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Fatti e misfatti n.15: Luciano Bonaparte e il telescopio di Herschel

Puntata dedicata all’astronomia. Luciano Bonaparte, appassionato astrofilo, era solito ritirarsi nella sua proprietà senigalliese sulla collina del Cavallo, dove, scrutando il cielo,  coadiuvato dal Cappuccino Padre Maurizio Malvestiti da Brescia,  intendeva preparare un catalogo di oltre 20.000 stelle sconosciute. Il principe di Canino possedeva uno o più telescopi a specchio dell’astronomo William Herschel, che con i suoi strumenti aveva scoperto accidentalmente il pianeta Urano e diversi satelliti dello stesso Urano e di Saturno.

Luciano Bonaparte (1808), olio su tela, cm. 71x 53 François Xavier Fabre (1776-1837) Museo Napoleonico di Roma

Ospite della puntata Goffredo Giraldi.

Approfondimenti:

Luciano Bonaparte – Wikipedia

Alexandrine de Bleschamp – Wikipedia

William Herschel – Wikipedia

Padre Maurizio Malvestiti

Flavio e Gabriela Solazzi – Le stelle del Principe e la pianeta della Principessa di Canino

Andreas Maurer – Luciano Bonaparte e i suoi telescopi di Herschel

Vango

È da qualche anno che la San Paolo Edizioni, nella collana Narrativa San Paolo ragazzi, propone romanzi d’avventura di notevole livello, destinati non solo ad un pubblico di giovanissimi, ma anche ad un pubblico adulto amante del genere. Se era stato il caso (quasi mai fortuito) a farmi imbattere nel bellissimo Chedimi chi sono, romanzo scritto a quattro mani da Anna Lavatelli e Anna Vivarelli, ambientato nel Settecento italiano e figlio di un amore comune a entrambe le autrici per il romanzo di stampo ottocentesco, una grandissima sorpresa, per me che non conoscevo l’autore, è stata la lettura in anteprima di Vango I – Tra cielo e terra di Timothée de Fombelle (tit. orig. dell’opera: Vango I. Entre ciel e terre, Gallimard Jeunesse, 2010; traduzione italiana di Maria Bastanzetti). E mi ha confermato nell’opinione di come la storia, che fa da materia a un romanzo storico, abbia spesso bisogno di un décalage temporale di almeno un secolo (meglio se un paio) per funzionare narrativamente.

(… continua a leggere ‘Vango’)

Buoni maestri

Buoni maestri

Racconto di Giacomo Verri


Un uomo, sarà d’ottant’anni gremiti, poggia la bicicletta al muro del cimitero, toglie dal cesto un mazzolino di garofani e, fatti cento passi, quanto basta per guadagnare il ciglio della strada comunale, piega il vecchiume delle ossa, dando l’effetto d’un fagotto nero-marron su cui staglia il bianco-rosso dei fiori.

A dire il vero, che una bicicletta acculata al muro ci sia sul serio, non so confermare. Ch’abbia fatto cento passi, o mille, neppure. È che ho visto quest’uomo piegato a un cippo, l’ho visto, mentre passavo in auto, e l’immagine che ne ho, l’unica, è quella d’un padre andato a un figlio.

A ritorno dal lavoro, pur che è tardi e già un po’ buio, fermo la macchina nel breve vialetto che scende al cimitero, lasciando i fari puntati sull’intonaco, come a volermi dire che è solo un vizio, il tempo d’una pisciata senza spegnere il motore, nel tubo dei fanali le righette d’acquerugiola. Mi chino, come l’uomo di questa mattina, al cippo che vien su davanti a una rete di rami che vanno come chiodi nel cielo. Prima d’oggi non ci ho mai fatto caso, né in inverno, come adesso, né in estate quando il ciglio della strada è gonfio di siepe. Quel vecchio grigiolato, mi dico, è stato un fumo che rivela il fuoco.

