“Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita”
(La tempesta, Prospero: atto IV, scena I)
Quattrocento anni fa se ne andava uno dei più grandi poeti e drammaturghi della letteratura occidentale, William Shakespeare. In questi giorni centri culturali, biblioteche, libri, programmi televisivi e spettacoli dal vivo celebrano colui che è conosciuto anche come “Il Bardo”, antico cantore di storie epiche.
Poeta e scrittore simbolo della cultura inglese, William Shakespeare è amatissimo in tutto il mondo e la sua importanza è uscita dai confini nazionali. Le sue opere teatrali sono state tradotte in tutte le principali lingue del mondo e sono tra le più rappresentate in assoluto. Drammi e commedie di Shakespeare sono ancora attuali e incredibilmente vivi perché raccontano l’umano e lo fanno con grande maestria letteraria, profondità psicologica e sensibilità filosofica. Re e regine, buffoni di corte, amanti giovani e tormentati, guerrieri, comari e mercanti formano quella che può essere definita la cosmogonia shakespeariana e che ci restituisce come uno specchio l’immagine di quello che siamo, che nel corso dei secoli non è cambiata.
Nell’universo amoroso dei Sonetti troviamo i sentimenti immortali che rendono quei componimenti poetici ancora attuali e incredibilmente vivi. Al dramma, alla fatalità della tragedia, all’amore romantico e all’elogio del sogno si accompagna, sia nelle opere teatrali che nei sonetti di Shakespeare, un’ironia arguta e sagace che ci fa sorridere e allo stesso tempo pensare più a fondo sul nostro essere al mondo.
William Shakespeare se ne andava il 23 aprile del 1616, quattrocento anni fa, lasciandoci un patrimonio letterario, filosofico, poetico e umano di cui dobbiamo essergli grati in eterno.
Molto rumore per nulla, nella versione cinematografica di Kenneth Branagh del 1993.
WebDoc di Rai Cultura su William Shakespeare: a questa pagina.
0 Risposte a “Omaggio al Bardo”