La Cultura NON è un lusso è un INVESTIMENTO!!!!
Lo capirà mai la classe dirigente italiana…? Lo capirà mai????
No, evidentemente, visto la tenacia e l’impegno che ci stanno mettendo nello sfasciare il patrimonio culturale nazionale e visto il totale disinteresse nei confronti della sua crescita e del suo rinnovamento.
E tutto questo succede in Italia…. dove la cultura è sempre stata un patrimonio nazionale vastissimo e inestimabile, la nostra prima risorsa. Il Paese dove si sono formati grandissimi esponenti mondiali della musica, della letteratura, delle arti figurative. Il Paese dove in passato era OBBLIGATORIO soggiornarvi se si voleva avere una formazione culturale e artistica di prestigio.
Il Paese che ora stanno distruggendo con la cementificazione violenta e l’abusivismo edilizio…
Il Paese incapace di smaltire i rifiuti urbani, ma che vuole aprire centrali nucleari… e dove le metteremo le scorie…??? Il Paese dove una politica fiscale assassina vuole distruggere importanti e prestigiosi enti culturali, di cui non possiamo fare a meno. Enti che non hanno la funzione di servire uno sparuto gruppetto di intellettuali, ma che sono al servizio del bene comune, non solo culturale, ma ANCHE economico.
Lo capirà mai questa classe dirigente che investire in cultura significa rendere i cittadini maggiormente consapevoli di sé stessi e del mondo in cui vivono…??? E che questa consapevolezza incide direttamente sulle scelte di vita, quindi anche su quelle di carattere ECONOMICO??? Ecco spiegato l’arcano del perché nei Paesi dove si legge e dove i consumi culturali sono importanti il PIL cresce.
No, purtroppo non credo che i membri dell’attuale classe dirigente italiana, sia politica che economica, lo capiranno mai…
Intanto questa è una piccola, importante lezione che ci viene dalla Francia. In questo Paese hanno tutt’altra considerazione per la cultura.
Il n’ya pas de Colin dans le poisson
No… no lo capiranno mai i membri della nostra classe dirigente…. sono troppo impegnati con prostitute e cocaina…
Notare l’importanza e il ruolo dei mediatori culturali in Francia…
dai noi invece mediatori culturali sono solo quelli che si occupano di stranieri.
e invece io penso che la cultura sia un ivestimento ed anche un lusso alto però oltre la torre ed ogni racconto favola colorata per privilegiati
c’era una volta un cieco tornato da Parigi al quale un amico chiese come e quanto fosse fatta la CITTA’
questi dopo breve pensiero rispose:
potrei descriverti il cielo i colori le rincorse degli uccelli lo schianto dell’anima contro un amore prigioniero in camera di sughero?
allora sappi amico che tutto quanto supponi senti nell’aria bagnata o primaverile è “cosa” riservata a chi ha mente occupata nei segreti del sempre
non si compra e manco si pesa
la chiamano Cultura e non si trova ove scorre acqua del magherb già usata
bugie arroganza bruta forza biblica
il pensiero e l’anima hanno una bandiera che sventola fissa senza
prezzo
leggerezza dell’anima inanimata che comprende lo spirito puro del solitario poeta vagabondo
anche senza nome e luogo.
dario
Ho motivo di considerare che chi dà la precedenza all’accumulo di ricchezze materiali, manipolando le coscienze ed i sogni di chi si trova in stato di necessità , allo scopo di ottenerne un consenso a proprio favore che altrimenti non avrebbe, sa benissimo e compiutamente il valore della cultura, cioè la ricchezza infinita della possibilità per la creatura umana di coltivare sè stessa in armonia con i suoi simili. Simili non per razza, per colore, per cultura, per grado di possesso di beni, ma per appartenenza ad un destino comune che dà nome all’umanità .
Dunque bisognerebbe arrivare a dire che chi più possiede materialmente la realtà più ha interesse ad indurre ad assumere lo stesso sguardo in chi non ne trae alcun guadagno personale. Perchè è importante per chi ha bramosia di possesso che la propria vittima sia inconsapevole di esserlo.
La necessità dettata non da condizione umana ma da egoismo personale deve trovare consenso oggi, perchè nel mondo si sono affermate, a costo di immensi sacrifici umani, condizioni democratiche di convivenza che richiedono consenso nell’esercizio del potere anche personale.
Dunque lo sviluppo del potere personale a discapito del potere altrui, richiede di far coincidere la propria visione della realtà con quella di chi ne permette la concreta materializzazione.
Per cui la realtà deve necessariamente consistere in un identico orizzonte, quello appunto materiale. Perchè nella sola condizione materiale, dove le forme del nutrimento si riducono e circoscrivono alla sopravvivenza fisica, è più facile indurre a credere alla limitazione delle risorse personali disponibili.
E più pressanti sono le limitazioni, più limitata risulta la percezione dell’interezza della natura umana, che per suo STATO (o condizione) implica lo sviluppo di tutte le dimensioni dell’essere per poter realizzare l’evoluzione a cui l’umanità , personale e collettiva, è vocata. Il più grande furto consiste appunto in questa privazione indebita e subdola, esito di manipolazioni estese e tacite, nella coscienza di sè d’ogni persona.
Si realizza così la condizone per cui invertendo i fattori il prodotto non cambia, come avviene in ogni proclama di populismo esteso in cui si è precipitati.
La possibilità di aprire gli occhi è dunque con ogni evidenza connessa ad una condizione di cecità indotta. Ma non è il caso di ritornare alla caverna di Platone. Perchè da Platone in poi molta strada è stata fatta, tanto da indurmi a credere che i miracoli possono sempre avvenire, ed hanno sempre questo stesso significato: esiste un’invisibile ma robusta radice profonda che li rende possibile.
Grazie Matilde! Condivido in pieno il tuo pensiero.