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Milk and honey to Santiago/ XX

Milk and honey to Santiago

di Sara Moneta Caglio

 

XX.

Sapevo che c’era una discesa, ma fino ad allora non sapevo vederla

 

 

Foncebadon_2009Mentre stavo andando verso Foncebadón, pensavo a Dawn. Lei veniva dal Canada, da Toronto, ma prima ancora dalla Cina. Io e Dawn ci eravamo conosciute a Saint-Jean-Pied-de-Port, la prima sera. Quando non la vedevo durante il giorno sentivo l’assenza della sua dolcezza. Avevamo la stessa età io e Dawn. Trentatré anni. Gli stessi sogni. E le stesse motivazioni. Lei era sola lì – il marito era a casa ad aspettarla – era venuta per trovare un’ultima risposta, quella che l’avrebbe portata in Africa a donare il suo mestiere a un mondo che ne aveva più bisogno. E sarebbe andata insieme a lui, anche lui dottore, l’altra metà della sua vita. Avrebbero fatto dei figli, avrebbero amato bambini, guarito bambini. Pensavo a lei mentre camminavo tra le mie montagne, i miei sogni, i progetti e in lei trovavo l’energia e la forza per tornare a combattere e lottare per i miei ideali, per le ragioni per le quali ero partita. Lei che sfidava il mondo per un amore che sapeva e voleva trasmettere.
Giravano le pale dei mulini  in quel vento forte che non aveva confini. I capelli si scompigliavano sul viso e desideravano il disordine di quel cammino. Respiravo pace lì, nel mio mondo, lontana dal mondo.
Quel vento suonava, cantava per me, quel vento danzava nei miei pensieri e accoglieva Samuel che, puntualmente, compariva. Desideravo ballare con lui, nella mia mente, nella mia vita, in quel vento. Arrivare lassù e riscoprire il tempo. Ritrovare la felicità su quel sentiero che si perdeva tra boschi e occhi azzurri.
Coi passi mi allontanavo sempre più da Gianmaria, quell’uomo che mi aveva ingannato, con la sua mancanza di fiducia in se stesso, con la sua ricerca di risorse da sfruttare negli altri, essendone lui privo ed essendo privo della tenacia di voler fare la fatica di provare a cercarle dentro di lui. Cominciavo a vederlo con gli occhi disincantati. Cominciavo ad allontanarmi dall’immaginarlo come non sarebbe mai stato. Certe persone non possono tornare indietro o andare avanti, perché desiderano soltanto stare immobili nel loro regno, quel centro dove gravitano senza sapere, né volere, tentare una sfida. Ritrovai la donna che ero, in quel momento. Tutto il resto era vento e mai come quel giorno percepii di volere pace intorno a me.

(… continua a leggere ‘Milk and honey to Santiago/ XX’)

Omaggio a Pier Paolo Pasolini

0001Nella ricorrenza del quarto decennale dalla morte di Pier Paolo Pasolini il Comune di Senigallia propone un omaggio al poeta di Casarsa che si snoderà fra fotografia, teatro, cinema e letteratura.

Venerdì 27 novembre alle ore 18.00 a Palazzo del Duca, alla presenza del sindaco Maurizio Mangialardi, dell’assessore alla Cultura Simonetta Bucari, del direttore del Musinf Carlo Emanuele Bugatti e dell’assessore regionale Manuela Bora, sarà inaugurata la mostra fotografica, In ricordo di Pasolini, realizzata dal Musinf di Senigallia, con opere di Antonio Masotti e Ruggero Passeri. La cerimonia sarà introdotta da una lettura di Mauro Pierfederici. La mostra sraà aperta fino al 3 maggio 2016.

Sabato 28 novembre, alle ore 21, all’Auditorium San Rocco, ci sarà la performance Ti racconto Pasolini (tra ritmi e parole) con Mauro Pierfederici, Alessio Messersì e Giacomo Sebastianelli.

Domenica 27 dicembre, alle ore 18, alla Piccola Fenice, ci sarà la proiezione del docu-film Pasolini maestro corsaro realizzato dalla giornalista Emanuela Audisio; un racconto per temi e testimonianze con molti materiali inediti: spezzoni di film, brani d’epoca e molte interviste, da Martin Scorsese a Dante Ferretti, da Ninetto Davoli a Dacia Maraini. Al termine ci terrà l’incontro con l’autrice.

