Chi ama
è il genio dell’amore
(Alda Merini)
Omaggio a Alda Merini di Luca Losito
Nata a Milano nel giorno in cui entra la primavera, Alda Merini se n’è andata, nella sua amata città , il giorno di Ognissanti.
Le parole di omaggio ad una grande poetessa, a poche ore dalla sua scomparsa, possono apparire stucchevoli e ridondanti, quasi a celebrare se stessi e i propri sentimenti per non-si-sa bene-che, piuttosto che omaggiare la donna che se n’è andata via in silenzio una domenica pomeriggio del giorno dei Santi.
Eppure, il silenzio che ha accompagnato l’ultimo viaggio di Alda Merini ha fatto rumore e ha squarciato di stupore la fine di una domenica pomeriggio d’autunno come tante, dedicata alla celebrazione, senza troppa convinzione, dei Santi cristiani.
Quello stupore per qualcosa che non ci si aspettava e che ribalta lo sguardo sulla giornata e sulle piccole cose che ci circondano. La notizia della scomparsa di Alda Merini pare avere colto tutti di sorpresa, come se la poetessa dallo sguardo dolce e malinconico, di chi ha saputo troppo della vita ma ha avuto sempre il cuore ricolmo di compassione, la poetessa fragile e forte che era Alda Merini non potesse mai andare via, ma fosse sempre presente, da qualche parte, pronta a rispuntare con quel suo sorriso carico di meraviglia come quello dei bambini, ma allo stesso tempo fiero e sornione, di chi sa e vuole raccontare agli altri, ma non proprio tutto.
I messaggi di cordoglio, gli omaggi, le citazioni, in questi due giorni, si sono sprecati. Noi vorremmo ricordare Alda Merini per quei suoi versi “inzuppati” di vita, capaci di emozionare fin nel profondo e che le hanno permesso di portare la poesia tra la gente comune e di diventare popolare; versi carichi di un misticismo non comune nella poesia contemporanea e di una visione compassionevole per la vita a dispetto di tutto il dolore che si possa incontrare.
Vogliamo ricordare Alda Merini con le sue poesie sull’Amore.
Ho conosciuto in te le meraviglie
Ho conosciuto in te le meraviglie
meraviglie d’amore sì scoperte
che parevano a me delle conchiglie
ove odoravo il mare e le deserte
spiagge corrive e lì dentro l’amore
mi son persa come alla bufera
sempre tenendo fermo questo cuore
che (ben sapevo) amava una chimera.
Vorrei poter suonare
Vorrei poter suonare quei violini
che solo a notte adeguano le stelle
e dirti e dirti che così vicini
possiamo amare tante cose belle;
ma tu ti rifugi nel silenzio
delle tue stanze e non odi oscuro
questa divina musica lontana
che sì mi batte in cor tanto sovrana
che mi fa meraviglia delle stelle
(a te ho dato le cose mie più belle).
Quando gli innamorati si parlano
attraverso gli alberi
e attraverso mille strade infelici,
quando abbracciano l’edera
come se fosse un canto,
quando trovano la grazia
nelle spighe scomposte
e dagli alti rigogli,
quando gli amanti gemono
sono signori della terra
e sono vicini a Dio
come i santi più ebbri.
Quando gli innamorati parlano di morte
parlano di vita in eterno
in un colloquio di un fine esperanto
noto soltanto a Lui.
Il loro linguaggio è dissacratore,
ma chiama la grazia infinita
di un grande perdono.
(Alda Merini – Folle, folle, folle di amore per te – Salani Editore 2002)
In rete:
– Alda Merini, sito ufficiale
– Biografia di Alda Merini su Wikipedia
Appena avevo letto curiosato versi vita della Merini
Mi decisi allora a conoscere capire la vita e la poesia della malata poetessa
Sono entrato da Claudia e l’ho pregata di trovarmi un poco di Merini
libri economici naturalmente
Allora un giorno mi chiamò e mostrò un blocchetto di libri
raccolte di poesie della Merini
Ho letto stando in piedi varie pagine versi cercando di capire capire-
Per caso dopo poco senza aver assorbito lo scritto mi cadde lo sguardo sul prezzo dei piccoli libri.
Sono rimasto umiliato per l’alto prezzo mi sono consultato con Claudia e mi ha dato ragione in proporzione al
al formato
Ho letto e riletto i versi quasi a casaccio ed onestamente non ho provato sensazione profonda
Ho trovato versi astrusi e ricercati allora ho rinunciato all’acquisto per ripensarci
Forse dipenderà da fattori che ignoro ma non me la sono sentito di partecipare alla commozione
Forse più in là più tardi con calma cercherò di capire e magari trovare qualcosa che non sono stato capace di trovare.
Allora a più tardi al tempo che verrà –
dario.
