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Sentieri di Notte di Giovanni Agnoloni

Esce oggi “Sentieri di notte” (Galaad Edizioni), il primo romanzo di Giovanni Agnoloni. Il libro sarà presentato oggi a Roma, alle 18.00, al Centro Culturale Elsa Morante (in Piazzale Elsa Morante), in occasione della NeXT-Fest, il festival del movimento connettivista, con la partecipazione dell’autore e dello scrittore Francesco Verso, Premio Urania 2008.

“Sentieri di notte”  (Galaad Edizioni, Collana Larix), segna l’esordio narrativo di Giovanni Agnoloni, già autore di saggi su J.R.R. Tolkien e traduttore.
Siamo di fronte a un romanzo fantascientifico dalle tinte gialle e filosofiche, denso e carico di significati profondi.

Che energia è racchiusa nel Chakra del Castello di Cracovia? E chi è Luther, l’androide che una notte del settembre 2025 si sveglia sulle sponde del Lago di Lucerna con accanto a sé il corpo del suo creatore? Un mistero si profila su un’Europa messa sotto scacco dalla Macros, multinazionale informatica che da Berlino ha preso il potere, privando il continente di internet e dell’energia, mentre a Cracovia un’enigmatica nube bianca avanza inglobando la città. La salvezza sta nel cuore di quella nebbia, attraversata da uno studioso irlandese di teologia in cerca del suo passato, e nel viaggio verso la Polonia di Luther e del programmatore cieco Christoph Krueger.

Un romanzo viscerale, figlio della poetica del Connettivismo, avanguardia italiana le cui origini affondano nel Cyberpunk americano, ma anche nel Crepuscolarismo e nel Futurismo. Una storia frutto di una lunga e seria ricerca spirituale condotta dall’autore, che mira al ritorno alla Fonte, a una fusione con la radice dell’Essere. Un viaggio viscerale tra l’Ombra e la Luce, che passa per territori sondati dalla psicologia junghiana ed esplora la topografia di due grandi capitali della storia d’Europa, Berlino e Cracovia, fino ad affacciarsi sugli inquietanti ma suggestivi scenari dell’intelligenza artificiale e della post-umanità.

“Sentieri di notte” è anche il primo romanzo della collana “Larix”, diretta da Davide Sapienza. Dopo Nel cuore della Groenlandia di Fridtjof Nansen (2012) e prima di un’antologia inedita di scritti di Barry Lopez curata da Davide Sapienza in uscita nel 2013, quest’opera contribuisce a tracciare la visione della Collana che è dedicata all’esplorazione in senso geografico, umano e letterario.

L’opera è fin da ora prenotabile sul sito dell’editore, www.galaadedizioni.com.
Dal 26 ottobre in tutte le librerie italiane.

 

“Voyage autour de ma chambre” di Giuseppe Di Mauro

Chiuso nella sua stanza, tappezzata di quadri e manifesti, Giuseppe Di Mauro sembra sentirsi come un feto nel guscio materno. Quando vi si rinchiude quasi per prodigio tutto ritorna poetico intorno a lui. Può retrocedere nel tempo, risalire il corso degli anni, tornare alle sorgenti della sua passione per la grande poesia. Neruda, Garcia Lorca, Montale, Cardarelli, Leopardi gli si propongono nel volteggiare delle immagini sulle pareti in una sorta di inebriante esaltazione che lo pone fuori dal tempo. Chiuso in questa stanza ripercorre il propio “io”, un condensato di tante letture che puntellano la sua personalità, sempre vicina ai grandi di quest’arte di cui conosce tutti i recessi nei quali sa guidarvi con la sua squisita dizione interpretativa. Un fascino delizioso, ma anche torturante come il valzer che ci fa sentire beati di entrare in questo mondo esclusivo.

Queste sono le parole con cui il regista Maurizio Liverani accompagna il DVD sulla poesia del ‘nostro’ Giuseppe Di Mauro. Giuseppe ha deciso di regalarci anche la versione integrale del capitolo intitolato “Voyage autour de ma chambre”, come suggeritogli dallo stesso Liverani, capitolo del quale abbiamo già potuto apprezzare la lettura dei versi di Cardarelli. Il titolo si rifà a quello di un curioso romanzo intitolato esattamente “Voyage autour de ma chambre” ovvero “Viaggio intorno alla mia camera” dello scrittore francese Xavier De Maistre, nipote del celebre filosofo Joseph De Maistre.

