Discorso pronunciato da Robert F. Kennedy
Università del Kansas – 18 marzo 1968
È giunto alla sua conclusione il 2008, anno difficile e pieno di contraddizioni che ha visto celebrare il quarantennale di un altro, più famoso, anno, quel ’68 del secolo XX che fa ancora parlare di sé.
La speranza di un nuovo mondo, la coscienza collettiva di una nuova generazione di giovani, la protesta, insieme all’esplosione di una nuova cultura popolare, in cui la musica ebbe un ruolo determinante (e di cui continueremo a parlare su questo sito…), si affacciarono prepotentemente sul finire di quel decennio che cambiò la nostra storia.
Non mancarono gli errori, gli eccessi e le contraddizioni, certo, ma in un mondo, come quello di oggi, che sprofonda nella povertà (sia materiale che morale), nell’ingiustizia, nella violenza, nel cinismo e in un ritorno più o meno palese della schiavitù… sì, esatto, della schiavitù (e non solo nei paesi “in via di sviluppo”, ma anche in quelli cosiddetti “sviluppati”), vogliamo ricordare queste potentissime e attualissime parole dell’allora candidato alla Presidenza degli Stati Uniti, Robert Francis Kennedy.
In esse c’è il sogno, e il desiderio di un mondo più giusto.
Noi vogliamo portare avanti questo sogno.
Tanti auguri per un 2009 ricco di bellezza e opere buone.
Brava VALERIA,
il tuo bel presentare e preservare ogni gesto accompagnando con belle parole concepite da tanta speranza sono il miglior viatico per aiutare ed augurare un futuro sempre migliore.
Perchè non puoi sapere data l’età ,ma ci furono discorsi e pensieri di un certo Stevenson avversario politico liberal degli anni 60 che mi hanno sempre positivamente turbato per la loro alta cultura sempre privi di violenza,purtroppo riuscì al massimo ad essere eletto all’ONU come rappresentante degli USA,ma non presidente.Se riesci a trovare qualcosa dei suoi pensieri mi darai ragione,altrimenti va bene lostesso.Sto ascoltando sul terzo anello musica per pianoforte presentata dalla Menichetti.
AUGURI TANTISSIMI,
dario.