Mercoledì 30 dicembre, alle ore 18, a Palazzo del Duca, ci sarà una conversazione con il critico letterario Massimo Raffaeli proporrà dal titolo Pasolini, un poeta.

Quella notte, Pier Paolo, che moristi

Quella notte, Pier Paolo, che moristi

 

Quella notte, Pier Paolo, che moristi
ero nel ventre caldo di mia madre.
Ventre caldo, ovattato, lunga notte
fatta per nascere a questo dolce lume.
Tu nella notte breve e fredda e scura,
e piena di sangue e di dolore,
tu, feto adulto, vilmente martoriato
nel ventre della nostra antica madre
come un aborto. Tu apostolo abortivo
di un Verbo ch’era nostro e non lo è più.
Tutte le volte che sento quell’amore,
quell’amore chiamato tradizione,
quell’amore forza del passato,
io ti rivedo come un vecchio Pietro
coi nervi indeboliti, ma per quella
Parola tornato sui suoi passi,
come un ossesso, fra Appia e Tuscolana,
a cercare ancora i suoi fratelli,
o come un Socrate misero e impotente
che sa pensare e non filosofare
e che andando da Atene al Pireo,
come un amante che insidia l’amato
invitandolo a cena, nel parlare
lo prega di difendere quei campi
che sono fra il paese e la campagna
con le pannocchie abbandonate. E il prato
fra l’ultima casa ed il vallato.

No, i fascisti non han voluto prendere
quel fardello
e tu non hai potuto
difendere i tuoi nervi indeboliti
e stare al gioco che non hai mai voluto.
E così nel sangue e nel dolore
t’accettò il ventre dell’antica madre,
di cui amavi la carne come un figlio,
– ventre caldo, come quello di mia madre,
che mi teneva con sé – che ti teneva
quella notte, Pier Paolo, che moristi.

 

Antonio Maddamma

A proposito de “L’ultimo arrivato” di Marco Balzano, vincitore del Premio Campiello 2015

“L’ultimo arrivato” di Marco Balzano (Sellerio 2015)

di Valentina Sordoni

 

Chissà se il pittore Angelo Tommasi dipingendo la sua tela “Gli emigranti” nel 1896 pensò mai a quanto sarebbe potuta essere tanto attuale più di un secolo dopo?
O forse credeva che il fenomeno emigrazione fosse circoscritto al suo tempo e a un’Italia da poco unita, appesantita dalla disperazione di uomini, italiani, pronti a imbarcarsi per ritrovare la loro dignità nelle Americhe o in Australia? Chissà.

Eppure, ormai varcato il XXI secolo, la storia sembra ripetersi, mostrando la propria ciclicità intrinseca, indifferente a qualsiasi considerazione umana.
Ce la ripropone Marco Balzano, vincitore del Premio Campiello 2015 con il suo romanzo edito da Sellerio “L’ultimo arrivato”, un vero salto a ritroso nel tempo per raccontarci il dramma dell’emigrazione infantile nell’Italia degli anni ‘50, quando migliaia di bambini erano disposti ad attraversare l’intera penisola da soli o al fianco di compagni improvvisati per costruirsi un futuro migliore.

A parlarci è Ninetto, un personaggio d’invenzione, con appena nove anni sulle spalle e una lucida consapevolezza che l’angolo di Sicilia dove vive – San Cono- non può promettere un futuro dignitoso, non può dare luce ai sogni.
I suoi genitori consunti dalla povertà non riescono a crescerlo e l’inguaribile malattia della madre pesa gravosa e indifferente su una sorte già segnata, sulla sua infanzia sciupata ancora prima di essere vissuta.
Da qui la scelta sofferta di salire su un treno per intraprendere un viaggio estenuante che si fa metafora di una speranza informe da plasmare. (… continua a leggere ‘A proposito de “L’ultimo arrivato” di Marco Balzano, vincitore del Premio Campiello 2015′)

Milk and honey to Santiago / XIX

Milk and honey to Santiago

di Sara Moneta Caglio

 

 

XIX.