Il libro fu pubblicato per la prima volta nel 1794 e nasce da un’esperienza alquanto singolare: l’arresto a causa di un duello, che aveva tenuto confinato 42 giorni nella propria camera Xavier De Maistre a partire dal carnevale del 1790. E così fu concepita l’idea del romanzo strutturato in 42 capitoli, uno per ciascuno dei giorni passati rinchiuso, pieni di riflessioni, aneddoti e divagazioni che suggeriscono all’autore gli oggetti della sua stanza quadrata, tra cui le stampe e i quadri, che egli vede e rivede nel percorrere in ogni direzione possibile i 36 passi di lunghezza delle singole pareti. Un po’ alla stessa maniera Giuseppe Di Mauro ci invita a passeggiare con lui nello spazio intimo della propria stanza.

Scrivere la natura

Esce oggi nelle librerie “Scrivere la natura” (Zanichelli), curioso ed interessante manuale su come avvicinarsi alla narrazione della natura in letteratura. Gli autori sono lo scrittore e traduttore Davide Sapienza, esperto di letteratura di viaggio legata al mondo naturale, e Franco Michieli, esploratore, geografo e giornalista. I due, amici e collaboratori di lunga durata, condurranno il lettore nei segreti e nella magia del raccontare la Natura.

Dalla scheda del libro:
Spostare il punto di vista dell’uomo accanto a quello della natura, darle voce con la nostra voce: Scrivere la natura invita il lettore a sperimentare diversi metodi per trovare il proprio stile, la strada per raggiungere una visione personale della descrizione del pianeta stando concretamente nel paesaggio o con gli animali. Attraverseremo la totalità della natura, dalla giungla in compagnia di Conrad al deserto con Buzzati, andremo a caccia di balene con Melville e correremo insieme ai cavalli con McCarthy sugli altipiani del Messico. Bandite regole e imposizioni, Scrivere la natura fornisce consigli di lettura e offre spunti, suggerimenti ed esercizi per mettere alla prova la creatività, sviluppare e affinare le proprie capacità stilistiche, approfondire il proprio rapporto con la scrittura.

Davide Sapienza
Scrittore, traduttore ed editorialista, si dedica a nuove forme di narrativa legate alla natura e al viaggio, come “I Diari di Rubha Hunish”, “La valle di Ognidove”, “La strada era l’acqua”, “La musica della neve”. Ha lanciato le camminate Natu.Re. (Natural Reading) e porta sul palco i suoi libri con performance musicali letterarie. Ra i suoi maestri annovera poeti nativi americani John Trudell e Lance Henson, gli scrittori Barry Lopez, Jack London, Herman Melville, Herman Hesse, Joseph Conrad, Mario Rigoni Stern, l’alpinista Walter Bonatti.

Franco Michieli
Geografo e giornalista, è esploratore a piedi di territori selvaggi, dove ha imparato a orientarsi come gli animali migratori. Tra gli esploratori italiani è tra i più esperti nel campo delle grandi traversate a piedi di catene montuose e terre selvagge. Dedica la vita a sperimentare e comunicare il rapporto intimo uomo-natura. E’ autore del documentario “La via invisibile”.

Una testimonianza di Davide Sapienza sullo scrivere la natura: qui.

"Se questa è follia… Omaggio a Nori De' Nobili" (regia di Maurizio Liverani, voce recitante Giuseppe Di Mauro)

In occasione dell’inaugurazione a Ripe del museo intitolato a Nori De’ Nobili lo scorso 7 ottobre (la stampa locale online ne ha parlato qui e qui) il nostro caro amico Giuseppe Di Mauro ci propone un video dedicato alla poetessa e pittrice marchigiana, scritto e girato dal regista Maurizio Liverani con l’ausilio della voce recitante dello stesso Di Mauro, su proposta del curatore del Centro di documentazione Nori De’ Nobili e direttore del Musinf Carlo Emanuele Bugatti. Il video è un viaggio attraverso le opere di Nori De’ Nobili e testimonia lo stato di abbandono in cui versava la sua eredità artistica prima dell’attuale collocazione nel museo a lei dedicato presso il Villino Romualdo di Ripe congiuntamente al Centro di documentazione dell’opera delle donne nell’arte visiva del ‘900, ispirato al Museo statale della donna nell’arte di Washington. L’inaugurazione è stata preceduta da una conferenza stampa presso Palazzo Madama a cui ha preso parte anche il vice-presidente del Senato Emma Bonino.