Alda Merini
Si è vero è una poeta esasperato
come quando si perde la testa e si possiedono note per dire suonare
Affascina il linguaggio la supposizione di ogni parola detta ma non solo da lei
Anche nelle spiagge solitarie lontane o vicine c’è sempre un anima uno spirito
qualcosa qualcuno che dice sdicendo
Allora Alda a cui è pernmesso la follia quando guarda e dice fa provare sensazioni e pensieri che sono di un mondo permesso da un dio suggerito forse sorretto da ischemia che turba ed altro
Chiamiamola pure poesia.
dario.
“Quello stupore per qualcosa che non ci si aspettava e che ribalta lo sguardo sulla giornata e sulle piccole cose che ci circondano.”
“…come se la poetessa dallo sguardo dolce e malinconico, di chi ha saputo troppo della vita ma ha avuto sempre il cuore ricolmo di compassione, la poetessa fragile e forte che era Alda Merini non potesse mai andare via, ma fosse sempre presente, da qualche parte, pronta a rispuntare con quel suo sorriso carico di meraviglia come quello dei bambini, ma allo stesso tempo fiero e sornione, di chi sa e vuole raccontare agli altri, ma non proprio tutto.”
Grazie Valeria per queste tue parole, anche per tutto il lavoro con cui hai raccolto un ricordo ricco ed intenso che permette a tutti coloro che ne hanno interesse, di partecipare e ritrovare le emozioni di un proprio personale rapporto con una poetessa contemporanea così generosa ed al tempo stesso così schiva.
Lei, proprio in quanto capace di amore universale, totale, di un’incandescenza vulcanica, è stata sempre molto attenta ad accogliere solo chi sentiva affine, e solo in corrispondenza di un vero condividere il suo mondo poetico e la struttura del suo comprendere, caratterizzata da un’intelligenza sempre raccolta in un contatto con il mistero ed il profondo della vita.
Ha molto amato l’autenticià e, come tutte le persone che hanno molto sofferto, aveva un fiuto infallibile … Tutti coloro che l’hanno frequentata sono testimoni di un proprio percorso di attenzione e di pazienza, come un “dovuto” verso la generosità di cui era consapevole portatrice, in quanto prima di ogni altro ne riconosceva la qualità di “dono” e ne sperimentava il prezzo.
E’ stata molto molto dignitosa nella sua sofferenza finale, e silenziosa perchè il suo grido di dolore si era già esteso in tanta opera e ad arte. Chi l’ha assistita ha potuto conoscerla forse meglio del suo pubblico, ed ha potuto ricevere tutta la sua più profonda riconoscenza.
Forse anche questo sorprende… come uno svelamento finale di tutto il suo umano pudore, a difesa di una inalienabile dignità della persona, sempre “cantata” universalmente.
Mi piace perciò ricordarla personalmente con alcune sue stesse parole, mai come ora così a lei aderenti, pur avendole lei dedicate, per la raccolta “Affinità elettive”, a Giovnni Paolo II:
“Era un poeta, ed essere poeti è avere il potere del silenzio, perchè la parola spesso è silenzio, e il silenzio è la parola”.
E nel silenzio l’ho vista andare, una notte d’estate, poco più di un anno fa, a Gubbio, dopo uno spettacolo in piazza di cui era stata ospite protagonista, titolare di un ennesimo premio tra i tanti ricevuti, ed a lei tributato in quel caso dalla città che la ospitava.
Al richiamo di chi voleva salutarla, parlarle o, come me, fermarla anche solo per un breve saluto, rispondeva con un leggero girare il capo lasciando la scia del suo semplice sorriso.
Grazie Valeria, grazie ancora.
Vorrei segnalare, insieme al mio ricordo per Alda Merini, anche il sito
http://www.giovanninuti.com
perchè la sera dei quell’estate ha ospitato un bellissimo concerto di questo artista, che ha saputo musicare in modo veramente bello le parole di molti testi meriniani.
Chi vorrà potrà apprezzare direttamente…
Scoppia di scintille Carmen
è la ventesima volta che mi stupisce travolge e porta via
Ad Alda non piaceva ella suonava musica strafona quasi un jazz uterino coi suoi ragazzi che tra alcolici e voli pindarici le fermavano le mani gonfie inanellate da lavandaia per farsi toccare e lei partiva mentalmente aprendosi e regalando la carne morta comandata dalla mente furiosa che la credeva altra
Carmen no la sigaraia giovane bella puttana le repulsava sentiva aria di caves da dipo guerra nella Parigi sempre aperta per commettere peccato
Suonava credendo nei suoni mentre i sentimenti violati da ragazzi improvvisati vicino al naviglio improvvisavano disordine e lei rideva piangendo nel pensare ai versi di Pasolini
Complicata e giudicata Alda visse non sapendo spesso dove fosse.
dario
Grazie di cuore a te Matilde, per la testimonianza, il ricordo e la segnalazione.