Cara Valeria,
mi fa piacere constatare il suggerimento che dai per Antonioni
che vuoi tu sei ragazza e puoi gustarlo leggerlo sentirlo solo ora
io che sono di qualche era più anziano di te ho avuto la fortuna di vedere nascere e crescere la figura di Antonioni
E’ esempre stato forse il più colto dei nostri “cineasti”
e la sua cultura – passione partì da Ferrara sin da ragazzo chè scriveva soggetti forse inconsciamente pre-neorealisti:vedi N.U.(nettezza urbana) e le sue letture francesi non solo snob ma inaturate anche per gli studi di architettura che aveva scelto e la città che gli aveva dato i natali-Ferrara-
assorbi pertanto gli sguardi degli obbiettiovi di Clair e Renoir sin da giovanissimo
quando poi scoppiò dopo la guerra il neoreolismo (visconti-de sica-rossellini) egli rimase forse a parte aristocraticamente sino a lanciare i films suoi tutti dediti ad una borghesia che sembrò sprezzante e forse lo era davvero con se stessa dentro la sua composizione
le inquadrature in bianco e nero i piani lunghi e i silenzi fecero coniare ai vari Renzi ed altri critici il termine di incomunicabilitÃ
Dalla splendida Vitti alla Massari furono ritratte signore e signori che nella tragedia quasi poco parlata l’Italia scoprì e diffuse un cinema nuovo sollo apparenza aristocratico bensì intimamente dall’anima egoista falsa avventurosa anche se statica
Eppoi Antonioni portò anche i colori violenti ed assurdi come a Ravenna perchè voleva dire ecologicamente la violenza che l’uomo nella sua natura malvagia stava portando
Venne l’america ove fu chiamato i paesi anglosassoni e superò il periodo della detta incomunicabilità per passare al giallo colto all’avventura alla fotografia dei lunghi ponti ove i suoi studi mai dimenticati portarono un senso di coltà ricordando anche indirettamente la letteratura francese alla Rimbaud
Vedi Valeria se posso darti un suggerimento proverei a lanciare una iniziativa con cui setacciare la figura del regista in oggetto magari facendo un parallelo tra lo stesso e Visconti
Entrambi di cultura aristocratica che affrontarono l’avventura del cinema italiano usando mezzi diversi portando la settima arte sotto lo sguardo dell’interesse globale.
Il film da te segnalato Valeria io l’ho visto troppi anni fa ma il suo ricordo è rimasto in me vivacissimo:è veramente da non perdere assolutamente.
Saluti tanti,
dario.
Sai Valeria tra le mie fissazioni c’è anche il cinema.
Forse la VII arte è stato il mio primo amore.
Non poche le liti sono state a Roma in vari cineclub quando ancora facevo scoppiare cagnare tra me e chi sosteneva essere il cinema solo tecnina e non immaginabile la sua classificazione nel mondo delle arti
Allora si usavano anche amicizie che vivevano col cine e nel cine e spesso riuscivo a perdere compagnie che degradavano ridendoci sopra anche films come Germania Anno Zero=forse il mio preferito in senso assoluto=
Anzi visto che siamo in argomento e che mi ricordo se ti capita
ma è difficilissimo ritrovarlo non fartelo sfuggire chè dall’inizio al “the end” respireresti sempre una favola tragica descritta da Rossellini con una sensibilità secondo me in forte stato di emozione
Pare quasi avere scarnato ogni possibilità di redenzione per la Germania vinta.
Dalla musica appena sussurrata ai volti poveri degli interpreti noteresti quanto terribile e profonda e la lacerazione che la guerra lascia per sempre senza pietas alcuna
Io la prima volta che lo vidi ebbi la impressione di avere trattenuto sempre il respiro per la tensione e quando si accesero le luci chè il film era finito uscii di corsa in strada come in cerca di libertà .
Desideravo dirti quanto sopra chè se puoi allora ti ricorderai perchè amo tanto certo cinema “serio” che ora stanno restaurando anche a Bologna .
E’ stata la mia una intrusione spero non troppo fastidiosa.
Ciao Valeria.
dario.
Certamente caro impareggiabile franco che se tutte le persone fossero sensibili come te in questa latrina di vita si sentirebbero meno odori sgradevoli
basta lanciare un mezzo pensiero e subito ti adopri
sai maneggiare con troppa umiltà anche ‘sta legge informatica e trovi trovi sempre anche quando non ti si chiede
meriteresti almeno un poco di riconoscenza pratica dal cielo da qualcuno o qualcosa che sta forse sopra le nuvole.
spero e non per me che qualcuno abbia la curiosità -mista ad altro sentimento nobile di ricompattere l’intero film
ieri e magari questo poco interessa c’è stato qualcuno scocciato che si è espresso :sempre ‘sta palla del passato lo squallore è anzi sarebbe ora di cancellare-dimenticare
se lo sentisse quel povero Ciampi che tanto predicava la memoria il ricordare chè un popolo senza memoria diceva viene scordato e non sarà mai esistito.
finito la mia pontificatio
grazie sempre franco
dario.
C A P O L A V O R O !!!!
