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Umberto Piersanti, il poeta dei luoghi persi

Giovedi 28 aprile, alle ore 17,30, presso la Biblioteca Antonelliana di Senigallia, nell’ambito della rassegna Sognalibro, verrà presentato il volume Umberto Piersanti – Il poeta dei luoghi persi (L’orecchio di Van Gogh, 2010), monografia sull’opera omnia del poeta urbinate Umberto Piersanti. Saranno presenti il poeta e il curatore del volume, Gian Paolo Grattarola, e l’incontro verrà moderato da Valeria Bellagamba e Antonio Maddamma di Librisenzacarta.

Il volume che si avvale dei contribuiti di numerosi critici letterari indaga l’intera produzione poetica, narrativa e filmica di Umberto Piersanti, in un percorso più che quarantennale dove a far da guida sono il tema della memoria e il rapporto reale e leggendario del poeta con le colline del Montefeltro, Urbino e le Cesane.

Questa l’introduzione al volume a firma del curatore Gian Paolo Grattarola:

Questo volume mira a facilitare un contatto sufficientemente esteso con Umberto Piersanti e con la sua attività artistica ed è stato concepito per tracciare un ritratto della personalità di un poeta e di un narratore che rappresenta ormai una delle voci più importanti della letteratura italiana contemporanea. Ma l’attività letteraria, benché preponderante, è sempre stata intrinsecamente connessa con quella dello sceneggiatore e del regista cinematografico, dando vita a un’autentica koiné dove i diversi registri del linguaggio espressivo di volta in volta adottato si compenetrano e si intrecciano con l’introspezione di approfondite associazioni tematiche, andando a scandagliare un ambito di ricerca denso e ricco di fascinosa introspezione.

La stesura di questo testo mira, dunque, a identificare il costrutto teorico e fisico con cui il poeta urbinate ha agito sui fondamenti dell’arte e ha contribuito in maniera fondamentale a ricondurla nell’alveo della tradizione lirica, dopo la stagione delle avanguardie. Ma anche a  tracciare una delle possibili mappe di quel territorio naturale e di quel mondo arcaico in cui insistono i temi e le esperienze legate non solo alla scrittura ma alla voce stessa dell’artista, come ben sa chi ha avuto l’opportunità di ascoltarlo leggere i suoi testi.

Questo volume per la prima volta mette insieme gli impulsi che provengono da campi d’indagine diversi, sfruttando le attive riflessioni che s’innescano quando vengono poste in luce le tematiche specifiche e l’attività critica viene stimolata da riflettori puntati su stilemi ben precisi.

Alla descrizione unitaria del cammino poetico di Umberto Piersanti si sono preferiti degli approfondimenti critici sulle diverse componenti della sua produzione artistica, mettendo in dialogo tra loro differenti dimensioni comunicative e presentando una molteplicità di piani di lettura stilistici.

Per avviare una fenomenologia degli elementi fondanti della poetica e tracciare una stratigrafia delle sedimentazioni, è indispensabile un’analisi sezione per sezione, come quella attuata nel presente libro. Che è il modo migliore per individuare non soltanto contenuti ma soprattutto rapporti immanenti, omologhi a quelli che si sviluppano nell’atto creativo.

Al confronto con i testi letterari e con le opere cinematografiche sono state invitate personalità differenti per formazione ed esperienza, legate a Umberto Piersanti da un’assidua consuetudine personale e letteraria. Le differenze generazionali e di estrazione culturale hanno giovato alla varietà dei procedimenti metodologici impiegati.

L’ordine degli interventi intende rispecchiare la scala dei valori in cui si è venuta articolando negli anni la produzione artistica piersantiana: poesia, narrativa e cinema. E’ noto infatti quanto sia raro trovare nel panorama letterario italiano un autore che abbia articolato la propria creatività in campi così diversi tra di loro.

Chi conosce il poeta urbinate sa che non ci si potevano attendere da lui delle complete controdeduzioni. Disponibile, tuttavia, a precisazioni di ordine biografico e di carattere oggettivo, egli ha mantenuto una ferma neutralità dinanzi alle proposte ermeneutiche e ha preferito lasciare ampia autonomia al curatore nella suddivisione delle parti in cui è articolato il testo e nella distribuzione dello spazio tra gli autori chiamati in causa.

La prima parte dell’opera presenta due saggi di carattere generale, che mirano a fornire un’analisi complessiva, in maniera accurata e approfondita della poetica di Umberto Piersanti. Emanuela Fantini, docente emerita di filosofia, mette in evidenza le venature etiche presenti nella weltanschauung di Umberto Piersanti, tra alte aspirazioni e sofferenze interiori. E ne traccia un profilo fondamentale per comprendere fino in fondo un’arte intesa come creatività, espressione dell’uomo e dei sistemi in cui vive, dove pensiero e poesia collaborano tra alte armonie e dolorosi ripiegamenti interiori. Chi scrive compie, invece, un excursus cronologico dell’intera opera letteraria, facendo leva su di una chiave critica capace di condurre il lettore in un viaggio nei luoghi che hanno scatenato la forza creatrice dell’autore. Là dove natura e storia, ne hanno alimentato e sostenuto la vicenda umana e artistica. E ha ricapitolato i punti focali per i quali la sua poetica si presenta con caratteri di unicità e di sicura permanenza, così come la sua personalità ci appare irripetibile e unica, non soltanto per la storia e la qualità della sua poesia, ma per la singolarità del rapporto umano che si può costituire con lui in virtù della sua totale disponibilità.

Particolarmente preziosi risultano i contributi critici ospitati nella seconda parte, dedicata specificamente all’attività poetica, dove sono presenti brevi ma illuminanti saggi redatti da Alessandro Moscè e Manuel Cohen, critici letterari di fama consolidata, di Raffaella Bettiol, Laura Bonfigli e Rossella Frollà.

La terza sezione, dedicata al versante narrativo, è costituita dagli interventi di Giulia Massini e di Federica Cavalli, rivolti all’approfondimento rispettivamente de “L’estate dell’altro millennio” e di “Olimpo”.

Nell’ultima parte Pier Paolo Loffreda, noto critico cinematografico, Ricardo Bernini e Francesco Corlianò analizzano l’attività filmica, contestualizzando e mettendo in luce il valore di una componente solo apparentemente minoritaria.

Chiudono l’opera un apparato funzionale di notizie bio-bibliografiche e una rassegna critica degli interventi dedicati all’autore.

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