“Parole della mia terra”, nuova rubrica della rivista on line “Montparnasse Cafè“, che si occupa di letteratura e arte, è una piazza dove gli artisti raccontano se stessi parlando nella loro lingua madre, fatta di sonorità , accenti e sfumature tipici della loro terra. Ognuno è libero di esprimersi nel dialetto della propria zona, nella lingua del Paese natio, o nell’affascinante idioma degli Elfi (o affini) per dar vita ad un luogo in cui realtà , tradizioni, abitudini storia e memoria si fondono.
Ogni mese raccoglieremo, all’interno della rubrica, poesie, aneddoti e racconti brevi che abbiano il sapore genuino e sincero delle “cose fatte in casa”, frutto dell’originalità e della genialità di ogni artista.
I lavori dovranno essere mandati alla casella di posta terraeparole@gmail.com oppure ad Edelweiss (www.myspace.com/reny72)
La curatrice della rubrica
Renata Morbidelli
Daccordo
mi pare una iniziativa più che positiva allora parlando con Michele e Franco chiederò ( il permesso? ) di rimettere le mie cose prima che spariscano.
I miei contenitori non accettano più benevolenza,casa ufficio e amici
forse è meglio liberi dia un pò d’aria alle mie cose.
Complimenti e cari saluti
dario
Tutto tace
terribile
assurdo
ma vero
La mia terra
qual’è
quale è
dove e mia perchè
Quella ove ora credo vivere
dove si sente dire:
va a casa tua
e vedo manifestacci
sgrammaticati
che rivendicano diritti
di chi parla un dialetto
montanaro e si sentono padroni
Poveri
senza un libro
sempre sbavando
sopra la zappa
un mucchio di calcina
Quale mia terra
allora?
dario-
Sto quassù nel bel Veneto
nella colta Padova
Non è la mia terra
la gente sento ostile
ed allora penso giù
alle Marche
come se quella zona mi avesse dato
offerto qualcosa
Ora so
fingevo di non ricordare
Sono scappato per lavorare
ho girato al Nord
ma ho trovato nebbia
ed è sbucata la nostalgia
Non è la mia terra
questa
e manco laggiù
Lì ho lasciato ricordi
nostalgia
anni verdi.
dario.
Come si fa a dire
mi sento a mio agio
sono contento
Basta così poco
un nulla
niente
per turbare l’inizio di giornata
Anche non capire
una domanda
o rileggere un manifesto
stampato in nero
ove c’è scritto:
RAZZA PIAVE
eppoi scorrette
forti
volgari
parole
contro chi si permette
venire da ste parti
E pensare
che sui libri di scuola
nei films
dedicati alla Grande Guerra
i caduti i morti
tanti troppi
sembravano
e forse erano
gente semplice
affratellata nei sentimenti
coi terroni.
dario.