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Passeggiando con Neruda: Giuseppe Di Mauro recita “I versi del capitano”

Con questo video iniziamo a godere delle parole e delle immagini tratte dal DVD che Giuseppe Di Mauro ha voluto intitolare semplicemente “Poesia”. Discutendo di quale fosse il modo migliore di proporne i diversi capitoli, egli ha scelto di presentarci per primi i versi d’amore del poeta cileno Pablo Neruda per la sua donna, la ballerina Matilde Urrutia (insieme nella foto).

«Questi componimenti sono inseriti nella raccolta “Los versos del Capitán”», ci dice con partecipazione Giuseppe, «e raccontano della storia d’amore sbocciata a Capri tra il poeta e la ballerina, entrambi reduci, ciascuno per proprio conto, dalla guerra di Spagna. Un grande amore, di cui restano ancora testimonianze incise per le strade dell’isola. Era emozionante trovarle così, passeggiando, quando ho potuto recitare nella famosa piazzetta [e da un cassetto toglie una copia del settimanale Epoca in cui si parla del suo recital e della famosa piazzetta stipata di gente per applaudirlo].»

«E hai recitato anche questi versi a Capri?»

«Certo, ed erano nella parte iniziale dello spettacolo. Vedi, sono poesie che rivelano con grande forza e chiarezza i due grandi amori del poeta: la sua donna, Matilde, e la sua patria. E non sono scissi l’uno dall’altro, ma profondamente e indissolubilmente uniti. Lo conferma Matilde stessa nella lettera con cui accompagna la prima edizione dell’opera scrivendo “Questi versi sono la storia del nostro amore, grande in tutte le sue manifestazioni. Aveva la stessa passione che poneva nei suoi combattimenti, nelle sue lotte contro le ingiustizie. Gli doleva la sofferenza e la miseria, non solo del suo popolo, ma di tutti i popoli”. Infatti Il vento nell’isola della prima poesia è la metafora della sua anima che lo chiama alla lotta, a cui chiede soltanto di poter restare un’ultima notte con la sua donna prima di lasciarsi trascinare da esso.»

«La scelta che hai fatto, quindi, ci permette di cogliere il nucleo dell’intera raccolta.»

«Sì, infatti Bella è una poesia interamente dedicata a Matilde, a dirle quello che ogni donna vorrebbe sentirsi dire dal suo uomo. E così La morta rappresenta più pienamente la forza dei suoi due amori, dove anche se la donna morisse, egli continuerebbe a vivere e a lottare, come lei lo ha conosciuto e riconosciuto coraggioso e sincero, in nome della libertà per tutti gli uomini.»

«Vuoi dire qualcosa anche sull’idea della passeggiata?»

«Sì, la passeggiata dà modo di visitare diversi luoghi che accompagnano le diverse poesie. In questo caso abbiamo scelto lo sfondo della Rotonda a mare di Senigallia e la campagna marchigiana. Ti faccio notare l’originalità delle musiche che mi accompagnano: normalmente si punta sugli adagi e nessuno avrebbe scommesso sui valzer di Strauss, su Shostakovic e Sibelius, che invece funzionano benissimo, anche grazie ad Alessandro Castriota.»

E  Giuseppe conclude la nostra chiacchierata leggendomi alcuni versi dell’ultimo componimento della raccolta, La lettera lungo la strada:

[…] perché tu sola
sulla terra sai
chi sono, e perché nessuno mi conobbe come una,
come una sola delle tue mani,
perché nessuno
seppe come, né quando,
il mio cuore stette ardendo:
solamente
i tuoi grandi occhi grigi lo seppero,
la tua grande bocca,
la tua pelle, i tuoi seni,
il tuo ventre, le tue viscere
e l’anima tua che io risvegliai
perché restasse
a cantare fino alla fine della vita. […]

  Il vento nell’isola

Il vento è un cavallo:
senti come corre
per il mare, per il cielo.

Vuole portarmi via: senti
come percorre il mondo
per portarmi lontano.

Nascondimi, fra le tue braccia
per questa notte sola,
mentre la pioggia rompe
contro il mare e la terra
la sua bocca innumerevole.

Senti come il vento
mi chiama
galoppando nell’ombra
per portarmi lontano.

Con la tua fronte sulla mia fronte,
con la tua bocca sulla mia bocca,
legati i nostri corpi
all’amore che ci brucia,
lascia che il vento passi
senza che possa portarmi via.

Lascia che il vento corra
coronato di spuma,
che mi chiami e mi cerchi
galoppando nell’ombra,
mentre, sommerso
sotto i tuoi grandi occhi,
per questa notte sola
riposerò, amore mio.


Bella

Bella,
come nella pietra fresca
della sorgente, l’acqua
apre un ampio lampo di spuma,
cosí è il sorriso del tuo volto,
bella.

Bella,
dalle fini mani e dagli esili piedi
come un cavallino d’argento,
che cammina, fiore del mondo,
così ti vedo,
bella.

Bella,
con un nido di rame intricato
sulla testa, un nido
color di miele cupo
dove il mio cuore arde e riposa,
bella.

Bella,
gli occhi non ti stanno nel volto,
non ti stanno nella terra.
Vi son paesi, vi son fiumi
nei tuoi occhi,
la mia patria sta nei tuoi occhi,
io cammino in mezzo ad essi,
essi danno luce al mondo dove io cammino,
bella.

Bella,
i tuoi seni sono come due pani fatti
di terra cereale e luna d’oro,
bella.

Bella,
la tua cintura il mio braccio l’ha fatta come un fiume quando
è passato mill’anni per il tuo dolce corpo,
bella.

Bella,
non v’è nulla come i tuoi fianchi;
forse la terra possiede
in qualche luogo occulto
la curva e l’aroma del tuo corpo,
forse in qualche luogo,
bella.

Bella, mia bella,
la tua voce, la tua pelle, le tue unghie,
bella, mia bella,
il tuo essere, la tua luce, la tua ombra,
bella, tutto è mio, bella,
tutto è mio, mia,
quando cammini o riposi,
quando canti o dormi,
quando soffri o sogni,
sempre,
quando sei vicina o lontana,
sempre,
sei mia, mia bella,
sempre.

 

  La morta

Se d’improvviso non esisti,
se d’improvviso non vivi,
io continuerò a vivere.

Non oso,
non oso scriverlo,
se muori.

Io continuerò a vivere.

Perchè dove un uomo non ha voce,
lì la mia voce.

Dove i negri saranno bastonati,
io non posso esser morto.
Quando i miei fratelli entreranno in prigione
io entrerò con loro.

Quando la vittoria,
non la mia vittoria,
ma la gran vittoria
giungerà,
anche se muto dovrò parlare:
la vedrò giungere anche se cieco.

No, perdonami.

Se tu non vivi,
se
tu, amata, amor mio,
se tu
sei morta,
tutte le foglie cadranno sul mio petto,
pioverà sulla mia anima notte e giorno,
la neve brucerà il mio cuore,
camminerò con freddo e fuoco e morte e neve,
i miei piedi vorranno andare dove tu dormi,
ma
continuerò a vivere,
perchè tu m’hai voluto sopra tutte le cose
indomito,
e, amore, perchè tu sai che non sono solo un uomo
ma tutti gli uomini.

(trad. di G. Bellini)

1 Risposta a “Passeggiando con Neruda: Giuseppe Di Mauro recita “I versi del capitano””


  1. 1 Giuseppe Di Mauro recita “Il tuo sorriso” di Pablo Neruda at LibriSenzaCarta Pingback su Mag 15th, 2012 at 6:01 pm

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