Milk and honey to Santiago
di Sara Moneta Caglio
XIV.
La vita è uno specchio
È stata quella mattina, dopo otto giorni di cammino, quando è spuntata una doppia alba, riflessa in un lago incantato, che ho unito tutti i punti del destino e ho capito.
Tutto ha avuto un senso così chiaro uscendo dal labirinto della città addormentata: sono state proprio le stelle a guidare la mia via verso la conoscenza.
Nel primo sole, ho trovato l’essenza di tutto ciò che è stata la mia vita.
Era sempre più chiaro che qui ogni incontro non era casuale. Si ripresentavano sulla strada, ogni giorno, i frammenti della vita passata.
Più camminavo, più le immagini si facevano nitide e comprensibili.
Ogni personaggio che incontravo, con la sua storia, il suo nome, il suo ritratto, mi conduceva a una tappa della mia vita che dovevo ripercorrere e ritrovare per riuscire a superarla.
Tanta bellezza in tutto ciò che rivivevo, tanta profondità in tutto ciò che toccavo, tanta nostalgia ancora per alcuni passaggi.
Mai avrei pensato di poter vivere una rivelazione così intima e potente, ma questo era il cammino e nessuno poteva arrestare la sua energia che fluiva libera senza possibilità di essere deviata.
In quei giorni camminavo da sola, non mi preoccupavano più le condizioni delle mie amiche.
L’una aveva riscoperto l’animo libero che la civilizzazione le aveva bendato e quindi andava, senza interruzioni e cedimenti verso la meta; l’altra, Caterina, scopriva pian piano, con il suo passo moderato, quanto le piaceva quella sensazione di poter vivere libera, in un mondo di cui non si immaginava nemmeno l’esistenza, dove potersi adattare e cavarsela in qualsiasi condizione.
Alla sera però ci ritrovavamo, magari non tutte le notti sotto lo stesso tetto, ma sotto la stessa intenzione.
Mi serviva quel tempo da sola, durante il giorno, per fare chiarezza.
Anche perché c’era un altro fatto strano. Come una sorta di altra rivelazione. Avevo conosciuto due francesi di Parigi, marito e moglie. Mi seguivano da qualche giorno e alla fine compresi perché li avevo notati e incontrati. Un’altra illuminazione. Erano i suoi genitori, i genitori di Filippo. O perlomeno erano identici a loro.
(… continua a leggere ‘Milk and honey to Santiago / XIV’)
Pubblicato da Valeria Bellagamba il 1 Agosto 2015
in segnaliamo.
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A Senigallia il reading “proibito”, quello sui libri messi all’indice dal sindaco di Venezia. Attraverso un reading itinerante per i luoghi della città racconteremo storie di rispetto, accoglienza e condivisione in risposta a censure e intolleranza.
Sono invitati tutti, sia grandi che bambini. La cultura e la società civile si costruiscono insieme, con il dialogo e il confronto. Mai con la censura!
Le tappe del nostro reading itinerante
Domenica 2 agosto ore 21:30 alla Libreria IoBook Senigallia (Via F.lli Bandiera, 33)
Martedì 4 agosto ore 18:30 ai Bagni 29bis Hawaii Beach, Lungomare nord di Senigallia
Giovedì 6 agosto ore 21 all’edicola Quilly’s presso i Bagni 65, Lungomare Sud di Senigallia
Domenica 9 agosto ore 21:30 alla Libreria IoBook (Via F.lli Bandiera, 33)
Martedì 11 agosto ore 18:30 ai Bagni 29bis Hawaii Beach, Lungomare nord di Senigallia
Giovedì 13 agosto ore 18:30 ai Bagni 29bis Hawaii Beach, Lungomare nord di Senigallia
Martedì 18 agosto ore 18:30 ai Millbolle Blu Bagni n4, Cesano di Senigallia
Milk and honey to Santiago
di Sara Moneta Caglio
XIII.
