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I dieci anni del Premio Puccini-Senigallia

Mario Puccini (Senigallia, 1887 - Roma, 1957)In questo caldo giorno di luglio, centoventisei anni fa, nasceva a Senigallia Mario Puccini (Senigallia, 29 luglio 1887 – Roma, 5 dicembre 1957), “uno dei più intensi narratori del Novecento”, come ha scritto di lui Carlo Santulli. Per riportare alla luce la sua figura letteraria la Fondazione Rosellini ha meritoriamente fondato un comitato permanente di studi pucciniani che ha raccolto e ristampato alcune delle sue opere.

Ma c’è un altro lascito che vale la pena di ricordare, quello del Premio “Puccini – Senigallia”, nato dopo la morte dello scrittore per volontà del figlio Dario, e che ebbe fra i suoi giurati scrittori e critici letterari di primissimo piano: Enrico Falqui, presidente di giuria, Carlo Bernari, Arnaldo Bocelli, Marcello Camilucci, Niccolò Gallo, Vasco Pratolini, Dario Puccini, Valerio Volpini, Cesare Zavattini.

Il Premio, dedicato a una raccolta di “racconti e novelle” (come solo, “fra tanta ridda e gazzarra di premi”, il “Settembrini-Mestre”, rilevava polemicamente Enrico Falqui), edita entro i dodici mesi precedenti la premiazione, che avveniva generalmente in luglio, assunse da subito rilevanza nazionale e fu assai ambito dagli scrittori dell’epoca; d’altra parte fu merito dei giurati designare come vincitori scrittori oggi riconosciuti fra i maggiori del panorama letterario del Novecento: Giuseppe Dessì con Isola dell’Angelo ed altri racconti (1958); Giovanni Testori con Il Ponte della Ghisolfa (1959); Renzo Rosso con L’adescamento (1960); Libero Bigiaretti con I racconti (1961); Mario Rigoni Stern con Il bosco degli urogalli (1962); Beppe Fenoglio con Un giorno di fuoco (1963);  Pier Antonio Quarantotti Gambini con I giochi di Norma (1964); Marcello Venturi con Gli anni e gli inganni (1965); Giovanna Zangrandi con Anni con Attila (1966); Giovanni Comisso con Viaggi felici (1967).

Non meno degna di nota è la messe di opere che furono messe al vaglio dalla giuria nei dieci anni di vita del Premio, di cui portiamo in evidenza le cospicue rose dei finalisti (e l’indicazione di altri premi attribuiti talvolta dalla giuria):

1958 – Finalisti: Carlo Cassola, Un soldato-Rosa Gagliardi; Giuseppe Dessì, Isola dell’Angelo ed altri racconti; Carlo Montella, Ritratto spagnolo.

1959 – Finalisti: Luigi Berti, Storie di Rio; Beatrice Solinas Donghi, L’estate della menzogna; Giovanni Testori, Il ponte della Ghisolfa; Marcello Venturi, Vacanza tedesca. Miglior documentario a Di Gianni, Nascita e morte nel meridione (finalisti De Seta, I dimenticati, Caldano, Paese perduto, Mazzetti, A occhi chiusi, Gallo, Matrimonio segreto)

1960 – Finalisti: Gaetano Arcangeli, I passi notturni; Luigi Compagnone, L’onorata morte; Enzo Maizza, Coprifuoco; Eraldo Miscia, Chi cavalca la tigre; Mario Picchi, Roma di giorno; Renzo Rosso, L’adescamento; Camilla Salvago Raggi, La notte dei “mascheri”; Leonardo Sciascia, Gli zii di Sicilia; Pietro Sissa, La grande paura: tre storie italiane; Piero Spalletti, Una prigione di nebbia.

1961 – Finalisti: Libero Bigiaretti, I racconti; Alberto Del Pizzo, La gente del circo; Augusto Frassineti, L’unghia dell’asino; Giorgio Orelli, Un giorno della vita; Antonio Seccareccia, Le isolane; Beatrice Solinas Donghi, Natale non mio; Rolando Viani, Il mascalzone.

1962 – Finalisti: Luigi Bartolini, Passeggiata con la ragazza; Edith Bruck, Andremo in città; Ugo Facco De Lagarda, Cronache cattive; Tullio Kezich, L’uomo di sfiducia; Stelio Mattioni, Il sosia; Mario Rigoni Stern, Il bosco degli urogalli.

1963 – Prima rosa: Sebastiano Addamo, Violetta; Giuseppe Berto, Un po’ di successo; Alessandro Bonsanti, Racconti lontani; Manlio Cecovini, Farina fina e altri racconti; Adriana Noferi Curioni, I segni e le cose; Carlo Della Corte, Pulsatilla sexuata; Livia De Stefani, Viaggio di una sconosciuta; Mario Devena, Un requiem per Addolorata; Beppe Fenoglio, Un giorno di fuoco; Angelo Fiore, Un caso di coscienza; Emilio Garroni, La macchia gialla; Alberto Lecco, Vieni notte; Dario Ortolani, Elena e gli orsi; Carlo Scarfoglio, I racconti della torre; Enzo Siciliano, Racconti ambigui. Finalisti: Giuseppe Berto, Un po’ di successo; Alessandro Bonsanti, Racconti lontani; Beppe Fenoglio, Un giorno di fuoco.

1964 – Vincitore: Pier Antonio Quarantotti Gambini, I giochi di Norma. Miglior saggio sull’opera di Mario Puccini ex aequo a Giorgio Luti per Poetica e cultura di Mario Puccini e Emilio Pesce per Mario Puccini scrittore morale.

1965 – Rosa finale: Mario Bonfantini, La svolta; Sergio Civinini, Una sera con te; Luigi Davì, Il vello d’oro; Fulvio Longobardi, La fine del mondo; Alberto Spaini, La moglie di Noè; Marcello Venturi, Gli anni e gli inganni.

1966 – Rosa finale: Piergiorgio Bellocchio, I piacevoli servi; Eurialo De Michelis, Viaggio in carrozza; Tommaso Landolfi, Racconti impossibili; Dea Matacena, Metropoli; Enrico Panunzio, I signori scaduti; Giorgio Soavi, Sirena; Beatrice Solinas Donghi, L’aquilone drago; Giovanna Zangrandi, Anni con Attila.

1967 – Vincitore: Giovanni Comisso, Viaggi felici. Miglior saggio sull’opera di Mario Puccini ex aequo a Mario Isnenghi e Erasmo Valente.

Tutti i premi letterari hanno un inizio e, fatalmente, una fine, che nel migliore dei casi dipende dalla sua ragion d’essere. Solo qualche anno fa lamentavamo la mancanza di un sito web del Premio di Poesia “Spiaggia di Velluto”, poi tristemente finito. Così pure il “Puccini-Senigallia” che finì, giova ricordarlo, fra le polemiche. Lungi da noi proporne la rinascita, che oltre ad una sua propria ragion d’essere richiederebbe la volontà politica di un contributo pubblico e privato difficilmente esigibile in questo periodo di diuturna crisi, ma un po’ di riflessione, dopo circa cinquant’anni, anche solo una riflessione sulla narrativa italiana che il lascito di questo premio consente, crediamo si possa, e sia auspicabile, esigerla. 

 

 

1 Risposta a “I dieci anni del Premio Puccini-Senigallia”


  1. 1 Andrea Pongetti Ago 11th, 2013 at 8:27 pm

    Un grande narratore, che sarebbe il momento di ricordare in maniera decisamente più costante ed intensa, nella città dove era nato

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