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Corto-Metraggi

Pubblichiamo le prime poesie tratte dall’antologia “Giovani Poeti Leggono… Carlo Antognini”, edita da peQuod. Autore: Luca Barchiesi.

Ecco una scrittura giovane di un giovane poeta che, più che ripetere i nostri modelli, si rifà alla letteratura nordamericana. Non si ha dunque una poesia che tenta la musira prosastica ma è la prosa che si snoda con il passo della poesia, agile ed elastico.
Barchiesi – di Montecarotto, provincia di Ancona – non fa mistero di provenire dall’ascolto di un Kerouac o Carver, ma mostra subito di trovarsi a suo agio in un modulo che gli si attaglia. Nel descrivere (meglio sarebbe dire re-inventare) a seconda dei luoghi (in cui) o delle persone con cui ha a che fare, rallenta il passo, accentua il ritmo, lo sospende, pausa, ìtera e i lettori sobbalzano con lui in una sorta di “Corriera stravagante” di Steinbeck o di scorribanda aurtomobilistica alla Kerouac. Ciò si verifica nei brevi testi come nei lungo-metraggi “Buda” e “Circo (circus)”, piccoli gioielli dove Luca dimostra la sua capacità lirico-narrativa.
(Fabio Maria Serpilli)

 

Robert

Seduto osservo il tramonto svanire
divido la realtà dalla fantasia
e scelgo da che parte stare.
                                                   is every moment forever
Esiste un punto nell’orizzonte
In cui puoi farlo
Un punto preciso dove tutto diventa irreale,

non è facile trovarlo.
Io sono divenatato cieco
a forza di guardare il sole svanire
                                                   is every moment forever
e adesso sono qui
sulla mia sedia a dondolo,
accarezzo la mia barba bianca
e ascolto gli uccelli cantare,

forse è questa l’irrealtà?

 

Buda

L‘uomo senza mani vagava per la strada
seguito dal suo fedele nano dal sigaro infinito,
lungo i bordi consumati
finti monaci regalavano preghiere

    “IL SIGNORE ENTRERÀ DENTRO DI TE”

c’era scritto sull’etichetta.

I geni dei vari mondi, isolati e lugubri,
vendevano cianfrusaglie per qualche soldo usato
e c’era tanto sole
e c’erano re che arringavano una folla
inesistente.
Noi non eravamo nessuno
restavamo chiusi quasi tutto il giorno
nei nostri smocking di plastica.

“Non posso amare tutto”
gridò l’uomo senza mani
“Tenterò il grande salto”
mi disse la sera precedente
ed io l’indomani lo vidi salire
su su nel cielo
su su
per migliaia e migliaia di chilometri
fino a sparire
——————-
——————
si tuffò
poi                          lo schianto-schianto

            PUM
L’uomo senza mani non c’era più
ed il nano piangeva e fumava
piangeva e fumava
“Perché? Perché?”
mi chiedeva tra rutti, singhiozzi e lacrime
“ognuno deve seguire il proprio destino”
risposi io cinico e me ne andai
senza neanche salutarlo.

Avevo fretta,
c’era il corridoio di luce ad attendermi.
Tante luci
Blu – viola – gialle,
Lì
si vendevano sogni:
sogni macabri
sogni erotici
sogni sogni
sogni di viaggi
ogni tipo di sogni
e la gente attendeva in fila
per ore intere
come cavalli imbalsamati.

Poi la notte scendeva come una tonaca sul giorno,
i grandi geni svendevano cianfrusaglie & cervelli
e si ritiravano nelle foreste
ad ululare alla luna.
Bambini giocavano nella giostra del domani
ed io che ero già stato domani
li guardavo da fuori
appoggiato alla recinzione.
 

    SILENZIO
       SILENZIO
         SILENZIO
           SILENZIO

 
lingue schioccano poco prima
che arrivi l’alba,
coppie si amano sui fili di sole
ancora deboli
e nude si coccolano
camminando nel fango.

 

– ©peQuod. Tutti i diritti riservati –

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