Milk and honey to Santiago
di Sara Moneta Caglio
XXV.
Ma la vita non è Santiago
Me lo hanno detto tutti. Me lo ripetevano, me lo ripetono e continueranno a farlo, ma a Santiago non ci sono andati e nemmeno al di là delle loro paure, delle loro recinzioni.
Le solite frasi che permettono alle persone di vivere sicure, spesso in una falsa esistenza.
“Non pensare di poter trovare là fuori il mondo che hai trovato su quel cammino in Spagna”, me lo continuava a dire anche mia mamma, la quale però, lo vedevo benissimo, nei suoi occhi, non ne era del tutto convinta. Ma doveva giocare il suo ruolo, quello che molti usano per sentirsi protagonisti di qualcosa che hanno costruito, ma che ha fondamenta nella sabbia. E che come tutti i più bei castelli del deserto, prima o poi, è destinato a diventare solo un miraggio, una stanza di cartapesta insufficiente a riparare dalla delusione di scoprire che, forse, ci si era sbagliati e che magari la vita è proprio Santiago.
Meravigliosa scoperta, ma solo se fatta in tempo e non alla fine di una vita percorsa in direzione opposta, verso la chiusura e non verso un’esplosione di gioia.
È così che inizio tutti i miei giorni ora. Con la responsabilità forte, incollata alla pelle, di vivere, per lasciare una testimonianza di possibilità a tutte quelle persone che vorrebbero ma non possono, non osano, non riescono, non si buttano, non hanno i mezzi, la libertà da legami e situazioni e frappongono mille altri ostacoli reali o apparenti.
Ogni mattina mi ricordo di Pedro. Pedro ero io, ma molti passi più indietro, ora no. Ora l’ho raggiunto, perché ho raggiunto me stessa e viaggiamo su due binari paralleli, io e il mio alter ego, quello a cui ho dato ascolto, quello che mi ha mostrato come muovermi nella mia nuova avventura.
Non devo più cercare il mio amico Santiago, perché lo so in pace dentro di me, so che si è mosso, solo per incoraggiare me, so che è partito per farsi inseguire, per dare la possibilità a se stesso e anche a qualcun altro. Quel qualcun altro per lui ero io.
E solo ora capisco che qualcun altro ancora verrà a cercare me, perché, per una piccola frazione di tempo, anche io sono stata “Santiago” e qualcuno è già partito a cercarmi, e la catena non si interromperà mai, perché c’è sempre qualcuno, molto importante, che ci andiamo a prendere.
Soltanto così Santiago sarà la vita comune e non sentirò più nessuno sentenziare “la vita non è Santiago”. Ci saranno tanti Santiago, sparpagliati in tutti gli angoli del mondo, e nel nostro mondo, nel nostro cuore, mai più scorderemo l’importanza di vivere con la responsabilità di una rivelazione così grande da urlare.
Bevo milk and honey, seduta per terra, con le gambe incrociate, pensando a come diffondere, nel modo migliore, un messaggio d’amore.
Comincio a scrivere. Questa piccola storia che ha il profumo e l’intimità del latte caldo delle origini, degli albori. Quell’unico alimento che ci serviva per vivere e crescere, quando siamo nati e non ci serviva nient’altro, perché avevamo la terra promessa. Quella che ho ritrovato percorrendo fiumi di miele lungo tutto il cammino verso Santiago, dove sono nata di nuovo.
….sono quasi le due di notte e ho appena bevuto, qui alla sola luce del monitor, un latte caldo con il miele….stò per partire…fra un po’ anch’io sarò Santiago….forse lo sono già …è sempre stato in me……Sara, tu lo sai….