Nori De’ Nobili nacque a Pesaro nel 1902 da Carlo De’ Nobili e Luisa Augusti, erede della famiglia Antonelli Castracani Augusti, primogenita  seguita da Bice, Alberto e Guido. Trascorsa la fanciullezza tra Pesaro e Brugnetto di Ripe, frequentò Lucky Clic è un casino online che si è affacciato sul Bel Paese solamente a fine 2012. il ginnasio a Fano, dove seguì le lezioni del pittore Giusto Crespi. Proseguì presto a Roma nello studio del disegno e dell’inglese e si trasferì a Firenze con la famiglia nel 1924, tornando saltuariamente nella casa avita. A Firenze prese a frequentare quello che considera il suo primo vero maestro: l’ormai anziano Ludovico Tommasi, tra gli ultimi superstiti dei Macchiaioli. La sua vicenda pubblica e privata si intreccia con quella del critico Aniceto Del Massa, grazie al quale partecipa alla IV Mostra Regionale d’Arte Toscana nel 1930. Pur inserita pienamente nella vita intellettuale dell’epoca, subisce i pregiudizi del suo essere di sesso femminile. Le delusioni amorose acuirono la sua fragilità insieme ai contrasti con i genitori e alla prematura morte del fratello Alberto nel 1933. Dal 1937 restò rinchiusa in una casa di cura psichiatrica di Modena, dove la sua vicenda umana ebbe termine nel 1968.

Al video ha contribuito la fotografia di Gianni Marconi e Ivaldo Marconi, che ha anche curato il montaggio; l’edizione è di Chiara Diamantini, l’organizzazione di Stefano Schiavoni.

Il giardinere della Jin Tak

Il giardiniere della Jin Tak

Racconto di Eugenio Giudici (da “Storie Cinesi”)

La Jin Tak sorgeva di qua dalla Hong Qi Road, a fianco della Coca Cola. Dall’altra parte del viale c’era la Motorola e, tra la sede stradale e le costruzioni, un’ampia striscia di verde pallido e stento che sbiadiva sotto il celeste cielo della Cina.
La fabbrica si disponeva su sei piani di qua e di là di un cortile, sul fronte gli uffici e sul retro un edificio di servizio con la centrale termica, l’officina, il refettorio per i lavoratori e l’accesso alla serra. Nel mezzo del cortile una fontana ovale che non aveva mai visto l’acqua; tutto intorno al bordo, che alla fin fine serviva solo come panchina durante le pause, c’erano grandi vasi di cemento, disposti ad arte, con le piante che il signor Wang manteneva rigogliose.
Come tutte le aziende cinesi, anche la Jin Tak aveva una serra dove un amorevole giardiniere si prendeva cura delle piante che venivano distribuite nei reparti e negli uffici per il benessere dello spirito dei lavoratori.
(… continua a leggere ‘Il giardinere della Jin Tak’)

Renata Viganò – L’Agnese va a morire

Pubblichiamo il saggio di Tiziano Ziglioli “Renata Viganò-L’Agnese va a morire”.

(già apparso su «L’impegno», rivista dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli “Cino Moscatelli”, anno XXXII, nuova serie, n. 1, giugno 2012)

Romanzo per lungo tempo considerato il libro di lettura della Resistenza, ma poi classificato dalla critica come eccessivamente didascalico, L’Agnese va a morire merita in realtà  di essere recuperato perché rivela, al di sotto di uno stile piano e uniforme, una inattesa complessità.

Il personaggio di  Agnese  non è semplicemente una figura ideale o, peggio, un’astrazione ideologica. La concretezza e la verità del personaggio sono tangibili: i sentimenti che guidano Agnese nelle sue azioni sono quelli propri dei poveri di ogni tempo, che mirano alla giustizia e alla rigenerazione sociale pur senza avere le parole per esprimere il proprio pensiero in maniera compiuta. Solo alla fine, a maturazione faticosamente raggiunta, Agnese riesce a riassumere in parole il senso del cammino percorso: un sacrificio compiuto affinché gli altri possano vivere, tornare a casa e raccontare.

Si manifesta così in Agnese, nel suo accettare il compimento di un destino inesorabile, una grandezza inaspettata, che ne fa un personaggio simbolico, quasi mitico, i cui gesti lenti e definitivi si rivestono della sacralità del rito.

Proseguendo nella lettura simbolica del personaggio, si possono trovare in Agnese le caratteristiche del seme che deve morire per dare i suoi frutti, annullarsi per poi rinascere nella forma dell’idea. Descritta con un linguaggio evangelico come vittima sacrificale predestinata, Agnese emerge prepotentemente come un’immagine laicizzata del Cristo, potente figura di morte e resurrezione.

 

Tiziano Ziglioli è nato a Varallo nel 1962. Si è laureato in Lettere classiche a Pavia e insegna Latino e greco all’Istituto Superiore D’Adda di Varallo. Collabora all’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Biella e Vercelli “Cino Moscatelli”, interessandosi soprattutto di letteratura della Resistenza e dei rapporti tra cinema e letteratura resistenziale.

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