Cara Valeria,
mi fa piacere constatare il suggerimento che dai per Antonioni
che vuoi tu sei ragazza e puoi gustarlo leggerlo sentirlo solo ora
io che sono di qualche era più anziano di te ho avuto la fortuna di vedere nascere e crescere la figura di Antonioni
E’ esempre stato forse il più colto dei nostri “cineasti”
e la sua cultura – passione partì da Ferrara sin da ragazzo chè scriveva soggetti forse inconsciamente pre-neorealisti:vedi N.U.(nettezza urbana) e le sue letture francesi non solo snob ma inaturate anche per gli studi di architettura che aveva scelto e la città che gli aveva dato i natali-Ferrara-
assorbi pertanto gli sguardi degli obbiettiovi di Clair e Renoir sin da giovanissimo
quando poi scoppiò dopo la guerra il neoreolismo (visconti-de sica-rossellini) egli rimase forse a parte aristocraticamente sino a lanciare i films suoi tutti dediti ad una borghesia che sembrò sprezzante e forse lo era davvero con se stessa dentro la sua composizione
le inquadrature in bianco e nero i piani lunghi e i silenzi fecero coniare ai vari Renzi ed altri critici il termine di incomunicabilitÃ
Dalla splendida Vitti alla Massari furono ritratte signore e signori che nella tragedia quasi poco parlata l’Italia scoprì e diffuse un cinema nuovo sollo apparenza aristocratico bensì intimamente dall’anima egoista falsa avventurosa anche se statica
Eppoi Antonioni portò anche i colori violenti ed assurdi come a Ravenna perchè voleva dire ecologicamente la violenza che l’uomo nella sua natura malvagia stava portando
Venne l’america ove fu chiamato i paesi anglosassoni e superò il periodo della detta incomunicabilità per passare al giallo colto all’avventura alla fotografia dei lunghi ponti ove i suoi studi mai dimenticati portarono un senso di coltà ricordando anche indirettamente la letteratura francese alla Rimbaud
Vedi Valeria se posso darti un suggerimento proverei a lanciare una iniziativa con cui setacciare la figura del regista in oggetto magari facendo un parallelo tra lo stesso e Visconti
Entrambi di cultura aristocratica che affrontarono l’avventura del cinema italiano usando mezzi diversi portando la settima arte sotto lo sguardo dell’interesse globale.
Il film da te segnalato Valeria io l’ho visto troppi anni fa ma il suo ricordo è rimasto in me vivacissimo:è veramente da non perdere assolutamente.
Saluti tanti,
dario.
Grazie per il dettagliatissimo commento e tutte le informazioni.
Sai Valeria tra le mie fissazioni c’è anche il cinema.
Forse la VII arte è stato il mio primo amore.
Non poche le liti sono state a Roma in vari cineclub quando ancora facevo scoppiare cagnare tra me e chi sosteneva essere il cinema solo tecnina e non immaginabile la sua classificazione nel mondo delle arti
Allora si usavano anche amicizie che vivevano col cine e nel cine e spesso riuscivo a perdere compagnie che degradavano ridendoci sopra anche films come Germania Anno Zero=forse il mio preferito in senso assoluto=
Anzi visto che siamo in argomento e che mi ricordo se ti capita
ma è difficilissimo ritrovarlo non fartelo sfuggire chè dall’inizio al “the end” respireresti sempre una favola tragica descritta da Rossellini con una sensibilità secondo me in forte stato di emozione
Pare quasi avere scarnato ogni possibilità di redenzione per la Germania vinta.
Dalla musica appena sussurrata ai volti poveri degli interpreti noteresti quanto terribile e profonda e la lacerazione che la guerra lascia per sempre senza pietas alcuna
Io la prima volta che lo vidi ebbi la impressione di avere trattenuto sempre il respiro per la tensione e quando si accesero le luci chè il film era finito uscii di corsa in strada come in cerca di libertà .
Desideravo dirti quanto sopra chè se puoi allora ti ricorderai perchè amo tanto certo cinema “serio” che ora stanno restaurando anche a Bologna .
E’ stata la mia una intrusione spero non troppo fastidiosa.
Ciao Valeria.
dario.
Sono riuscito a trovare un brano di 10 minuti di questo film del 1948 “Germania Anno Zero” di Roberto Rossellini
questo è il link.
http://it.video.search.yahoo.com/search/video?p=germania+anno+zero&fr=yfp-t-501&ei=UTF-8
Certamente caro impareggiabile franco che se tutte le persone fossero sensibili come te in questa latrina di vita si sentirebbero meno odori sgradevoli
basta lanciare un mezzo pensiero e subito ti adopri
sai maneggiare con troppa umiltà anche ‘sta legge informatica e trovi trovi sempre anche quando non ti si chiede
meriteresti almeno un poco di riconoscenza pratica dal cielo da qualcuno o qualcosa che sta forse sopra le nuvole.
spero e non per me che qualcuno abbia la curiosità -mista ad altro sentimento nobile di ricompattere l’intero film
ieri e magari questo poco interessa c’è stato qualcuno scocciato che si è espresso :sempre ‘sta palla del passato lo squallore è anzi sarebbe ora di cancellare-dimenticare
se lo sentisse quel povero Ciampi che tanto predicava la memoria il ricordare chè un popolo senza memoria diceva viene scordato e non sarà mai esistito.
finito la mia pontificatio
grazie sempre franco
dario.