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Le Accademie di Senigallia nel ‘600 e nel ‘700

Il fare o tenere Accademia nel Seicento e Settecento era un modello sociale di attività comunitaria che coinvolgeva tutte le persone di cultura, definite come “letterati” secondo l’accezione del tempo.

Il nome Accademia ha chiari riferimenti al mondo classico, derivando dalla scuola che il filosofo Platone alla periferia di Atene teneva presso un bosco sacro, ove si trovava la tomba del mitico eroe Academo che aveva indicato ai Dioscuri Castore e Polluce dove reperire la loro sorella Elena rapita da Teseo.

Accanto ed oltre ad Accademie di grande prestigio (a Firenze quella della Crusca del 1583 e quella del Cimento del 1657; a Roma quella dei Lincei del 1603) un po’ ovunque in tutta Italia ne furono fondate numerose altre, tutte con un comune denominatore identificabile con l’esigenza e il piacere delle persone colte a rapportarsi e confrontarsi con soggetti del proprio livello intellettuale.

Accademia degli Angusti – Francesco Maria Arsilli

L’Accademia è sicuramente databile nella seconda metà del ‘600. In essa campeggia la figura di Francesco Maria Arsilli, discendente del famoso poeta rinascimentale Francesco e fratello di Benedetto, avvocato nonché autore di opere teatrali. Noi siamo grati a Francesco Maria per una lettera conservata nell’Archivio Baviera-Arsilli della Biblioteca Antonelliana di Senigallia. Nella sua missiva del 1668 al congiunto Vittorio Vichi, volendo precisare che un ramo spurio si è indebitamente appropriato del cognome e dello stemma degli Arsilli, Francesco Maria ripercorre tutta la genealogia della sua stirpe, fornendo ai posteri un valido supporto per le ricerche su questa preminente famiglia senigalliese. Egli fu il fondatore di quella che risulta essere stata la prima Accademia senigalliese, appunto quella degli Angusti, e si preoccupò, come era costume, che essa, oltre allo statuto, avesse un’impresa o stemma, corredato di un motto. Lo stemma rappresentava tre uccelli in una gabbia con la scritta In Angustiis Suaviores (nelle angustie il nostro canto è più soave).
Su questo sodalizio letterario non abbiamo altre notizie. Il suo fondatore morì nel 1675.

Di Francesco Maria Arsilli ci è pervenuto l’originale di un cartoncino-biglietto da visita, che qui riproduciamo. Sul recto il giovin signore si incornicia in un paesaggio che automaticamente gli dà il titolo di colto umanista: è con altri “antiquari” in mezzo a rovine dell’antichità romana (sembra di identificare sullo sfondo il tempio di Vesta).

Biglietto da visita originale di Francesco Maria Arsilli
Biglietto da visita originale di Francesco Maria Arsilli

Accademia dei Subitanei

La consultazione del volume III delle Miscellanea di Francesco Pesaresi, conservate nella Biblioteca Antonelliana di Senigallia, ci ha riservato una sorpresa. In tale volume è inserita una inedita descrizione di Senigallia, che avrebbe quale autore il notaio Domenico Travaglini (1692-1728). Da essa apprendiamo che la città “è adornata dall’esercizio delle Belle Lettere, facendosi entro l’anno molte accademie con buon numero di composizioni, standosi ora per erigere l’Accademia formale, col titolo dei Subitanei“. Dal contesto si deduce che lo scritto del Travaglini è da porsi nel 1712-1714. La notizia ci dice che stava per istituzionalizzarsi la pratica delle accademie; esse potevano essere tenute in case private o in luoghi pubblici, come le chiese o il Palazzo comunale, del quale il Travaglini dice : “Palazzo Magnifico e ben adorno […]ove sempre e particolarmente l’inverno è intrattenimento di conversazione.”
Dell’attività culturale di questa associazione non abbiamo finora trovato altre notizie.

28 Dicembre 1728 – Accademia a San Filippo.
Questa sera a San Filippo nell’oratorio si è fatta un’Accademia sopra il Natale. Il Padre Siena ha fatto il discorso Accademico. Il Signor Giovan Battista Fabbroni e il Signor Giuseppe Regi hanno fatto una bellissima cantata. Vi sono state delle belle composizioni poetiche.”.
Sebbene non possiamo fare rientrare questa serata nell’ambito di una precisa associazione, tra le tante consimili abbiamo scelto questa annotazione di Francesco Pesaresi (dal Giornale I, conservato presso la Biblioteca Antonelliana di Senigallia), perché introduce direttamente nel contesto strutturale di quella che era di solito una riunione accademica. Un gruppo di persone si riunisce per il reciproco diletto di una serata culturale; qualcuno ha preparato una dissertazione su un argomento prestabilito; altri si produrranno in canti; altri in componimenti poetici che saranno sottoposti al giudizio dei presenti.

Accademia degli ecclesiastici

Anche di questa abbiamo poche notizie che ci derivano da un testo del 1837, “Memorie degli scrittori filippini o siano della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri”, di C. A. De Rosa di Villarosa. È menzionata una dissertazione, pubblicata nel 1744, che il Padre Ludovico Siena, che abbiamo sopra citato, aveva recitata “nell’Accademia Ecclesiastica dal medesimo promossa e stabilita per il bene della patria“. Il Padre Siena non è altri che l’autore della Storia della Città di Sinigaglia, pubblicata nel 1746.

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