Marek, quando meno te lo aspetti

 

Si gela oggi, è il primo giorno di vero freddo. È il primo giorno che sento il sapore dell’inverno sulla lingua ghiacciata, nel respiro che fuma, nei vestiti caldi che evaporano nell’aria. Proprio oggi che è la vigilia del suo arrivo. Proprio oggi che l’estate sembra così lontana. Oggi che la stiamo aspettando qui, a casa, io e lui, abbracciati per scaldarci, mentre fuori la notte arriva a congelare il tempo. E così, domani, sarà ancora agosto. Lui arriverà, così come ci aveva promesso, così come avevamo pianificato. Sapevamo che mai le distanze ci avrebbero allontanato e ora, domani, lui tornerà a camminare con noi, per onorare le promesse, per riallacciare la collana, che ha bisogno del gancio delle memorie, dei ricordi.
Come quello di quel giorno che ci siamo incontrati a Villar de Mazarife.

11489916Quella sera, quando lo vidi, pochi pellegrini si erano fermati a riposare in quel piccolo agglomerato di case costruite apposta per dare rifugio ai viandanti, ma io volevo riposare lì, quella notte, non sapevo perché, ma sapevo che così doveva essere. Tutti si erano accorti che c’era un nuovo ragazzo. Lui era partito un giorno dopo e, per questo, ci aveva raggiunti soltanto quel giorno in cui avevo deciso di accorciare la mia tappa. Avevo deciso non per caso, ma perché lui mi potesse raggiungere. Anche Samuel aveva deciso di riposare lì, in un altro dormitorio, ma sempre lì, in quel piccolo paese fantasma.
Sembrava venire da lontano, ma non era lontana la sua terra, la Slovacchia. Quel che era lontano, invece, era il suo mondo, la sua mente brillante, il suo animo invaso di luce.

Marek. A Marek brillavano gli occhi, ogni volta che ti guardava era come se si parlasse in un’altra lingua. Quel giorno l’avevo già intravisto sulla strada, sotto un tiglio, su una tavola di pietra, a celebrare la sua messa. Regalava i suoi doni a chi peregrinava verso la sua chiesa. Era un campanile alto come una torre, nell’imponenza semplice della natura. Era perfetta la sua voce soave. E proprio così, con la semplicità più assoluta, si era saputo inserire in un viaggio iniziato altrove. Senza fare rumore muoveva i suoi passi nella mia direzione, senza mai invaderla un solo momento e quella sera, quella prima sera, era rimasto in silenzio ad ascoltare, a provare a parlarmi, ma senza spaventarmi. Ricordo perfettamente il suo sguardo. E adesso che lui è qui davanti a me, mi sembra di essere ancora là, sul cammino.

(… continua a leggere ‘Milk and honey to Santiago / XIX’)

Weekend con il giallo

Da segnalare in questo weekend un singolare incrocio fra due festival letterari marchigiani. Tutto all’insegna dello giallo.

Valerio_CalzolaioA Giallo Carta, sezione del Festival Carta Canta, dopo la serata inaugurale di ieri con la presentazione del romanzo di Elisa Bucciarelli La resistenza del maschio da parte di Valerio Calzolaio, sarà oggi lo stesso scrittore e critico letterario a parlare del legame antico fra vino e romanzo giallo (Civitanova Alta, Contrada San Domenico, ore 18). Alle 21.00 al Centro Giovanile Casette proiezione del fim Diabolik (regia di Mario Bava, 1967). Domenica alle ore 17.30 alla Biblioteca Zavatti di Civitanova Marche presentazione dell’antologia I sei migliori colpi, con i racconti dei vincitori dell’edizione 2014, e del romanzo Centroventitré di Stefano Pieroni;  a seguire premiazione del vincitore del concorso GialloCarta per miglior racconto giallo inedito.

Al Festival Giallomare dopo l’apericena con delitto di ieri “Magnace lo pa‘”, oggi alle ore 21 presso l’Auditorium GiustiPaolo_Restuccia di Fermo ci sarà la presentazione del romanzo Strategia del tango di Paolo Restuccia, animata dalla compagnia “Tangueros” di Fermo. Domenica alle ore 17 presso il Teatro Nuovo di Capodarco di Fermo presentazione del romanzo Massimo Girotti, Cronaca di un attore di Roberto Liberatori; a seguire proiezione del film Ossessione (regia di Luchino Visconti, 1943), in collaborazione con il “Circolo del Cinema Metropolis”.

A voi la scelta.