, anche se ci metto molto impegno.
Sono andato nel 1996 in pensione in anticipo, per poter restare con i miei, dopo cinque anni di spola tra Verona e Ginevra, che non reggevamo più. Mi resi subito conto che non potevo fare solo il papà pensionato. Mi sono riscritto in lettere all’università di Ginevra. È stata una rivincita con un liceo classico piuttosto sofferto. Davvero la vita è stata generosa con me. Ho fatto Italiano, Spagnolo, vecchia passione, e Geografia. Mi sono imbattuto in una disciplina che non conoscevo e che mi ha affascinato, la Geografia Umanistica, in cui si tratta soprattutto di Geografia e Letteratura. Mi è nata cosi l’idea di fare la tesi di laurea su Primo Levi (mémoire de licence in francese).
Il professore di letteratura italiana moderna e contemporanea, Giovanni Bardazzi, cui sono molto riconoscente per questo, ha accettato il mio progetto da cui è nata questa tesi di laurea. Fu un’occasione per rendere omaggio a questo grande umanista italiano.
Mi è particolarmente chiaro a Ginevra, non so se in Italia ve ne rendiate sempre conto, di quanto l’intera umanità è debitrice all’Umanesimo, il più grande apporto della cultura italiana alla cultura universale. Tutto è partito da lì, e l’Umanesimo è ancora moderno o meglio attuale. In questi periodi bui ne abbiamo particolarmente bisogno. Naturalmente uso il termine Umanesimo in senso ampio, perché includo Dante, Galileo, Cesare Beccaria…, non solo Leon Battista Alberti e Pietro Bembo. Il sublime Canto di Ulisse in “Se questo è un uomo” basterebbe per definire Levi un grande umanista. Il filtro o l’angolatura della geografia, non pretende di incollare a Primo Levi un’altra etichetta, quella del geografo. Mi sembra che faccia emergere altri aspetti, sottovalutati o passati inosservati, della multiforme personalità dell’autore torinese.
La pubblicazione delle “Geografie di Primo Levi” nella vostra bellissima iniziativa dei Libri senza carta è nata da un equivoco. Stavo scrivendo “La sensibilité géographique dans la poésie de Primo Levi”: l’articolo con questo titolo è stato poi pubblicato nella rivista “Le Globe” del 2007, della Société de géographie di Ginevra e del dipartimento di Geografia dell’Università di Ginevra. Cercando documentazione in rete mi sono imbattuto in uno scritto molto originale e ricco di sensibilità , la tesi di laurea di Anna Cristina Pellegrini – “Primo Levi: l’osteria di Brema”, sulla poesia di Primo Levi, soggetto piuttosto trascurato.
Libri senza carta mi è sembrata subito un’idea geniale e ho provato a mandare la mia tesi, senza rendermi conto che il sito riguardava esclusivamente autori di Senigallia. Con mio grande piacere, pur facendomi notare l’equivoco in cui ero incorso, mi fu comunicata l’accettazione del mio lavoro: mi avrebbero fatto senigalliese honoris causa. Spero che le mie Geografie di Primo Levi, siano degne dell’onore che mi è stato fatto.
La Buna, la fabbrica di gomma sintetica di Auschwitz, “protagonista” in “Se questo è un uomo”. Primo Levi lavorò come schiavo alla sua costruzione, finendo poi a lavorare nel laboratorio chimico; questo contribuì a salvargli la vita.
Le fotografie sono pubblicate con l’autorizzazione del Direttore del Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino, in cui sono state esposte nella mostra “Primo Levi: i giorni e le opere” 18 aprile-14 ottobre 2007.
Una precisazione di dovere:
il nostro sito non pubblica esclusivamente autori di Senigallia… siamo partiti dalla nostra realtà territoriale perché è quella che conosciamo meglio e dalla quale abbiamo attinto per le prime pubblicazioni, sia per quanto riguarda gli autori, sia per quanto riguarda il soggetto delle pubblicazioni. Nulla impedisce, come per altro è avvenuto in più di un’occasione, la pubblicazione di opere che non hanno come soggetto la realtà di Senigallia e della nostra Regione, Le Marche, e che non siano di autori marchigiani. Certo, questa eventualità deve sottostare ad alcune condizioni: che le opere che ci vengono sottoposte siano ben scritte, sincere nelle intenzioni e incontrino il nostro gusto, oltre ad essere coerenti con il nostro sito…
Siamo sì locali, ma anche aperti verso l’esterno, non ci poniamo steccati ideologici né geografici, anche perché pubblicando su Internet sarebbe un controsenso…
Aggiungo un’ultima importante precisazione:
Il nostro è un progetto a carattere esclusivamente volontaristico (come è precisato nella pagina “Chi siamo”), pertanto gestiamo le pubblicazioni cercando di fare del nostro meglio, non riusciamo a pubblicare quantità ingenti di materiale e d’altronde nemmeno lo vogliamo: poche e selezionate pubblicazioni, anche per dare loro la visibilità che meritano.