C’era ancora un passato pendente
Avevo creduto per un momento che Gianmaria potesse guarire veramente. Desideravo pregare anche per lui nel cammino. Pensavo che se fosse stato capace prima o poi di perdersi in un bosco senza aver paura di abbandonare la strada: ecco forse allora l’avrebbe trovata, nuova, battuta, senza sassi, dove avrebbe potuto evitare di incespicare vagando nei meandri della sua mente.
Pensavo a questo nei primi giorni del mio cammino e mi rendevo sempre più conto che la forza, la determinazione e la costanza arrivavano dalla pratica della volontà e dalla disciplina.
Ogni mattina cominciavo a camminare senza forze verso un futuro ignoto. Ma guardavo solo davanti, ogni passo era sempre spinto oltre l’altro, senza ripensamenti. Le gambe non tentennavano, sicure dell’equilibrio che trovavano nel presente.
Dopo i passi più pesanti trasformavo il mio corpo in un uccello e cominciavo a volare ascoltando la leggerezza di una materia che dimenticava di pesargli addosso. In quell’armonia potevo trovare pace. Ed era solo lì, in quel preciso punto, che ogni giorno arrestavo il mio cammino. Fino al giorno dopo, per ricominciare la ricerca, per rafforzarne le radici e piantarle salde nel mio cuore.
Più avanzavo e più mi rendevo conto che anche un paesaggio desolato è capace di riempire l’animo di tutte le mancanze che va cercando.
C’era un però un tessera che non riuscivo ancora a inserire nel mosaico della mia vita.
Credevo di aver chiuso ogni discorso che riguardasse la mia lunga convivenza con Luca, ma mi rendevo conto proprio in quei giorni che mancava un ultimo passaggio. E questo mi impediva di accogliere l’amore vero e di accettare Gianmaria, che pure era il mio sbaglio più grande, perché ero ancora intimorita dal passato, dal fallimento di un amore in cui avevo creduto.
Lo compresi un giorno, guardando una montagna sul cammino.
Quel picco, lì davanti a me, che mi appariva un cono capovolto, non era un altro monte che dovevo scalare, ma aveva la stessa forma di un tempo passato della mia vita che proprio lì, verso Santiago, voleva diventare finalmente tale.
(… continua a leggere ‘Milk and honey to Santiago / XIII’)
Milk and honey to Santiago
di Sara Moneta Caglio
XII.
Imparare a leggere i segni
Erano proprio i primi giorni di cammino. C’era tutto da scoprire.
L’entusiasmo e la frenesia di scartare il sentiero anticipava l’allarme di una sveglia che ululava meccanica contro i ritmi naturali di quella veglia che avrebbe poi imparato a regolarsi da sola.
Alle cinque c’era ancora il buio della notte che nascondeva le ombre del bosco, nelle sue fitte trame, che silenziose raccoglievano le storie di noi passanti.
Di lì a poco la luce sarebbe filtrata tra gli alberi e avrebbe avuto il sopravvento. Questione di un momento.
Una donna che incontrai mi raccontò di una tradizione andina.
“L’alba è il momento che Dio si avvicina alla terra. Lui che subito dopo aver creato l’uomo si rende conto che, con la potenza della sua energia, non potrebbe stargli vicino; per questo ha inventato la natura, la mano più affabile che non ci avrebbe bruciato del suo potente fuoco, ma accolto e protetto”.
Ed era proprio nell’alba che Dio scendeva tra noi per darci il nutrimento dell’animo, quello che spesso trascuriamo lasciandolo soffrire di fame e di sete.
A destra un arcobaleno si dilatava sopra la montagna. Ci indicava la via. Un sole tenue e infuocato filtrava i suoi raggi come spade fra le nuvole e trafiggeva la perfezione del loro incastro disegnando come degli strati di coscienza.
Dietro a quelle nuvole, a guardar bene, si potevano scorgere dei volti. Si poteva decidere chi essi fossero. E se si guardava bene non ci si poteva ingannare.
