Tratte dall’antologia “Giovani Poeti Leggono… Carlo Antognini”, edita da peQuod, pubblichiamo due poesie di Monia Vicari.
Monia veglia sulle parole, mostrandosi aperta al confronto, attenta ad affinare il linguaggio, coniugando pulsioni interiori ed esigenze stilistiche. Ha sacrificato il dire allo scrivere per provare la resistenza del grafema al fonema. È come se nel foglio le parole restassero mute. In loro soccorso vanno allora le immagini e Monia veglia anche sulle immagini come la luna sul silenzio della notturnità .
Così lei, con tutto il creato, veglia sull’amato, ne vigila il sonno quasi in contemplazione. Parole e immagini allora hanno il sospiro maliatico e il colore di una pallida giallinità . Ha anche sperimentato trasformando aforismi a forma di prosa in brevi testi poetici e con felici esiti.
Anche questo può il laboratorio.
(Fabio Maria Serpilli)
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 Gitana dormiente
Tutta la notte
attorno al fuoco sacro degli Dei
nella veste bianca avvolta,
ho danzato,
al centro la tua figura,
il tuo candore.
Allungo le braccia bramose
nel Fuoco,
catturarti è vano;
vapore lentamente emergiamo dalla cenere.
Entrambi
attorno al Fuoco sacro degli Dei
danzando,
sfiniti distesi cadiamo,
gitana dormiente,
la veste bianca addormentata
sulla sabbia fredda.Â
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La luna…tutta la notte
Sono rimasta a guardare la luna
tutta la notte;
si nascondeva tra le fronde degli alberi,
trovava il suo soffice nido tra le nubi,
emergeva lenta e sicura
dalla bambagia.
L’ho fissata,
ma lei ha distolto lo sguardo,
vegliava te…
ti abbiamo vegliato tutta la notte.
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