Preghiera in gennaio – Fabrizio De André
La struggente canzone di Fabrizio De André per Luigi Tenco.
– Fondazione Fabrizio De André
– Fabrizio De André su Wikipedia
Preghiera in gennaio – Fabrizio De André
La struggente canzone di Fabrizio De André per Luigi Tenco.
– Fondazione Fabrizio De André
– Fabrizio De André su Wikipedia
Fabrizio De André – Amore che vieni amore che vai
– Fondazione Fabrizio De André
– Fabrizio De André su Wikipedia
Robert Johnson – Sweet Home Chicago
In rete:
– Robert Johnson su Wikipedia
– Monografia su Onda Rock
– Sito dedicato a Robert Johnson (in inglese)
Mercoledì 7 gennaio è uscito in libreria Tra i neri fusti, prima antologia di poesie di Omar Epis, a cura di Maremmi Editore Firenze.
Di seguito pubblichiamo una presentazione dell’autore e alcune poesie tratte dall’antologia.
Sei libera di riprodurti.
Ecco, così sei.
Poesia. Carme autentico dell’anima
Non è sempre facile intuire il significato (se mai ce ne sia uno) di parole accozzate fra loro dai cosiddetti “Poeti†che facendone un bilancio finale, chiamano POESIE.
Tra i neri fusti non è “un libro di poesieâ€, è un tentativo di chiedere al lettore se quello che legge esiste o se sta cercando di esistere, è una richiesta di fiducia che sconfina nell’incredulità .
Qual è l’incipit poetico allora? Cosa mi ha spinto a scrivere della vita (ebbene è di questo che si scrive) in tale sofferente genere letterario che ancora in me non è ben identificato?
Non sono Sestine, né Ballate, neppure Sonetti.
Hanno forma perché CREDO l’abbiano, ma non un nome, una definizione.
Imprimo immagini d’innocenza e vulnerabilità , di vacuità e paure, timido sforzo di rendere eterno ciò che di terreno scompare. Voglio far sopravvivere l’arte alla sua pura essenza esistenziale.
Scrivere, “poetareâ€, è stato una sorta di rinvigorimento della mia curiosità che si è palesata in un’introspezione a volte limpida e gioiosa, a volte dolorosa e d’abbandono.
(… continua a leggere ‘Tra i neri fusti’)
Il fare o tenere Accademia nel Seicento e Settecento era un modello sociale di attività comunitaria che coinvolgeva tutte le persone di cultura, definite come “letterati” secondo l’accezione del tempo.
Il nome Accademia ha chiari riferimenti al mondo classico, derivando dalla scuola che il filosofo Platone alla periferia di Atene teneva presso un bosco sacro, ove si trovava la tomba del mitico eroe Academo che aveva indicato ai Dioscuri Castore e Polluce dove reperire la loro sorella Elena rapita da Teseo.
Accanto ed oltre ad Accademie di grande prestigio (a Firenze quella della Crusca del 1583 e quella del Cimento del 1657; a Roma quella dei Lincei del 1603) un po’ ovunque in tutta Italia ne furono fondate numerose altre, tutte con un comune denominatore identificabile con l’esigenza e il piacere delle persone colte a rapportarsi e confrontarsi con soggetti del proprio livello intellettuale.
(… continua a leggere ‘Le Accademie di Senigallia nel ‘600 e nel ‘700’)
Discorso pronunciato da Robert F. Kennedy
Università del Kansas – 18 marzo 1968
È giunto alla sua conclusione il 2008, anno difficile e pieno di contraddizioni che ha visto celebrare il quarantennale di un altro, più famoso, anno, quel ’68 del secolo XX che fa ancora parlare di sé.
La speranza di un nuovo mondo, la coscienza collettiva di una nuova generazione di giovani, la protesta, insieme all’esplosione di una nuova cultura popolare, in cui la musica ebbe un ruolo determinante (e di cui continueremo a parlare su questo sito…), si affacciarono prepotentemente sul finire di quel decennio che cambiò la nostra storia.
Non mancarono gli errori, gli eccessi e le contraddizioni, certo, ma in un mondo, come quello di oggi, che sprofonda nella povertà (sia materiale che morale), nell’ingiustizia, nella violenza, nel cinismo e in un ritorno più o meno palese della schiavitù… sì, esatto, della schiavitù (e non solo nei paesi “in via di sviluppo”, ma anche in quelli cosiddetti “sviluppati”), vogliamo ricordare queste potentissime e attualissime parole dell’allora candidato alla Presidenza degli Stati Uniti, Robert Francis Kennedy.
In esse c’è il sogno, e il desiderio di un mondo più giusto.
Noi vogliamo portare avanti questo sogno.
Tanti auguri per un 2009 ricco di bellezza e opere buone.
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