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La minestra col lardo

Sono molto divertito dal fatto che l’apparizione di questo blog “librisenzacarta” abbia stimolato più d’una persona a misurarsi sulla media philosophy che è sottesa a questo tipo di comunicazione. Non mi aspettavo che la tenue macchiolina che avevamo lasciato cadere coi primi interventi si sarebbe allargata fino al punto in cui la conduce il messaggio più recente, di Davide Sapienza. In realtà sono molto divertito dal blog in sé, e per il fatto che nel blog non esiste l’ultima pagina e nemmeno l’ultima parola. Dunque non cercherò in nessun modo di chiudere il discorso, ma correggerò solo alcune cose nella speranza di farlo progredire. Nel piatto che Davide ci offre trovo gusti fascinosi mescolati con qualche sapore che mi piace poco. Ora voi mi scuserete se cerco di mettere fuori proprio quelli, così come facevo da bambino quando mi davano la minestra col lardo: tutti i cicci sul bordo del piatto e poi trangugiavo tutto il brodo, che era molto buono.

Primo ciccio è il pistolotto che rivolge all’espressione “nessun albero è stato abbattuto per fare questo blog”, da lui bollato come “ambientalismo a buon mercato”. Ne possiamo parlare; ma nella circostanza non c’è niente di più avvilente dell’essere presi sul serio quando si credeva di avere ironizzato con qualche leggerezza: tocca dire mestamente “scherzavo”. Così pure si dovrebbe capire che chi dice “porco cane” non lo fa perché vuole parlare di porci e di cani, ma per esprimere il suo disappunto.

Secondo ciccio: sarà pure la rete una rivoluzione, ma il fatto che sia non violenta, quello sì mi pare un cosa oleografica del tipo dell’albero non abbattuto. Speriamo che Davide a sua volta volesse scherzare; ma non fosse così, gli direi che la rete tira su tutto quello che ci finisce dentro, cagnicce e busbane, scarpe rotte e coralli e che è fatta come siamo fatti noi. Pessima in certi casi.

Terzo ciccio, ma questo commestibile senza rigurgiti: l’accesso democratico alle pubblicazioni telematiche provocherà pure una diminuzione del senso di autocritica, ma nel contempo farà diminuire anche quello di frustrazione. Critica e soddisfazione dipenderanno dal senso biunivoco della comunicazione: io e voi, voi e me. Ossia terra, pulviscolo, respiro. Ma questo mi pare lo dica molto bene Davide quando annuncia che un nuovo senso critico si va formando, anche se lentamente.

Tolti tutti questi cicci, la minestra mi pare appetitosa.. Il suo sapore è questo: diventare quello che si è senza evidenziatore, senza sacralità, senza tutori, senza vagli preventivi; cercarsi la cerchia dell’ascolto con le proprie parole, e galleggiare tra miliardi di note come un esile graffio di luce. E i libri di carta? Lo stesso. Io li faccio da me, con due amici, li vendo e ci rifaccio i soldi. Oppure ci rimetto, se non va. Ho mille potenziali lettori, quante sono le copie che stampiamo. Qualcuno ogni tanto mi incontra e mi dice di cosa gli è piaciuto e cosa no. E se il mercato mi scoprisse per caso capace di averne di più, tante grazie e mandatemi il bonifico. Ma io vivo bene lo stesso. Ringraziando Davide con un appuntamento all’hotel Utopia per un drink in compagnia di tutti noi.

2 Risposte a “La minestra col lardo”


  1. 1 Davide Sapienza Ago 17th, 2006 at 7:41 am

    Hello Leonardo. Un’amica mi segnala questo tuo frizzante post, e che dirti? Condivido le cose che dici, perchè nella differenza di angolazione mi pare che comunque stiamo guardando verso gli stessi territori. In effetti ià sopportiamo un’esistenza spesso deprivata di senso, quindi è giusto sottolineare come dici tu che diminuisce il senso di frustrazione per molte persone: condivido la cosa, perchè in un certo senso (perverso?) rende la caccia alle cose interessanti e che “spostano” qualcosa nel cosmo ancor più intrigante e affascinante. Riguardo la Rete, lo so che essa tira su qualsiasi cosa: m sin dai suoi primi giorni (nella mia esistenza, circa 1995), ho pensato questo: Internet è esattamente come il Mondo. Che “tira su tutto quello che ci finisce dentro, cagnicce e busbane, scarpe rotte e coralli e che è fatta come siamo fatti noi. Pessima in certi casi” (cito tuo post). Mi pare di condividere, no? Direi questo: è bello usare la rete, senza farsi abbagliare. Approfondire. Un piccolo giochetto: quando andiamo su Google a cercare qualcosa, proviamo a vedere anche le ultime voci che parlano del soggetto cercato… Ho scoperto cose interessanti, con questo giochetto, praticamente su tutto quello che quotidianamente scandaglio. Spesso infatti i coralli stanno sotto le scarpe rotte. Augh.

  2. 2 Valeria Ago 17th, 2006 at 12:51 pm

    Beh, penso che alla fine si sia raggiunto ciò che con questo blog ci si proponeva, ovvero suscitare discussioni e scambi di opinione, oltre che pubblicare scritti inediti e interessanti.
    I confronti sono sempre utili e ringrazio sia Leonardo che Davide per i loro contributi.

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