Pubblichiamo il saggio “I Castelli di Cannero: un ‘paesaggio manzoniano’ di Giuseppe Torelli“ di Giacomo Verri.
Di seguito una presentazione dello stesso autore.
Si propone qui una divertita lettura dei Castelli di Cannero, breve racconto nel quale Giuseppe Torelli gioca ironicamente e sagacemente con I Promessi Sposi, il capolavoro di Alessandro Manzoni.
Torelli fa parte di quella schiera di autori dell’Ottocento piemontese che poca fortuna ha riscosso presso l’editoria del nostro e del secolo precedente. Tuttavia non è scrittore da dimenticare se anche Italo Calvino vide nel suo Emiliano un romanzo degno d’essere inserito tra le “Centopagineâ€. Novarese di nascita, studia a Vercelli e poi si inserisce nell’ambiente culturale torinese. Collabora e dirige importanti riviste. Amico di Massimo d’Azeglio, ne diviene segretario e di lui cura, postumi, I miei ricordi. Dal 1852 al 1856 dirige la “Gazzetta Piemontese†(la futura “Gazzetta Ufficialeâ€) sulle pagine della quale pubblica racconti e descrizioni paesaggistiche confluite poi nel volume Paesaggi e profili (Le Monnier 1861). Deputato nel 1860 e nell’anno successivo, trascorre gli ultimi anni a Torino dove si spegne nel 1866.
I Castelli di Cannero è uno dei più intriganti ‘paesaggi’ torelliani: la vicenda è calata nel cuore del XV secolo, l’ambiente è quello del lago Maggiore, i protagonisti sono una coppia di sposi perseguitati da un signorotto… Nulla di nuovo? Solo apparentemente. Il trattamento della materia da parte di Torelli è spassoso e sottile, e qui si dà una lettura che ne mette in luce i tratti salienti. È un invito a rileggere un autore dimenticato del nostro Risorgimento.
Dalla rete:
Castelli di Cannero – Wikipedia
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