Avanti il cippo pende, a sinistra, il bouquet di garofani fresco d’un giorno e, dietro, albeggia un viso appena fatto, luminoso, a mezzo tra il ragazzo e l’uomo. Non ricordo altro. Risalgo in auto, avvolto in una nube di calore, le luci morbide della plancia, un filo di radio che sale dai piedi.

(… continua a leggere ‘Buoni maestri’)

Fatti e misfatti n.14: Maria Amalia Walburga

La sera dell’8 giugno 1738 arriva a Senigallia la regina Maria Amalia Walburga, figlia di Augusto III duca di Sassonia e re di Polonia, e moglie di Carlo di Borbone, re delle due Sicilie e  futuro Carlo III di Spagna. Francesco Pesaresi nel suo Giornale dà del passaggio della regina una relazione vivacissima, a tratti quasi comica: l’ottusa ridigità del protocollo viene travolta dall’incresciosa piega degli eventi, cui la nobiltà e il clero cittadino non sanno opporre che il proprio goffo pressapochismo.


Ospite della puntata Antonio Maddamma.

Approfondimenti:

Maria Amalia di Sassonia – Wikipedia

Sì, buon Natale

Sì, buon Natale

– Dicembre 2004 –

Racconto di Stefano Baldi


1.05 di notte, il termometro segnava -3 gradi all’esterno ma dentro l’auto il condizionatore assicurava il giusto confort. La radio trasmetteva una musica uniforme, adatta all’ora, con un sano supporto di bassi su cui si inserivano varie voci e svisate lunghe di chitarra. In altri anni quelli erano i momenti dei vari Lupi Solitari o dei dee-jay disperati, adesso i network radiofonici erano tutti uguali e la melassa musicale sempre la stessa, di giorno e di notte.

Andrea stava rientrando a casa dopo aver accompagnato Alberto. La cena aziendale quell’anno era stata in tono minore, considerata la situazione societaria, ma comunque bella: solite battute, soliti mazzi di fiori alle signore, soliti cori e balli di gruppo. Tutto nella norma, a parte una canzone di De Gregori, buttata improvvisamente lì “per ringraziare tutti gli uomini dell’impegno profuso nell’anno”, come aveva detto uno dei due musicisti. Era “La leva calcistica della classe del ‘78” ed essendo più vecchio ma non avendo mai giocato seriamente a calcio Andrea la sentiva tutta sua: sarà stata la musica, sarà stata la voce secca di De Gregori, sarà stato l’argomento ma ogni volta che la sentiva avvertiva un po’ di commozione salirgli dentro. E anche quella sera l’aveva sentita mentre la cantava a squarciagola assieme ad altri 3-4 colleghi e nel silenzio dei giovani, che non la conoscevano moltissimo.

Tornando a casa con Alberto aveva parlato della situazione lavorativa, dei problemi sorti nel corso dell’anno e di come cercare di risolverli: sentiva che non sarebbe stato per nulla semplice ed in fondo ai suoi pensieri era tornata l’idea che il prossimo anno sarebbe stato più difficile di questo. Si erano comunque lasciati con il solito urlo “non mollare mai” e scambiandosi gli auguri di buon Natale e buon anno.

(… continua a leggere ‘Sì, buon Natale’)

Fatti e misfatti n.13: Cristina di Svezia (seconda puntata)

In questa seconda puntata parleremo del viaggio che Cristina di Svezia fece nelle Marche: prima di arrivare a Loreto, dove visitò la Santa Casa e fece dono alla Madonna della sua corona,  la regina fu a Pesaro e Senigallia, dove godette della profana compagnia dei fratelli Francesco Maria e Ludovico Santinelli, nella notte galeotta di Palazzetto Baviera. Non meno importante della sua persona l’eredità libraria legata al suo nome nel lascito di libri poi confluiti nella Biblioteca Antonelliana di Senigallia e nella Biblioteca Spezioli di Fermo.

Approfondimenti:

Cristina di Svezia su Wikipedia

Dal catalogo di Librisenzacarta:

Flavio Solazzi, Gabriela Solazzi, “La Regina Cristina in Italia: Senigallia e la Biblioteca Antonelliana“, 2007