Il 22 novembre 1968 (quarant’anni e qualche giorno fa…) usciva “The Beatles”, doppio album dell’omonima famosissima band inglese, noto anche come “Album Bianco” (“The White Album”) per la copertina completamente bianca, con il solo nome della band in rilievo.
The Beatles – Helter Skelter
Il “White Album” contiene trenta canzoni, la maggior parte delle quali furono composte durante il ritiro spirituale dei Beatles in India, nella primavera del 1968; e fu registrato tra il 30 maggio e il 14 ottobre di quell’anno, principalmente agli Abbey Road Studios.
La canzone Helter Skelter (espressione inglese che indica sia uno stato di confusione che i grandi scivoli di forma elicoidale dei luna park) fu scritta da Paul McCartney, ispirato da una recensione di un singolo dei The Who, I Can See For Miles, descritto come la canzone “più cattiva e selvaggia mai registrata”. Helter Skelter si apre bruscamente con un riff ripetuto di chitarra elettrica molto distorta. Poi inizia la parte vocale di McCartney, aggressiva e a tratti urlata, a cui si unisce, al primo refrain, il resto della strumentazione. Durante le registrazioni del 18 luglio 1968, fu eseguita una versione della canzone di 27 minuti e 11 secondi, piuttosto lenta e ipnotica, “psichedelica”. Per la versione dell’album, registrata il 9 settembre, furono registrate diciotto versioni di circa 5 minuti, e l’ultima fu quella che venne poi scelta. Alla fine dell’esecuzione, Ringo Starr scagliò via le bacchette della batteria, gridando “I’ve got blisters on my fingers!” (“ho le vesciche alle dita!“), esclamazione che fu lasciata nella versione definitiva del brano.
The Beatles – Revolution 1
Revolution venne scritta da John Lennon. La canzone apparve in due differenti versioni: una elettrica di genere “hard”, uscita come lato B del singolo Hey Jude (pubblicato nell’agosto del ’68), e l’altra, invece, una lenta ballata acustica denominata Revolution 1, pubblicata nel White Album. Nello stesso album venne incisa un’altra canzone, dal titolo Revolution 9, di genere sperimentale e di avanguardia. Il testo del brano, fu ispirato dai fermenti giovanili che si verificarono proprio in quell’anno (1968). Lennon, il Beatle più interessato a come il mondo stava cambiando, desiderava manifestare le sue opinioni, e quelle dei Beatles, sull’utilità delle ribellioni giovanili e delle paventate rivoluzioni, ispirate ad una ideologia marxista-maoista. Nella versione su 45 giri, uscita il 30 agosto, Lennon bocciava le istanze massimaliste della frangia rivoluzionaria, come si evince dal testo:
You say you want a revolution
Well, you know
we all want to change the world.
But when you talk about destruction,
Don’t you know that you can count me out
Tradotto in:
Tu dici che vuoi la rivoluzione,
ebbene, sappi,
che anche noi vogliamo cambiare il mondo.
Ma quando parli di distruzione,
ebbene, sappi che non puoi contare su di noi
Nella versione uscita tre mesi dopo sul “White Album”, Lennon aggiunse la parola “in”, sussurrata quasi sottovoce, alla fine del verso “don’t you know that you can count me out“. Lennon disse nelle interviste che era indeciso sui suoi sentimenti riguardo il tema della canzone, così incluse entrambe le opzioni. Quindi, rispetto alla versione originaria, Revolution, in questa ci fu maggiore apertura verso le istanze rivoluzionarie del movimento contestatario. Il testo della canzone dice chiaramente a chi lo ascolta che, in caso di rivoluzione, Lennon, ed eventualmente anche gli altri Beatles, dovevano ancora riflettere se aderirvi o meno. Il dubbio di Lennon non riguardava tanto la necessità o meno di “rivoluzionare” il mondo dell’epoca, quanto la qualità e le idee delle persone che si erano fatte portavoce di tale esigenza – si vedano i versi: “but if you want money for people with minds that hate…” (“ma se volete soldi per persone la cui mente è portata all’odio…“) e “but if you go carrying pictures of Chairman Mao…” (“ma se ve ne andate in giro con effigi del cancelliere Mao Tse Tung…“).
The Beatles – Blackbird
Blackbird fu scritta da Paul McCartney, mentre si trovava in Scozia, come reazione alle tensioni razziali che si stavano intensificando negli Stati Uniti nella primavera del 1968. McCartney rivelò successivamente che l’accompagnamento della chitarra per Blackbird gli fu ispirato dalla Bourrée in Mi minore di Bach, un pezzo per chitarra classica molto noto. La Bourrée si caratterizza per la melodia e le note basse suonate simultaneamente sulle corde superiori ed inferiori. McCartney adattò un segmento della Bourrée per l’apertura di Blackbird e portò avanti l’idea musicale attraverso la canzone. La canzone è cantata dallo stesso McCartney, che suona la chitarra acustica e batte il piede a tempo; in sottofondo si può sentire un merlo (blackbird) cantare.
Blackbird singing in the dead of night
Take these broken wings and learn to fly
All your life
You were only waiting for this moment to arise
Traduzione:
Merlo che canti nel cuore della notte
prendi queste ali spezzate e impara a volare
Per tutta la tua vita
Stavi solo aspettando che questo momento arrivasse
You were only waiting for this moment to arise…
se la canzone si riferiva davvero all’escalation delle tensioni razziali di quell’anno, che condussero all’assassinio di Martin Luther King il 4 aprile del 1968, beh, possiamo dire, a quarant’anni di distanza che quel momento di riscatto è arrivato…
Le informazioni sono tratte da Wikipedia, per approfondimenti:
– The Beatles (album): Wikipedia in italiano e in inglese.
– Helter Skelter: Wikipedia in italiano e in inglese.
– Revolution: Wikipedia in italiano e in inglese.
– Blackbird: Wikipedia in inglese.
– Il sito ufficiale dei Beatles
Articolo interessantissimo, grazie!
Grazie a te per il commento! 😀