Questa settimana mi attende una sorpresa sulla soglia della casa di Giuseppe Di Mauro, naturalmente graditissima. La nostra rubrica quindicinale sta per ricevere un inatteso regalo. Con una certa timidezza Giuseppe mi dice di esser pronto a seguire il cammino intrapreso, però mi vuole mostrare prima una cosa. Si tratta di un video del tutto nuovo, girato apposta per LibriSenzaCarta la settimana scorsa… Stento a riavermi dallo stupore!
È andata in questo modo, che Giuseppe ha apprezzato così tanto il lavoro che stiamo facendo assieme da ripensarlo e sentire l’esigenza di aggiungere qualcosa di importante che era rimasto fuori da “Passeggiando con Neruda“. Sì, perchè non si può dire di aver presentato davvero la figura del poeta cileno senza aver proposto la sua poesia forse più famosa, “Il tuo sorriso” (che, non a caso, avevo sentito leggere alla radio proprio il giorno prima di questo incontro).
“Il tuo sorriso”, infatti, è una poesie delle più rappresentative del percorso umano e poetico di Pablo Neruda, dove sono protagoniste le due anime del poeta, quella del combattente politico e quella dell’innamorato ugualmente battagliero. Entrambe si dichiarano totalmente dipendenti dal sorriso della donna amata, Matilde Urrutia. Senza di esso nulla sarebbe possibile. Nella quotidianità , sembra suggerire Neruda, si scontrano due logiche: quella del sorriso e quella del lamento. Nel vedere “il mondo che non cambia” potrebbe avere il sopravvento la seconda. Molte persone, infatti, negli incontri quotidiani sentono il bisogno di esprimere il loro lamento per tutto ciò che non va, di parlare spesso delle loro ambasce, quasi che parlarne potesse già permettere di liberarsene. Non è così per Pablo, che vuole seguire invece l’altra logica, quella del sorriso, quella di chi, pur avendo i suoi dispiaceri, non te ne fa sentire il peso. E così basta poco al poeta nel tornare a casa, basta poter ritrovare il sorriso della sua Matilde che si apre per lui.
Perciò Giuseppe ha voluto recitare e registrare per la pubblicazione sul web una nuova versione di questa poesia: si tratta per così dire di una versione “in presa diretta”, con in più l’effetto di sovrapposizione delle immagini della ballerina Monica Miniucchi e il commovente accompagnamento musicale del compianto maestro Luigi Tonini Bossi che esegue “Le foglie morte” (la realizzazione è di Roger Conti).
Per favorire la fruizione delle altre poesie presenti in “Passeggiando con Neruda”, inoltre, abbiamo pensato di inserirle anche singolarmente nel nostro canale su YouTube, in modo tale che chi lo desidera possa godersi anche una per una “”, “” e “”.
Il tuo sorriso
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amore mio, nell’ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d’improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d’autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell’isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l’aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.
(trad. di G. Bellini)
Caro Andrea,
ti ho sempre detto: grazie! per telefono…ma se è vero, come dice Socrate, che “lo scritto ha questo di grave, che, se lo interroghi, inesorabilmente rimane muto”…è anche vero che, se scritte, le parole arrivano anche agli altri…ed io è quello che voglio…perchè, vedi! tu, Antonio e Valeria avete dato, con “Libri senza Carta” un sito straordinariamente curato e importante che è un grande punto di riferimento culturale per Senigallia, questa città che tanto amiamo e che, come dice il nostro poeta Mauro Marcellini:”Ha una rosa fra i capelli”…Tu hai parlato dell’ importanza di non negare mai un sorriso agli altri con leggerezza, semplicità , rigore, spontaneità e con quella dolcezza che fa parte del tuo carattere e del tuo modo di scrivere…io, a voi di “Libri senza Carta” credo di volere proprio un gran bene…
Giuseppe
Bello e intenso questo video che ci immerge nei versi di Pablo Neruda così come nella voce morbida e duttile di Giuseppe Di Mauro. Dal buio dello sfondo emergono espressivi i tratti del suo volto sui quali una dolce figura femminile danza, fluttua, svanisce e riaffiora mentre le note di una musica malinconica cantano la nostalgia per qualcosa che il poeta rimpiange ancor prima di averla perduta: l’insostituibile sorriso della donna amata.
Di Mauro con la sua arte e la sua delicata sensibilità ha saputo coniugare parole con immagini, suoni con emozioni in una formula che ci regala 2,33 minuti di grande teatro.
Caro Giuseppe, ti ringrazio per tutto quello che dici sia dal punto di vista personale che da parte di noi tutti di LSC. Non ci abbiamo pensato un momento quando ci hai proposto questa splendida idea di condividere i tuoi lavori! Li proponiamo con gioia a tutti quanti, consapevoli che è qualcosa che va ben oltre qualunque ambito cittadino o regionale, come è nostro desiderio cercare sempre di fare.
E così tutti possono vedere la tua sensibilità e quanto affetto sei in grado di dare alle persone che hanno la fortuna di starti vicino.
Grazie di cuore!
Mi sapreste cortesemente dire a che raccolta appartiene la poesia Il tuo sorriso di Pablo? Grazie, ve ne sarei grata…!
Prego. La poesia “Il tuo sorriso” (“Tu risa”) appartiene alla raccolta “I versi del Capitano” (“Los versos del Capità n”).
Anche qui noto che la traduzione scelta è “sorriso†e non “risataâ€â€¦ Ed anche qui chiedo come mai.
Il poeta dice “el agua que de pronto ESTALLA en tu ALEGRÃAâ€; dice “tu risa SUBE al cieloâ€; dice “tu risa como … la rosa de mi patria SONORA†.
Io non vedo un sorriso.
Io SENTO il suono di una risata poderosa, spontanea, pulita, sincera, vera, appassionata, piena.