Io avevo intravisto lui, quel ragazzo, contornato da una luce azzurra celestiale.
Le mie gambe erano più forti ora che sapevano che esisteva davvero un passaggio. Una porta per arrivare alla conoscenza della nostra natura.
“Sai, dopo aver deciso che avrei chiuso tutte le porte del cuore agli uomini, mi accorsi che quella non era la soluzione, ma una violazione. È stato in quel momento che ho conosciuto un uomo. Non grande, non bravo. Buono”.
(… continua a leggere ‘Milk and honey to Santiago / XII’)
Pubblicato da Antonio Maddamma il 19 Luglio 2015
in letteratura, segnaliamo e teatro.
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Anticipata della mostra Il folle volo. Visioni e illustrazioni della Commedia di Dante Alighieri, inaugurata giovedì 16 luglio a Palazzo del Duca e aperta fino al prossimo 5 agosto, la rassegna E quindi uscimmo a riveder le stelle, facente parte delle iniziative per i 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri, curata da Alfio Albani e organizzata dal Comune di Senigallia e dalla Fondazione Rosellini in collaborazione con i Comuni di Caldarola, Chiaravalle e Corinaldo, prosegue con una interessante serie di Lecturae Dantis.
Il primo appuntamento è lunedì 20 luglio alla Rocca Roveresca di Senigallia: Il canto V del Purgatorio, per un’idea poetica delle Marche, relatore Alfio Albani, con un’animazione della Compagnia Teatrale Nuovo Melograno.
Di seguito il programma completo.
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Milk and honey to Santiago
di Sara Moneta Caglio
XI.
Di spalle, lui…
Era sera quando l’incontrai la prima volta. Avevo appena cenato ed ero stremata per le continue salite e discese del cammino. Le mie amiche avevano deciso di rimanere sedute. All’improvviso mi alzai. Volevo vedere Roncisvalle e forse qualcos’altro che non sapevo definire. Roncisvalle era tutta in quelle poche case antiche incastonate sui pendii di un passo di montagna. Alla luce debole della sera. Un tramonto riparatore e annunciatore di riposo. Un silenzio che protegge i pensieri. Un vento che orienta i passi. Una frescura che disseta la mente. Ero assorta nel mio viaggio quando entrai in chiesa. Era già iniziata la funzione. Una luce soffusa accoglieva i pellegrini per la prima benedizione solenne del cammino. Non so perchè ma invece che mettermi in disparte mi accostai all’altare. Poi qualcuno mi bloccò. Mi fermai ad un banco. Quello dove c’era lui. Non si scompose quando sono giunsi accanto al suo viso. Eravamo seduti alle estremità di una candela accesa. Ma non sapevamo da quale parte bruciasse, da quale parte si consumasse. Arrivarono altre persone. La candela cominciava ad accorciarsi e noi ad avvicinarci per fare spazio a chi voleva unirci, sedendoci accanto. Fino a quel momento non ci eravamo nemmeno sfiorati, né guardati. Poi gli sorrisi per salutarlo con quell’amore che apparteneva a tutte le persone di quel viaggio.
Mi voltai di nuovo a guardarlo, mentre uscivo dalla chiesa, mentre andavo a prendermi la notte. Forse non se ne accorse, ma il mio sguardo per un momento fu verso di lui che stava in piedi accanto alla porta, senza andarsene.
In quello stesso momento un’altra persona si era affacciata alla mia mente.
Volevo capire se in lui potevo trovare quell’amore in cui volevo credere ancora.
Anche se dentro di me, nella parte di me che non avevo ancora scoperto, già sapevo.
Ero negli strascichi di una pena d’amore e mi ero fatta scegliere; mi ero esposta e concessa a quello che, se non avessi frenato, poteva essere il mio sbaglio piu grande.
(… continua a leggere ‘Milk and honey to Santiago / XI’)
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